a3c8b5f346Questa capacità di interpretare la vita, il proprio tempo e la storia si ritrova tutta nella mostra “Bob Krieger imagine. Living through fashion and music. ’60 ’70 ’80 ’90” che fino al 30 giugno 2019 si svolge a Palazzo Morando a Milano, con l’allestimento dell’architetto Carlo Colombo e a cura di Maria Grazia Vernuccio.

Ogni sala, capace di suggerire una particolarissima emozione, svela l’archivio segreto dei ricordi dell’autore, una sorta di regalo dell’artista, di solito restio a mostrarsi. “Mi sono convinto perché di notte, mentre dormivo, era come se sentissi delle grida provenire dalle valigie chiuse in cui ho raccolto i miei lavori”.

Esposte al pubblico opere recuperate dalla preziosa collezione privata di Bob Krieger, immagini scattate fra gli anni ’60 e gli anni ’90, tra cui le campagne pubblicitarie dei più grandi stilisti italiani: da Armani a Ferrè, da Missoni a Valentino, passando per Versace, Biagiotti, Gucci, Fendi, Dolce & Gabbana… tutti i protagonisti, insomma, che hanno decretato il boom del Made in Italy nel mondo. Volti, geometrie, colori e linee che, come Krieger stesso ricorda
“non rappresentano solamente l’essenza del mio lavoro, ma anche la storia degli stilisti italiani capaci di invadere gli Stati Uniti”. Il racconto dell’esplosione di un fenomeno senza pari che ha poi aperto la strada all’eccellenza del design,
del cibo e del lifestyle italiano.

Bob Krieger
Bob Krieger

Siamo riusciti a spodestare la Francia dal trono della moda, trasformando tutta la moda italiana in una griffe riconosciuta in ogni angolo del pianeta. Abbiamo costruito una famiglia unita, anche se talvolta un po’ litigiosa.

Di momenti memorabili da ricordare ne avrebbe a centinaia Bob Krieger, tra cui la prima copertina di Time dedicata a Giorgio Armani, siamo nel 1982, che lui stesso scattò: “Era la prima volta che uno stilista italiano occupava la copertina di un giornale così importante. È stata una consacrazione, quasi come vincere il Nobel. Fantastico!”.

etro-1991-bobkrieger
carol-alt
irene-galitzine-1971-bobkrieger
valentino1969-bobkrieger
linda-evangelista-per-gianni-versace-1992-bobkrieger

img_9643Il suo è uno stile d’altri tempi, come sottolinea Maria Grazia Vernuccio, esaltato dalle difficoltà che erano parte di un’avventura che i protagonisti ricordano con un filo di nostalgia. “L’immagine simbolo di questa mostra – dice la curatrice – l’immagine che ho fortemente voluto nonostante le resistenze di Bob (‘sembro un homeless’, continuava a dirmi), quella in cui lui è steso a terra per fotografare la modella con alle spalle New York, rappresenta l’inizio di tutto, la testimonianza di un umilissimo fotografo a cui tutto il mondo della moda, e non solo, deve davvero tanto”.

Quando gli chiediamo a quale luogo sia più legato, non esita: “Ad Alessandria d’Egitto, mia città natale, che mi ha tanto insegnato a vivere, convivere e mi ha spinto verso la delicatezza”.

Ringrazia tutti Bob Krieger, durante la vernice della mostra, perché – dice – crede fortemente nel ‘take & give’, nella concretissima idea che siano gli altri ad aiutarci a essere ciò che siamo e che, quindi, valgano poco i propri meriti, mentre valgono molto di più quelli degli altri.

genny1982-bobkrieger
mila-schon-1969-contessa-marion-zota-borromeo-bobkrieger
trussardi-1998-melba-ruffo-di-calabria-bobkrieger
017-alma-1987-bobkrieger
giporgio-armani-1990-bobkrieger

“Bob Krieger imagine. Living through fashion and music. ’60 ’70 ’80 ’90”

Fino al 30 giugno 2019 a Palazzo Morando a Milano