I grandi buyers internazionali e italiani hanno eletto ancora una volta Pitti Immagine Uomo come punto di riferimento globale per il lifestyle e lo scouting di qualità, con la presenza di tutti i più importanti department e specialty stores, le boutique specializzate, le catene di alto livello, gli e-commerce di qualità e di maggiore diffusione. E’ per questo che tra gli stand, nei corridoi e nelle occasioni più social, si è respirata un’aria molto positiva, di grande consenso nei confronti del salone e di fiducia nel consolidamento della ripresa.

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Le novità più interessanti – di moda e di prodotto – provenienti dalle migliori aziende italiane e internazionali che fanno ricerca e innovazione di stile e materiali, la vivacità degli allestimenti e delle presentazioni, le partnership internazionali (vedi i progetti Guest Nation Australia, Japan Fashion Week, Liberty) e gli eventi speciali (la mostra a Palazzo Pitti, le sfilate di JW Anderson e Off White, la consacrazione dei designer italiani Curradi e Alanui), hanno fatto il resto.
In termini quantitativi, i dati di affluenza finale hanno fatto registrare 19.400 compratori: l’estero si conferma sui livelli dello scorso giugno – con circa 8.400 buyer internazionali arrivati a Firenze, l’Italia è in flessione del 9%: in totale si sono superati ampiamente i 30.000 visitatori complessivi.

Sul dato italiano – ha commentato in proposito Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – ha influito non poco il massiccio sciopero dei trasporti. Per quanto riguarda l’estero, sono da mettere in evidenza i risultati positivi nei numeri dei negozi da Giappone (+4%), Spagna (+2%), Olanda (+3%), Stati Uniti (+6%), le crescite dei buyer da Corea del Sud (+5%), Russia (+10%), Nord ed Est Europa, Australia (+9,5%) e Canada (+13%), a fronte della sostanziale stabilità di Francia, Turchia e Olanda e di una certa flessione cinese, inglese e tedesca. Pensiamo al boom della Russia di quindici anni fa e al successivo calo: adesso i compratori russi sono nuovamente in aumento. L’andamento della Cina è altalenante, forse perché si tratta di un’economia di mercato fortemente centralizzata e perciò bastano poche direttive per cambiare di colpo il comportamento di tutti gli operatori. Gli Usa hanno superato l’anno elettorale e hanno ripreso a comprare, nel nord Europa c’è più voglia di moda (italiana). Il Regno Unito sembra ancora alle prese con il post Brexit, mentre per quanto riguarda la Germania l’unico rammarico è che lì i consumi interni sono ancora molto al di sotto delle possibilità date dalla ricchezza esistente. Per l’Italia in questi anni l’altalena è stata più marcata, ma il dato da segnalare è che le presenze di dieci anni fa sono pressoché le stesse di adesso.

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Tra gli spazi speciali che hanno registrato il maggior consenso tra i visitatori, PS by Paul Smith, linea contemporary dello stilista inglese, che ha scelto una nuova location al Padiglione delle Ghiaia per l’occasione fattasi declinazione artistica. Bally, marchio svizzero di accessori e abbigliamento, ha puntato sulla platea di Pitti Uomo per proporre una nuova collezione di sneaker, creando una particolare presentazione nel Piazzale Centrale del salone, mentre Tretorn, storico brand scandinavo di outerwear e calzature pensate per i climi freddi, ha lanciato la sua nuova collezione nella sezione I-Play.
Superdry, l’über-lifestyle brand di matrice anglosassone, ha riaffermato la sua preminenza tornando a Pitti Uomo con un affollato spazio all’interno di Urban Panorama. Belstaff ha proposto a Pitti Uomo la collezione iconica “Origins”, basata su una tecnologia orientata al movimento e alla performance. Lanerossi, marchio storico della tradizione tessile italiana, ha celebrato i 200 anni di attività alla Limonaia di Villa Vittoria con una mostra-evento dal focus sulle opere dei maggiori autori che hanno collaborato con l’azienda a partire dagli anni Trenta, da Adolfo Busi ad Armando Testa a Ugo Mulas.

Appuntamento con l’edizione n°93 dal 9 al 12 gennaio 2018.

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