E se le frontiere fossero state spostate all’improvviso? E se non fosse davvero più così necessario andare sempre più ad est per vendere? Se la frontiera fosse tornata ad essere quella dell’Ovest?

Non così in fretta, ma qualcosa sta cambiando. La decisione del Parlamento Europeo che ad ampia maggioranza ha deciso per la approvazione del made in lo scorso aprile apre nuovi scenari. Certo la battaglia al Consiglio Europeo sarà ancora durissima ma uno spiraglio si intravede. Il semestre di presidenza della UE affidato all’Italia a a partire da luglio costituisce una occasione d’oro. Se il Governo porrà il made in in cima al lista delle proprie priorità politiche, ovviamente. Cosa significherebbe? Un aumento della produzione in Europa certo ma anche un maggiore consumo di prodotti europei, non in un’ottica di “buy European” – non siamo Americani! – ma di acquisto consapevole, European style. Qualcuno prevede anche una crescita fino al 20% di consumo di prodotti europei. Il fatto è che i primi due mercati al mondo per i calzaturieri italiani restano Francia e Germania ma la medaglia di bronzo, gli USA, si sono rafforzati nel 2013 e nei due primi mesi del 2014, l’esportazione italiana è cresciuta di un altro  18%.

Anche Canada + 12,7 e Regno Unito + 15,2% danno buoni segnali. Scende , proprio del 15,2% la Russia, l’Ucraina ha per ovvie ragioni tante incertezze, il Kazakhstan è in rapido declino.  I mercati russofoni che per anni hanno costituito una valvola di sfogo per tante nostre imprese anche di minore dimensione stanno cambiando e non in meglio. Quindi? Quindi o si ha il fiato lungo per intraprendere la lunga marcia cinese approdo del futuro o vanno riaperti i libri di inglese (ma anche di diritto, di marketing e di finanza) e ci si rivolge a quel mondo anglosassone (Germania da sempre secondo mercato) un po’ snobbato e dimenticato. Certo bisognerà lasciare da parte per un po’ le strette di mano calorose, le cene in bei locali e il rapporto personale per passare al più freddo e professionale mondo di manager e avvocati che vincono in quei paesi. Un po’ meno simpatici latini un po’ più distaccati professionisti da “business as usual”.

Saremo capaci di farlo?