I Nuovo, Tuffoni, Corrente, Vicco, Sekada… sono solo alcuni dei 31 nomi della calzatura turca protagonisti dell’ultima edizione di MICAM con collezioni di calzature sempre più qualificate e attraenti. Allestita sotto l’egida della Associazione turca degli esportatori della pelle e degli articoli in pelle IDMIB, la collettiva turca è d’altronde espressione di una industria di grande peso nel panorama calzaturiero internazionale, come rileva Hüseyin Ҫetin, vice presidente del comitato esecutivo IDMIB, da noi incontrato in fiera: “Con una produzione annua di 500 milioni di paia siamo la sesta industria calzaturiera mondiale, la prima d’Europa”.

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da sin.Mustafa Şenocak e Hüseyin Ҫetin

Il settore calzaturiero turco e la sua filiera vantano 22.500 aziende, tutte localizzate all’interno di distretti produttivi importanti come quello di Istanbul, di Ankara, Izmir e Adore… ed i prodotti che escono dalle loro fabbriche raggiungono ormai 177 paesi al mondo: “Con esportazioni che continuano a crescere – dichiara Hüseyin Ҫetin – del +10% nel 2017 e con l’attesa di raggiungere il +30% nel 2018 grazie al mutato contesto economico-politico dei paesi dell’Est. Prima della crisi esportavamo in Russia calzature per un valore di 130 milioni di dollari, poi siamo crollati a 50 milioni di dollari, ma attualmente abbiamo recuperato le quote perse e addirittura riteniamo di poter chiudere il 2018 a 200 milioni di dollari. Un’altra destinazione che ci sta regalando importanti successi sono gli Usa, dove il nostro export nell’ultimo anno è cresciuto addirittura del +100%”.
La Turchia non è solo un paese esportatore, ma è sempre di più un grande mercato consumatore: “Dei 500 milioni di paia di calzature prodotte in Turchia, ben 200 milioni sono destinate al mercato interno. – spiega Mustafa Şenocak, presidente IDMIB – Siamo anche paesi importatori, per lo più di grandi griffe soprattutto occidentali sulla fascia medio-alta di prezzo e di prodotti economici provenienti dall’Est. Ma, se fino a qualche anno fa la bilancia era a nostro sfavore, oggi siamo riusciti a ribaltare i risultati e, con esportazioni per un valore di 734 milioni di dollari e importazioni per 660 milioni di dollari, nel 2017 abbiamo archiviato un disavanzo attivo di 74 milioni di dollari”.
Merito di questo successo è la qualificazione del prodotto turco, oggi più attraente grazie alla qualità della costruzione e dei materiali, e al design contemporaneo “Gli investimenti fatti in formazione sia sul fronte del design, con l’apertura di una facoltà dedicata presso l’Università di Istanbul, sia su quello della tecnologia, con l’ammodernamento degli impianti aziendali hanno permesso di qualificare i nostri prodotti. – dichiara Mustafa Şenocak, – la nostra associazione sta promuovendo inoltre l’apertura di due corsi di studi dedicati all’ingegneria e la tecnologia applicata al settore calzaturiero, che permetteranno di qualificare ulteriormente la nostra calzatura”.
Ecco perchè oggi la calzatura turca può competere ad armi pari con i grandi produttori sui mercati internazionali, non solo vendendo i suoi prodotti , ma addirittura investendo in importanti acquisizioni, come nel caso del gruppo Zylan con il marchio Lumberjack… “Fiere come MICAM ed Expo Riva Schuh ci permettono di promuovere al meglio la nostra calzatura e i nostri progetti a livello internazionale e siamo sicuri che accedendo all’unione doganale europea questa proficua collaborazione non potrà che migliorare. – conclude Mustafa Şenocak – Il nostro obiettivo è il mondo, per entrare nella rosa dei primi cinque esportatori globali”.