Michele Luconi tra Francesco e Andrea Carpineti
Michele Luconi tra Francesco e Andrea Carpineti

DIS nasce nel 2015 dall’intuizione dei fratelli Andrea e Francesco Carpineti e Michele Luconi, dal loro desiderio di dare slancio alle realtà artigianali italiane e portare soluzioni innovative al retail, grazie al digitale. DIS – Design Italian Shoes è il brand di calzature personalizzate che rinnova l’eccellenza artigianale italiana proprio attraverso la tecnologia digitale più avanzata. Un modo per evolvere l’antica manifattura: con il configuratore 3D, accessibile dal sito designitalianshoes.com, il consumatore diventa il protagonista di un processo produttivo artigianale integrato alla personalizzazione digitale. Attraverso i rendering foto-realistici elaborati dal software, il consumatore può scegliere il modello di calzatura, personalizzarlo in pochi click e farlo produrre su misura in Italia, in soli 10 giorni. Un vero processo creativo che consente di giocare con 50 milioni di combinazioni di materiali, pelli, lacci, suole e rifiniture, fino all’incisione, per creare la scarpa perfetta, unica e certificata, irripetibile come l’identità della persona stessa che l’ha disegnata.

dis-editorial2Francesco Carpineti, CCO di DIS, ci racconta come è nata l’idea.
“La nostra mission è quella di riportare lavoro in Italia, valorizzando il Made in Italy, l’artigianalità e le maestranze, oggi oscurate dal web.
Abbiamo pensato che questo progetto potesse portare beneficio al territorio marchigiano e innovare in particolare la calzatura da uomo, che rappresenta la profonda tradizione del nostro distretto, che affonda le radici nel lontano1300”.

Come è andata all’inizio?
“Difficile convincere le realtà del territorio a tornare a lavorare come un tempo, paio a paio e pezzo a pezzo, senza fare stock di semilavorati, ma costruendo in maniera espressa le suole necessarie, per esempio.
Fin da subito abbiamo scelto realtà diverse fra loro, ognuna specializzata in una particolare lavorazione, così da fornire ai clienti un’assortimento completo”.

Offrite un numero di combinazioni assurdo. Come fate a gestirlo?
“Siamo stati bravi a organizzare il lavoro, a condividere alcune strutture con i partner e scegliere calzaturifici e fornitori in grado di approvvigionare i materiali in velocità. In linea di massima, materiali pregiati e continuativi che non rispondono per forza alla tendenza, ma allineati agli ever-green”.

Quali servizi aggiuntivi offrite?
“Il modello gratuito di prova (solo per l’EU), la spedizione gratuita (in EU e US), il servizio di cura e riparazione della calzatura su richiesta, il servizio soddisfatto o rimborsato, la garanzia a vita, il supporto di personal styling in tempo reale, il customer care e live chat attivo 24/7”.

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In che modo siete presenti nei negozi?
“Abbiamo sviluppato il concetto di omnicanalità evolvendo anche l’esperienza tradizionale di acquisto in negozio con l’innovativo servizio di 3D Shopping Experience: con pochi click sul configuratore 3D di DIS, appositamente sviluppato e strutturato per essere collocato all’interno del punto vendita in forma di touch screen, i clienti personalizzano la scarpa scelta di persona tra i modelli esposti, godendo di un’esperienza unica, mentre il negozio si libera degli stock in magazzino”.

dis-editorial7Avete intenzione di aprire anche alla donna?
“Il nostro primo e attuale obbiettivo è consolidare quanto costruito fino ad ora, perciò crescere nel campo dell’uomo e nell’ottimizzazione del servizio.
Guardiamo anche alla donna, ovviamente, e speriamo di poterla integrare nell’offerta DIS già dal prossimo anno. Anche perché è un segmento di mercato molto interessante, soprattutto dal punto di vista dei volumi di vendita”.

Dove state riscuotendo maggior successo?
“Nessuno è profeta in patria. Infatti realizziamo il 90% del fatturato all’estero, dove il made in Italy continua ad avere grande appeal, e dove il fascino della componente tecnologica ha maggior peso.
L’interfaccia del nostro sistema, inoltre, è molto intuitiva e visuale, perciò siamo riusciti a oltrepassare con facilità ogni barriera linguistica”.

dis-brand23Il prossimo mercato che vi piacerebbe approcciare?
“Tantissimi. Siamo un’azienda giovane che ha ancora molto bisogno di crescere. L’America l’abbiamo solo sfiorata e molti altri mercati in Europa sarebbero interessanti”.

La soddisfazione più grande di questi anni?
“Essere riusciti a entrare in Giappone, in strutture importanti, con una collezione di sneaker fatte in Italia con materiali di alta qualità. Un’esame di maturità per noi molto importante, che siamo fieri di aver superato”.

Come sono i vostri numeri?
“Molto positivi, direi. Abbiamo raddoppiato il fatturato rispetto all’anno scorso, e contiamo 50 negozi nel mondo (in 13 nazioni, la maggior parte in Cina). Con l’e-commerce, invece, siamo presenti in 30 Paesi”.

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