Sonja e Thomas Bata nel giorno dell'inaugurazione del Bata Shoe Museum nel 1995
Sonja e Thomas Bata nel giorno dell’inaugurazione del Bata Shoe Museum nel 1995

Se ne è andata a 91 anni, sicuramente sorridendo. Perché Sonja Bata sorrideva sempre, di un sorriso che ti faceva sentire la persona più importante del mondo, in quel momento. Ho conosciuto e incontrato spesso la “Signora Bata” – come tutti la chiamavano – nel corso degli Anni ’80. Eravamo entrati in sintonia, quasi in amicizia. Sembrava fragile, ma non lo era affatto. Insieme a Thomas Bata, suo compagno di vita e di lavoro per tantissimi anni, aveva visto rinascere e crescere la compagnia fino a farla diventare la numero 1 al mondo: “Serviamo 1.000.000 di clienti al giorno” era lo slogan che accompagnava, allora, il mondo Bata.
Era una donna piena di entusiasmo, capace di coltivare le sue esperienze fino a farle diventare passioni: così nacque il Bata Shoe Museum di Toronto. Era il 1995 e, in quell’occasione, la felicità aveva il volto di Sonja Bata. Come quando mi disse – scherzando, ma non troppo – che aveva trovato i calzini indossati da Napoleone a Sant’Elena. Chissà se era vero?!

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Sonja Bata nel 1966

Di sicuro era ed è vero che la raccolta di calzature del Museo di Toronto è la più importante al mondo e aver creato qualcosa destinato a vivere nel tempo, aldilà di ogni moda, era per Sonja Bata motivo d’orgoglio.

Sonja Wettstein, nata a Zurigo nel 1926, laureata in architettura, si trasferì in Canada subito dopo la seconda guerra mondiale, insieme al marito Thomas che aveva sposato giovanissima. Con lui ha vissuto una vita intensa, emozionante e, se non fosse un gioco di parole, “viva”.
Ciao Sonja (per una volta permettimi di darti del tu): sono sicuro che il tuo sorriso ti accompagnerà ancora e per sempre, ora che hai sicuramente potuto incontrare di nuovo il tuo Thomas. Un grande abbraccio.

Lorenzo Raggi

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