Non ci si aspettavano grandi novità da Obuv e così è stato: i 114 espositori del made in Italy hanno incontrato i loro clienti russi e dell’area CSI, da Bielorussia, Armania, Kazakistan… continuando a presidiare un mercato che è ancora fondamentale per il Made in Italy, ma che rispetto al passato conta su volumi molto più bassi. Nonostante il buon lavoro svolto da Assocalzaturifici e Ice Agenzia per promuovere il business anche con l’organizzazione dell’incoming di 35 buyers provenienti dalle città più lontane della Federazione Russa, permangono gli stessi problemi legati alla complessità del mercato russo, tra incertezze economiche e stagnazione del consumi.

Ecco cosa ci hanno detto i protagonisti dell’evento: “Obuv conferma i risultati delle ultime edizioni e ci restituisce l’immagine di una Russia che è preoccupata per la questione della marchiatura univoca, le maggiori spese, etc… – dichiara Massimo Sarti responsabile commerciale di Baldinini – Nuove imprese e imprenditori che si affacciano al mercato non ce ne sono e si lavora sempre con gli stessi clienti. Inoltre la scarpa per la quale siamo riconosciuti, fine col tacco, non va più di moda: tutti cercano la sneaker. Alla luce di questo non sono deluso, ma parzialmente soddisfatto, perché purtroppo restano le stesse problematiche”.

“Abbiamo confermato le nostre quote sul livello della scorsa stagione estiva – commenta Gionata Funari, responsabile commerciale di Giovanni Fabiani – La clientela l’abbiamo vista molto in affanno per la nuove legge sul QR code che da marzo imporrà la tracciabilità dei prodotti e che prevede anche un dazio del 30% su beni ingresso. Una ulteriore tassazione che metterà ancora più in difficoltà il made in Italy, che coi suoi alti prezzi rischia di andare fuori mercato”. Conferma Eugenio Scheggia, titolare di Mario Bruni:  “i clienti comprano di meno, hanno problemi sul loro mercato con la questione del microchip, la tassa del 30%… questo sistema rappresenta un grande problema, soprattutto per i piccoli produttori che rischiano di uscirne massacrati. In ragione di questo, le ultime edizioni di Obuv a cui abbiamo partecipato non sono state esaltanti. Il mercato è bloccato e ci sono troppe incertezze”.  “Premesso che per il Calzaturificio Brunate la Russia non è un mercato primario, – dichiara invece la titolare Sara Galli – abbiamo avuto un buon riscontro e rappresentiamo un’eccezione rispetto all’andamento di molte altre imprese. Detto ciò, la Russia è un mercato che sta cambiando e non si capisce ancora quale direzione prenderà: c’è in atto un cambiamento nei gusti del cliente, si verifica una maggior attenzione al prezzo… insomma non nascondo che è un mercato che ci preoccupa.”

La prossima edizione di Obuv si terrà dal 17 al 20 marzo 2020, presso l’Expocentre di Mosca.