Non ci si aspettavano grossi risultati da Obuv e così è stato: la fiera moscovita della calzatura chiude con un consuntivo in tenuta nei numeri, ma con il freno tirato dal punto di vista commerciale. “Obuv non ci ha riservato sorprese – commenta Arturo Venanzi, obuv14consigliere Assocalzaturifici con delega area Russia – non ci aspettavamo una fiera più di tanto dinamica e così è stata. Si tratta comunque di un importante presidio del mercato russo, quello che chiude ufficialmente una stagione di vendite che inizia a Micam, per alcuni addirittura ad Expo Riva Schuh. L’afflusso di buyer si è attestato sugli stessi numeri delle scorse stagioni e quanto agli ordinativi si sono visti volumi d’acquisto minori”.

Ma quali sono le ragioni che ancora frenano i commercianti? “La lista è lunga – prosegue Arturo Venanzi – dalla dogana alla psicosi per l’etichettatura obbligatoria che dovrebbe entrare in fase di prova da luglio e in vigore a febbraio. Poi non ha aiutato neppure l’inverno che non è stato particolarmente freddo, se non nella obuv-014stagione dei saldi. C’è poi la crescita degli e-commerce che sta portando via molte vendite ai commercianti. E il “fenomeno sneaker” che da occidente ha dilagato ad oriente, non aiutando il prodotto made in Italy”.

Anche se quello russo è un mercato in crisi, resta pur sempre la sesta destinazione del made in Italy – nei primi undici mesi del 2018, l’export italiano in Russia è arrivato a 5,2 milioni di paia, per un valore di 316 milioni di euro, -11,5% rispetto allo stesso periodo del 2017 – e quindi una piazza sulla quale le imprese italiane continuano ad investire. Obuv per loro è un momento imprescindibile di incontro coi partner di ogni regione della Russia e dei paesi della CIS: 130 aziende italiane su un totale di 200 aziende provenienti da 13 diverse nazionalità hanno preso parte all’evento incontrando circa 12mila visitatori, numeri sullo stesso livello rispetto alle precedenti edizioni.

Ad affiancare l’attività delle aziende italiane, l’azione di ICE Agenzia che ha predisposto incoming di buyer dalle diverse regioni russe e ha proseguito la mappatura del retail delle 12 principali città del paese. Una occasione importante di networking in fiera è stata anche l’organizzazione di un light lunch, un momento di aggregazione tra aziende e buyer russi.

L’opinione dei protagonisti dell’evento

Abbiamo contattato alcuni degli espositori storici d Obuv per chiedere il loro punto di vista sull’andamento di questa edizione. Ecco cosa ci hanno detto…

 

obuv-_mg_6629b-w_opt“Abbiamo registrato un leggero calo rispetto alle scorse edizioni – commenta Giovanni Fabiani, titolare dell’omonimo brand – a pesare sull’andamento è la situazione di mercato, che oggi è saturo, ma anche il clima di incertezza conseguente la prossima introduzione delle nuove normative doganali. Il risultato è stato un certo attendismo da parte dei clienti russi. Differente, invece, la situazione con i mercati confinanti con la Russia, che invece si sono dimostrati più performanti: il Kazakistan e soprattutto l’Ucraina, che sta uscendo dalla crisi ed è decisamente in aumento”.

 

obuv-img-20180925-wa0007“In vent’anni di Obuv ne abbiamo viste e sentite di tutte…. – commenta Loredano Corvaro, responsabile commerciale estero di Vittorio Virgili – Ci siamo preparati all’ultima edizione senza grandi aspettative: sapevamo che non sarebbe stata un’edizione risolutiva, visto l’andamento di Micam. E infatti c’è stata una minore affluenza e abbiamo incontrato pochi clienti, tutti con i soliti problemi… d’altronde il sell out è in calo ovunque e in Russia non fa differenza. L’Obuv delle ultime stagioni è una tipologia di fiera dove si lavora sui clienti già acquisiti, non si fanno nuovi contatti. Essendo una fiera di fine stagione, restano solo i clienti minori”.

 

obuv-fabi-roberta-menatta“L’ultima edizione di Obuv è stata strana – dichiara Roberta Menatta, responsabile per il mercato russo di Fabi – prima della partenza non ci aspettavamo un grande risultato, ma alla fine siamo riusciti a chiudere al di sopra delle aspettative. I nostri clienti tradizionali hanno piazzato i loro ordini ma con quantitativi minori rispetto al passato, però abbiamo compensato con il rientro di vecchi clienti che non vedevamo da qualche stagione. Quindi, tirate le somme, siamo soddisfatti di quello che abbiamo portato a casa. Certo siamo lontanissimi dai risultati delle stagioni pre-crisi, ma per quello che è il mercato oggi, è andata bene”.