Classe 1972, Maurizio Fugatti è nato a Bussolengo. Marito e padre di due figli, dopo aver conseguito il diploma di perito agrario, con specializzazione enologica, si laurea in Scienze Politiche all'Università degli studi di Bologna. E' iscritto all'albo dei dottori commercialisti e revisori contabili.

Nel 2005 diventa segretario della Lega Nord Trentino e consigliere comunale ad Avio, dove ha iniziato la carriera politica. Eletto alla Camera dei Deputati nel 2006, è stato Onorevole durante la XV e XVI legislatura fino al 2013, svolgendo il ruolo di vice capogruppo alla Camera dei Deputati e capogruppo della Commissione Finanze. Rieletto nella XVIII legislatura, ha ricoperto la carica di sottosegretario di Stato per la Salute dal 13 giugno 2018 nel Governo Conte, fino alla sua elezione a presidente della Provincia Autonoma di Trento nell'ottobre del 2018. Oggi rilascia un'intervista esclusiva a Fotoshoe, per raccontare come la Provincia di Trento sta affrontando la ripartenza.



– Quali sfide si trovano ad affrontare i settori trentini del commercio e dell'artigianato al termine della fase acuta dell'emergenza Coronavirus? Quali azioni ha intrapreso la Provincia Autonoma di Trento per sostenerli?


Innanzitutto, lo scorso 10 maggio è stata approvata la legge 3, contenente tutta una serie di misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e ai settori economici. Abbiamo impegnato risorse per complessivi 150 milioni di euro, a cui si aggiunge il rifinanziamento del Protocollo siglato con il sistema bancario per garantire l’accesso al credito, con 250 milioni di euro che si sommano ai 250 già stanziati, e l’intervento di sospensione del pagamento dell’Imis, e delle altre tasse locali, per 175 milioni. In tutto la Provincia mobilita un totale di 825 milioni circa per superare questo momento particolarmente difficile. L’11 giugno è partita inoltre la fase di raccolta delle domande di contributo a fondo perduto da parte degli operatori economici – parliamo di pmi fino a 11 addetti – danneggiati  in maniera grave dalla pandemia di Covid-19. Lo stanziamento di risorse è di circa 90 milioni per l’anno 2020, a vantaggio di 27.000 operatori economici potenzialmente interessati, più un aiuto ulteriore per chi ha sostenuto canoni di affitto o locazione. Ma sostenere commercio e artigianato non significa solo fornire aiuti economici. E’ altrettanto importante dare fiducia a chi torna ad aprire, creare le condizioni affinché possa farlo in sicurezza, appoggiare gli sforzi degli enti locali e le iniziative delle associazioni di categoria, promuovere il ritorno del turismo. Lavorare, insomma, per una riapertura “piena”, che coniughi salute, lavoro, soddisfazione dei bisogni dei cittadini.



– Il Trentino, con le sue città d'arte, la montagna e l'Alto Garda, vive di turismo. Nel clima di incertezza attuale, quali misure di sostegno sta adottando la Provincia per richiamare i turisti e garantire la stagione estiva? 


E’ indispensabile avere protocolli di sicurezza chiari, per tutti i settori interessati e promuovere una nuova cultura dell’accoglienza fra gli operatori, chiamati a dare alla clientela risposte diverse rispetto al passato, in particolare ovviamente sul piano della sicurezza e della sanificazione. Stiamo lavorando in entrambe le direzioni, mentre sono partite con Trentino Marketing le iniziative di promozione della stagione estiva. Abbiamo anche lavorato al fine di modificare la percezione che alcuni Paesi per noi molto importanti, come l’Austria, avevano in questa fase dell’Italia, e anche del Trentino. La situazione sta gradualmente tornando nella “normalità”, compatibilmente con l’esigenza, che dobbiamo avere sempre presente, di non abbassare la guardia per non dover fronteggiare un domani un ritorno del virus.


– In particolare, e con un respiro di medio-lungo termine, quali sono gli interventi previsti in modo specifico per l'Alto Garda? 


