E’ l’appello del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, all’assemblea di ASSOCALZATURIFICI del 4 giugno scorso. Intanto il settore registra un’ulteriore flessione del mercato interno, compensata da un aumento del 5,3% delle esportazioni

Cleto Sagripanti
Cleto Sagripanti

Un momento di riflessione sulle attività passate, ma soprattutto una dichiarazione di impegno verso il futuro, il senso del messaggio del presidente Cleto Sagripanti all’assemblea di Assocalzaturifici (ex ANCI) svoltasi il 4 giugno scorso a Milano.

In questa fase così complessa – ha detto l’imprenditore marchigiano, riconfermato alla presidenza per il prossimo biennio – abbiamo deciso di scommettere su noi stessi, di puntare su un’associazione 2.0 capace di non perdere il radicamento con il passato, ma anche di proiettarsi nel futuro. La nostra associazione è oggi in prima linea su molti fronti, tra questi la lotta alla contraffazione, la battaglia a favore dell’etichettatura di origine obbligatoria e il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese calzaturiere

Tra i successi più recenti, Sagripanti ha ricordato il felice debutto di TheMICAM Shanghai «che rappresenta un punto di non ritorno per il percorso di internazionalizzazione della fiera», ma anche la costituzione del Polo Tecnologico Calzaturiero a Vigevano di rilevanza internazionale, la piattaforma digitale “I Love Italian Shoes” e il nuovo Centro Studi dell’associazione, che di recente si è data un nuovo statuto oltre ad aver cambiato denominazione.

Rispetto alla politica e alle difficoltà persistenti sul mercato interno, il presidente di Assocalzaturifici ha fatto sue le ricette già annunciate da tempo da Confindustria, tra cui l’alleggerimento della pressione fiscale eccessiva, la necessità di iniettare liquidità nel sistema e la modernizzazione della pubblica amministrazione. Temi che sono stati rilanciati dallo stesso presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che nel suo apprezzato intervento ha ribadito l’urgenza di scongiurare il rischio di deindustrializzazione nel nostro Paese.

Occorre ripartire dall’industria e dai suoi valori per mettere il Paese in condizione di crescere, riportando la sua quota di PIL dal 17 al 20% del totale

ha ribadito Squinzi.

Giorgio Squinzi
Giorgio Squinzi

Per fermare il declino occorre investire su serie politiche industriali, sull’innovazione e sui giovani, più che su incentivi settoriali come quelli concessi recentemente all’industria del mobile.
Una maggiore attenzione ai giovani è il messaggio che ha lanciato anche Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, che ha invitato gli imprenditori calzaturieri ad aprire le porte ai giovani creativi perchè la ricerca e la creatività sono il vero motore del made in Italy.

Di made in Italy, o meglio della legge sull’etichettatura di origine, ancora in stallo a Bruxelles per l’opposizione di alcuni paesi del NordEuropa, ha invece parlato Cristiana Muscardini, vice presidente Commissione Commercio internazionale al Parlamento Europeo. L’europarlamentare ha invitato l’associazione dei calzaturieri e Confindustria ad esercitare le pressioni necessarie affinché il provvedimento possa essere votato il prossimo dicembre e non, come invece sembra prospettarsi, a marzo 2014 perchè in quel caso il tema del “made in” diventerebbe oggetto di marketing elettorale essendo previste a maggio le elezioni europee.

Quanto alla congiuntura, dopo un 2012 difficile, anche nei mesi iniziali del 2013 hanno trovato conferma le dinamiche che avevano caratterizzato il trend del settore lo scorso anno: una marcata contrazione dei consumi interni (-7,2%) con una conseguente flessione delle importazioni (-2,9%), accompagnata da una crescita delle esportazioni (+5,3%) trainata dai mercati extra-comunitari.