“La mia famiglia è originaria di Vigevano, il principale polo della calzatura italiana degli anni ’60/’70, dove si trova la statua del calzolaio d’Italia, opera dello zio di mia nonna e raffigurante il mio bisnonno da bambino. La mia intera famiglia ha lavorato nel settore delle scarpe per generazioni, tutti operai, e le mie nonne si dedicavano alla preparazione delle tomaie e al taglio della pelle a mano, direttamente a casa. Con questo background per me è stato abbastanza naturale seguire la medesima strada, e nel 2017 ho fondato Ube Studio”.

Così Francesca Strigi Loddo racconta la nascita del suo studio di consulenza creativa e supervisione della produzione che ha sede in Toscana e che vanta, oggi, collaborazioni con marchi italiani e internazionali come Ancuta Sarca, Atiimu, Carlos Santos, Christopher Kane, Dion Lee, Federico Cina e Marco Rambaldi.

 Qual è il punto di forza di Ube Studio? Cosa vi contraddistingue?

“Credo che la forza del nostro studio risieda nel fatto che io non vengo direttamente dal settore tecnico delle calzature. Il mio passato da stylist mi ha formato ad avere un occhio attento al prodotto finito e a come proporlo nei look e nella comunicazione in generale. Il nostro team è composto sia da creativi, che da tecnici, e la mia visione ha guidato la ricerca di clienti anche verso marchi emergenti, che necessitano di supporto produttivo per crescere.”

Tra le tue ‘creature’ c’è anche il marchio DISCOTEX….

“Il marchio DISCOTEX nasce proprio da questa mia esigenza di creare qualcosa di personale dopo anni dedicati esclusivamente ad altri marchi, e che mi rappresentasse appieno. Sono appassionata di musica e vinili, ho un passato da dj e questo marchio si colloca all’incrocio tra musica e moda.”

Quale delle tue creazioni consideri più iconiche?

“Sicuramente la silver clogs di Discotex, il nostro continuativo iconico. ‘Unbox your discotex(s). You need just one second to put them on or to kick them off, no excuses. No matter what your talent is, you must go all-in’.”

Come interpreti l’attuale situazione del mercato?

“La richiesta per la calzatura è sempre stata costante: alta qualità e comfort. Rispetto ad altri capi nel nostro guardaroba, le scarpe svolgono una funzione tangibile – ci permettono di camminare. Mentre una maglietta può essere indossata indifferentemente in taglia XL o S, la questione delle calzature va oltre le dimensioni: il comfort e la vestibilità assumono un ruolo primario. Tuttavia, mi preoccupa il declino dell’artigianato nel settore.”

 Ci puoi spiegare meglio?

“Clienti e rivenditori cercano oggi scarpe così perfette da sembrare prodotte da stampanti 3D, scartando piccoli difetti che un tempo venivano considerati segni di qualità artigianale. Vorrei sottolineare che gran parte del processo produttivo delle nostre calzature rimane completamente artigianale. La vera qualità non risiede solo nella perfezione estetica della pelle, ma nella costruzione stessa della scarpa. Ogni suola, forma e soletto è stato attentamente sviluppato e personalizzato per quel modello specifico, rappresentando l’eccellenza artigianale che caratterizza l’industria italiana.”

Se oggi dovessi uscire a fare shopping, in quale negozio andresti e cosa acquisteresti?
“Il mio negozio preferito è Voo Store a Berlino, mentre online credo che una delle selezioni più cool l’abbia SSENSE: ha sempre colori esclusivi e una particolare attenzione verso i brand di nicchia. La qualità dei capispalla di The Row è disarmante, ne vorrei uno.”

Quale designer ti ha maggiormente colpita di recente?

“Mi è molto piaciuto Coperni con la sua Swipe Bag Made of Moon Rock: la stessa borsa è stata riproposta in Aerogel, un materiale quasi interamente fatto di aria e utilizzato dalla NASA. Entrambi i modelli sono stati classificati come opere d’arte contemporanea.”

Quale luogo, musica, film o libro… ti hanno recentemente fatto riflettere e ispirato nelle tue scelte moda?

“Collaboro attivamente come art director presso l’etichetta discografica Polyamore Records, fondata da Bruno Belissimo. Qui ho l’opportunità di lavorare con una varietà di talenti, che spaziano dai giovani artisti in cerca di affermazione, alle icone consolidate del panorama musicale. Attualmente, ci stiamo preparando per la produzione del videoclip del nuovo singolo di Alan Sorrenti, l’indimenticabile ‘figlio delle stelle’ della musica italiana. Alan ha conquistato il successo a soli 22 anni, in particolare negli anni ’70, e ora, a 70 anni, è ancora una fonte inesauribile di ispirazione. La sua musica, intramontabile e senza confini, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica italiana. Vorrei riuscire a creare qualcosa che sia altrettanto senza tempo.”