Sergio Rossi

Era ricoverato da qualche giorno all’ospedale di Cesena a causa del Covid -19, ma il suo quadro clinico è precipitato in poche ore. A 84 anni ci lascia il primo dei decani del distretto della scarpa di San Mauro Pascoli: Sergio Rossi.
L’imprenditore di San Mauro Pascoli, fondatore del calzaturificio che porta il suo nome, ha da sempre manifestato un amore incondizionato per la scarpa, fin da quando, a 14 anni, imparò il mestiere direttamente sul campo dal padre calzolaio, per poi aprire la propria fabbrica all’inizio degli anni ’50.
L’ ascesa internazionale di Sergio Rossi è segnata da collaborazioni con importanti protagonisti della moda, tra cui un giovanissimo Gianni Versace. La società da lui fondata è stata acquistata nel 1999 dal Gruppo Gucci, mentre il marchio, nel 2015, torna italiano in seguito all’acquisto da parte del fondo Investindustrial di Andrea Bonomi.
Insieme a Gimmi Baldinini, Quinto Casadei, Vittorio Pollini ha rappresentato una buona parte del meglio della calzatura italiana, la parte più creativa ed estrosa.
Un saper creare e un saper fare che ha voluto anche trasmettere ai giovani partecipando alla fondazione della scuola romagnola per calzaturieri Cercal.
Così lo saluta la famiglia, a cui porgiamo le nostre condoglianze: «Con il fuoco inestinguibile della tua passione, ci hai insegnato che non ci sono limiti per chi ama ciò che fa. Addio maestro».


Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici, ha commentato così la triste notizia: “Sergio Rossi è stato più che un maestro. È stato il Maestro. Con la sua scomparsa la calzatura italiana ha perso una pietra miliare della propria storia, un pioniere che ha occupato uno spazio straordinariamente importante nel Novecento italiano dello stile e della moda. Questo maledetto virus, dopo aver colpito duramente il nostro settore calzaturiero mettendo a rischio la sopravvivenza delle migliaia di eccellenze che lo compongono, ci ha portato via un punto di riferimento.

Il Maestro ha avuto delle intuizioni straordinarie, costruite attorno alla capacità di realizzare prodotti mai visti prima. Le sue scarpe non erano soltanto belle: erano anche comode, calzabili, tecnicamente perfette. Ha dato alle donne la possibilità di unire l’eleganza con la funzionalità. E inoltre, ponendo al centro il prodotto, ha imposto il proprio nome nella scena internazionale, trasformandolo in grande marchio, uno dei primi a essere presente con i propri negozi nella grandi città italiane, europee e degli Stati Uniti.

[…] Ci sono uomini che, pur essendo scomparsi, in realtà non muoiono mai e continuano a rappresentare un esempio. Il mio auspicio è che l’esempio di Sergio Rossi possa ispirare l’affermazione di tanti nuovi Maestri della scarpa made in Italy. Perché sono certo che la storia del Novecento, il secolo della nostra affermazione internazionale come settore delle calzature, non si è affatto esaurita. E che, nel ricordo di Sergio Rossi e della sua talentuosa generazione, saremo in grado di emozionare le donne del mondo per tanti altri secoli, semplicemente creando le scarpe che hanno sempre sognato di indossare”.