Anche per questo territorio si pone la sfida della riforma del settore turistico. E’ una sfida che fa perno sul coaching, ossia l'accompagnamento di tutti gli operatori del settore, per far sì che nessuno rimanga indietro rispetto ai cambiamenti che si stanno rendendo necessari. L’APT, in questo senso, ha di fronte a sé nuove responsabilità. Con la riforma nascono inoltre quattro nuove Aree territoriali: una di esse è l’Area Garda Trentino. Ad ogni Area corrisponde un’Agenzia territoriale, soggetto a cui spetterà l’ideazione e la costruzione del prodotto turistico interambito nelle rispettive aree. L’obiettivo della riforma è il superamento di una visione ancora in parte ancorata ai confini territoriali e avvicinarsi alla visione del turista, che abbraccia l’intero Trentino;  per il Garda in particolare, basti pensare qui alle sinergie fra il lago e le vicine Dolomiti, o fra turismo naturalistico, sportivo e balneare e turismo culturale, guardando anche alla Vallagarina, al Mart, ai castelli. Infine, un nuovo strumento a supporto del settore, la Piattaforma digitale, Trentino guest platform, che mette al centro, di nuovo, il turista.


– In vista della prossima ripartenza del settore fieristico-congressuale, che ha in Riva del Garda Fierecongressi il suo punto di eccellenza, quali azioni sta intraprendendo la Provincia per prepararsi alla riapertura delle attività?


Riva del Garda è uno dei gioielli del turismo trentino, un turismo che parla agli amanti dell’ambiente, della vacanza attiva, della vela, della buona cucina. Ma il settore fieristico rappresenta decisamente un ulteriore valore aggiunto. Riva del Garda Fierecongressi è una delle prime vetrine del gusto e della moda italiane che incontriamo Oltrebrennero, e al tempo stesso un polo aperto al resto del mondo. Noi ci crediamo e vogliamo fare di tutto per far sì che possa tornare ad operare a pieno regime. Non ci nascondiamo che il settore fieristico e congressuale è uno dei quelli più delicati nella Fase 2 della pandemia. Il primo dovere che abbiamo è quello di ascoltare la nostra Apss ed in generale le indicazioni degli esperti.  L’impegno che ci siamo assunti è quello di far sì che si possa ripartire presto e bene e siamo sicuri che con i dovuti accorgimenti questo è possibile. 


– La ripartenza rappresenta anche una opportunità per ripensare i vecchi modelli e affermarne di nuovi, più focalizzati su digitalizzazione e sostenibilità: quali esperienze di questo tipo stanno emergendo sul vostro territorio? 


Il digitale è stato il protagonista della Fase 1, anche nella pubblica amministrazione. Nei settori del commercio e del turismo, d’altra parte, le nuove tecnologie hanno fatto il loro ingresso da tempo. Noi pensiamo che questa situazione possa offrire l’opportunità di percorrere qualche strada nuova, ad esempio, sul fronte del commercio, potenziando il commercio on-line dei prodotti trentini, anche con una piattaforma dedicata. Per il turismo abbiamo già detto che la legge prevede delle novità, ma ci tengo ad aggiungere che oltre a disporre di nuovi strumenti dobbiamo insistere di più sulla formazione. Il marketing digitale è uno strumento sempre più sofisticato e bisogna utilizzarlo nella maniera migliore. 


Osservando la sua Provincia in questi mesi difficili, cosa le è piaciuto e cosa l’ha positivamente colpita?


In questi mesi sono stato colpito dalla maturità dei trentini. In generale, tutti si sono resi conto della gravità della situazione e si sono comportanti di conseguenza. A volte ho dovuto richiamare la popolazione al rispetto delle regole, perché anche questo è stato un compito che le istituzioni hanno dovuto assumersi, in una circostanza così inedita e così drammatica, anche a costo di generare qualche antipatia. Ma, ripeto, la verità è che nella generalità dei casi i trentini hanno manifestato ragionevolezza, attitudine alla collaborazione, spirito di sacrificio. Ora però dobbiamo metterci lo stesso impegno per ripartire. Il Trentino, grazie anche alla sua Autonomia, ha tutti i “numeri” per farlo.