In pratica, una quota pari al 3,3% del commercio mondiale è da imputarsi ai falsi. Una crescita importante dal 2013, anno delle presentazione dell’ultimo report, quando il commercio dei falsi era stimato al 2,5% del commercio globale, per un valore di 461 miliardi di dollari.
Nella UE la quota dei falsi sul totale dei beni importati ammonta al 6,8%, per un valore di 121 miliardi di euro (nel 2013 era al 5%, a quota 85 miliardi di euro). Bisogna notare però che i questo dato si riferisce unicamente ai sequestri effettuati e non comprende i beni contraffatti prodotti all’interno dell’UE, così come i contenuti pirata digitali su internet.
La contraffazione e le merci pirata seguono delle rotte complesse, che spesso passano attraverso le Free Trade Zones. Sempre più spesso le merci contraffatte sono spedite in piccoli quantitativi, via posta o corriere espresso: modalità tipiche del commercio on line che presentano due aspetti particolarmente interessanti per i criminali. Prima di tutto, sono difficilmente intercettabili, in seconda istanza, minimizzerebbero il rischio di sanzioni.
Tra i paesi che piratano di più, la Cina ed Hong Kong restano le prime in classifica come nel caso del report precedente. Va detto però che nel caso della Cina le quote sono in diminuzione, mentre per Hong Kong sono cresciute. Seguono Turchia ed Emirati Arabi. Tra le destinazioni, invece, Usa, Francia, Svizzera, Italia, Germania, Giappone, Corea del Sud e UK sono gli stati più colpiti dal fenomeno contraffazione.
Lo studio riporta anche il caso italiano con le stime dei costi del mercato dei falsi nel 2016, a cui sarebbe imputabile la perdita di 88mila posti di lavoro, la una perdita di gettito fiscale pari a 10,3 miliardi di euro, l’equivalente del 3,2% delle tasse sul valore aggiunto, oppure dello 0,62% del Pil nazionale.
Quali sono i beni a rischio contraffazione? Tutti quelli che sono protetti da un marchio, da brevetto, diritto di design o copyright, ognuno di questi quattro diritti di proprietà intellettuale sono colpiti dal fenomeno. I prodotti più contraffatti sono le calzature (stando ai sequestri), seguite da abbigliamento e macchinari, e beni di lusso. Il 24% del valore totale di prodotti sequestrati riferenti a proprietà intellettuali contraffatte sono state registrate in Usa, Francia e Italia.
Chi compera i beni sequestrati? Nel 58,5% dei casi si tratta di qualcuno che è consapevole di acquistare un prodotto falso: lo fa perché può difficilmente accedere all’originale, ma anche solo per il brivido di compiere un’azione illegale. Resta un 41,5% di consumatori inconsapevoli, che sono vittime della frode.