Onorevole Mauro Lucentini

Anche i compratori esteri extra UE con vaccini non riconosciuti in Italia possono accedere a fiere, ristoranti, alberghi e negozi con effettuazione di tampone. I buyer esteri di provenienza UE avranno bisogno solo del Green Pass Rafforzato, ricorrendo al tampone - rapido (validità 48 ore) o molecolare (validità 72 ore) - solo nel caso in cui siano trascorsi più di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale o dalla guarigione.
Ai buyer extra UE che hanno effettuato vaccinazioni con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia sarà richiesto il solo tampone per accedere a fiere, ristoranti, alberghi e negozi.
Tutto il settore ha apprezzato la decisione, a partire dal presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon: “È stato superato con intelligenza un gap normativo che rischiava di tagliare fuori molti buyer e visitatori provenienti in particolare da Russia, Cina, Nord Europa, Medio Oriente e mercati emergenti strategici per la filiera delle calzature e del Made in Italy in generale. Ora le aziende potranno approcciarsi alla fiera con maggiore convinzione per non perdere le opportunità commerciali.”
Un ordine del giorno, che ha ottenuto il parere favorevole da parte del Governo Italiano e il voto all’unanimità da parte della Camera dei Deputati, emerso grazie all’impulso degli Onorevoli della Lega Lucentini e Marchetti, insieme ai componenti Lega della commissione Sanità. 

Onorevole Mauro Lucentini come reagisce al provvedimento del Consiglio dei Ministri?
“È una vittoria del buonsenso che rivendichiamo con orgoglio e che è stata concertata con il sottosegretario Costa nel corso dell’incontro seguito all’approvazione del nostro ordine del giorno 88 da parte del Parlamento.
E siamo molto contenti che il Governo sia andato ben oltre le nostre richieste, perché questo provvedimento risulterà una sana boccata di ossigeno per molte aziende.”

Perché è un risultato importante?
“Perché risolve il problema e mette la parola fine su una limitazione che ha avuto ripercussioni fin troppo forti sul PIL italiano e marchigiano in particolare considerata l’importanza del mercato russo per i settori manifatturieri del made in Italy. Ricordiamo che la presenza di buyer russi in Italia è molto importante per il settore moda; un comparto che vale oltre 80 miliardi di euro e garantisce il 12,5% dell'occupazione dell'industria manifatturiera. Nelle sole Marche il settore vale 5 miliardi di fatturato (secondo i dati del 2018), pari al 7,2% del totale regionale e impiega circa 40 mila addetti (2021).”

Da cosa è nato il vostro interessamento?
“Sostenere le imprese e favorire l’occupazione è fondamentale e sarebbe stato un controsenso mantenere vivi gli aiuti senza consentire ad alcuni dei clienti più importanti di toccare con mano le proposte delle nostre aziende. Insieme al presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, abbiamo motivato ulteriormente e dettagliatamente al sottosegretario Costa la necessità di un intervento tempestivo che imprese e associazioni di categoria delle Marche ci avevano sollecitato per lo sblocco della partecipazione alle nostre fiere dei buyer russi.”