Più che un brand, una boccata d'aria fresca: un concetto di comunità globale, unita e senza conflitti, che indossa abbigliamento accessibile e totalmente inclusivo.
Telfar Clemens nasce nel 1985 nel Queens, a New York, da genitori liberiani. Trascorre parte dell’infanzia in Liberia e successivamente torna con la famiglia negli Stati Uniti. Già in età adolescenziale, ispirato dalla manualità della nonna e della zia, nutre un forte interesse per il mondo della moda, anche perché siccome nei negozi non trova abiti adatti alle sue esigenze se li crea da solo. Alla base della sua estetica c'è un equilibrio tra il guardaroba maschile e femminile, definendo lo stile che adesso chiamiamo 'gender fluid'. Nel 2002 si trasferisce a New York per intraprendere la carriera di modello e dj. Nel 2003 dà vita alla sua prima collezione rielaborando abiti vintage, che vende nelle boutique del Lower East Side e di Soho a New York.
È il 2005 quando nasce TELFAR, un marchio che strizza l’occhio all’estetica queer ma si definisce totalmente unisex, che decide di presentare in modo anticonvenzionale all’interno di locali notturni e musei come il Guggenheim e la Biennale di Arte Contemporanea di Berlino e Venezia. Nel 2017 vince il premio Cfda/ Vogue Fashion Fund Award, ricevendo una cifra pari a 400 mila dollari che gli serviranno a investire per rendere globale il suo brand. Da questo turning point, il successo è esponenziale, tanto che subito dopo il marchio sarà distribuito in alcune delle migliori boutique al mondo come le Galleries Lafayette, Barneys, Ssense, Luisaviaroma e Dover Street Market, per poi arrivare in finale nella categoria Accessory Designer of the Year ai CFDA Awards nel 2019.
Il brand trascende la moda e si mescola con la comunicazione, la musica, l’arte contemporanea, il design. E le scelte di Telfar lo dimostrano: tra i suoi modelli/testimonial ha scelto Shayne Oliver (ex boyfriend e designer di Hood by Air), ma anche i musicisti Kelela e Dev Hynes (alias Blood Orange). Ha vestito Solange e il suo team di ballerini e musicisti per un'acclamata performance al Guggenheim Museum, è stato ospite come special project a Pitti Uomo 97 di gennaio 2020 e ha realizzato una linea speciale per la catena di fast food White Castle, disegnando le divise per i suoi 10 mila dipendenti e una serie di magliette speciali, il cui ricavato verrà usato per pagare la cauzione ai minori detenuti nel carcere di Rikers Island.
Nel corso degli anni Telfar ha collaborato con FILA, Reebok, Opening Ceremony, Budweiser, Converse e altri popolarissimi marchi. In proposito lui dichiara: "Voglio che Telfar sia un prodotto di massa, in modo quasi spaventoso. Pensate alle borse di Michael Kors: tutti ne hanno una. E io voglio essere come Michael Kors, ma di proposito.” Sembra esserci riuscito: la borsa attualmente più in voga è la sua shopping bag dal design essenziale e forma squadrata, il logo TC in rilievo e una praticissima tracolla accompagnata da una maniglia, già soprannominata “la Birkin di Bushwick”.
È praticamente impossibile non averla ancora vista, poiché sta dilagando sia sui social che tra celebrity come Bella Hadid, A$AP Ferg, Selena Gomez, Dua Lipa e la deputata democratica Alexandria Ocasio Cortez. Rispetto alle altre it-bag, però, questa borsa si differenzia in diversi punti, primo fra tutti il prezzo proprio perché l’obiettivo è di offrire un articolo accessibile su larga scala. Tuttavia il suo scopo primario è di creare un simbolo di appartenenza a una determinata comunità e non a una classe sociale.
Se oggi sembra quasi scontato parlare di moda fluida e genderless, casting inclusivi che comprendono modelle e modelli di tutte le etnie e see-now-buy-now, lo dobbiamo proprio a Telfar Clemens, che si è dimostrato pioniere di quelli che di questi tempi potremmo definire aspetti basilari del fashion system, ma che in realtà all’epoca non erano altro che un'espressione della sua personalità.

Telfar Clemens