L’Associazione Federale dell’Industria Calzaturiera e della Pelletteria Tedesca registra che nel settore calzaturiero tedesco, continua il percorso di ripresa affermatosi post pandemia. Il livello di “prima del Covid-19”, però, non è ancora stato pienamente raggiunto e ci si chiede se e quando si tornerà a una condizione chiara e forte di ripresa delle vendite, di importazioni ed esportazioni.

I buoni risultati del mercato sono offuscati dall’incertezza della guerra in Europa, dall’inflazione ancora elevata nel settore manifatturiero e nei prezzi al consumo. L’Ucraina, che sta soffrendo molto a causa dell’aggressione russa, e la Brexit continuano a indebolire il commercio con altri Paesi. Ciononostante, il settore guarda al futuro con cauto ottimismo, anche grazie a occasioni come SHOES Düsseldorf – un importante indicatore dell’umore dell’industria e del commercio al dettaglio.

Dalle indagini condotte sulla situazione economica e sullo stato d’animo generale degli attori dell’industria calzaturiera tedesca, sono emerse varie preoccupazioni. La carenza di lavoratori qualificati mette le aziende alla continua ricerca di specialisti in tutti i settori, ad esempio per i reparti tecnici e commerciali. La produzione di calzature richiede, infatti, conoscenze specialistiche nella scienza dei materiali, nella gestione dei prodotti e nel controllo della qualità. A tutto ciò si aggiunge la nuova legge sulla catena di fornitura e l’aumento dei prezzi dell’energia, che si cerca di compensare con investimenti nell’efficienza energetica e sostenibile.

LA SITUAZIONE DEL FATTURATO E DELL’OCCUPAZIONE

Il fatturato dei calzaturifici tedeschi è aumentato significativamente nel 2022 rispetto al 2021 e dimostra che il mercato ha acquisito slancio e vigore con la fine delle misure dovute alla pandemia. Il fatturato totale è aumentato da 1,99 miliardi di euro nel 2021 a 2,17 miliardi di euro nel 2022, che corrisponde a un aumento delle vendite del 9%.

Le vendite in Germania nel 2022 sono state pari a 1,61 miliardi di euro. Anche le vendite all’estero hanno registrato una leggera ripresa, con una crescita dell’8,9%. Nel 2022 sono state pari a 559,3 milioni di euro mentre nel 2021 erano pari a 513,4 milioni di euro).

Il numero di aziende con 50 o più dipendenti è rimasto stabile a 33 nel 2022. In queste aziende lavorano in media circa 8.200 dipendenti all’anno, rispetto ai 7.600 del 2021. Ciò corrisponde a un aumento del 7,9%. I salari lordi sono leggermente aumentati, anche se in ritardo rispetto all’aumento dei prezzi al consumo.

LA SITUAZIONE DEI PREZZI

Nel gennaio 2023 i prezzi di produzione hanno continuato a salire e dopo un decennio in cui l’andamento dei prezzi è stato molto moderato, per lo più dell’ordine dell’1% annuo, stiamo parlando di un punto di svolta. Nel 2022, l’aumento su base annua è stato del 6%.

Un chiaro aumento medio annuo del 7,9% sull’intero paniere è stato registrato anche nei prezzi al consumo, che risentono principalmente dell’aumento dei costi dell’energia e del personale. Anche in questo caso, l’inflazione si fa sentire e se non ci sarà un’inversione di tendenza, ciò si rifletterà sulla situazione degli ordini in entrata. Pertanto, l’industria rimane cauta nella valutazione di come l’aumento dei prezzi influenzerà il consumo complessivo e l’acquisto di scarpe nel 2023.

LA SITUAZIONE RIGUARDO AL COMMERCIO ESTERO

Nel 2022 sono state esportate dalla Germania calzature per un valore totale di 9,6 miliardi di euro. Nel 2021 il numero era ancora di 8,04 miliardi di euro, il che corrisponde a un aumento del 19,4%. Per quanto riguarda le importazioni, il valore totale è stato di 14,3 miliardi di euro rispetto agli 11,2 miliardi di euro del 2021. Si tratta di un aumento del 27,7%.

La ripresa del commercio estero è stata particolarmente evidente nella seconda metà del 2022. A partire da luglio dell’anno scorso, i dati relativi alle importazioni e alle esportazioni hanno registrato un’impennata significativa. Nella prima metà dell’anno sono state esportate 175,2 milioni di paia di scarpe per un valore complessivo di 4,2 miliardi di euro, mentre nella seconda metà dell’anno sono stati esportati 225,75 milioni di paia di scarpe per un valore di 5,4 miliardi di euro. Un quadro simile emerge per le importazioni: nel primo semestre del 2022 il valore è stato di 5,8 miliardi di euro, nel secondo di 8,5 miliardi di euro. Si può dire che si nota un rinnovato desiderio dei consumatori di acquistare scarpe, sia sportive che per specifiche occasioni d’uso, oltre che moda. Sembra che, dopo la restrizione causata dalla pandemia, le persone stiano nuovamente investendo più denaro nel fashion.

Segnali positivi anche nell’export. I Paesi limitrofi, Polonia e Francia, sono tradizionalmente i più importanti mercati di vendita per le calzature provenienti dalla Germania. Nel 2021 sono state esportate in Francia calzature per un valore di 926,2 milioni di euro, mentre nel 2022 la cifra ha superato il miliardo di euro. Il valore delle esportazioni verso la Polonia è stato addirittura di circa 1,3 miliardi di euro (2021: 1,08 miliardi di euro). Ciò corrisponde a un aumento del 20,4%. D’altra parte, il commercio con il Regno Unito, anche a causa della Brexit, sta diminuendo in modo significativo. Mentre nel 2021 sono state esportate scarpe per un valore di 37 milioni di euro, nel 2022 il valore è stato solo di circa 20 milioni di euro.

L’Italia rimane il più importante Paese europeo da cui la Germania importa calzature, con un valore totale di circa 1,3 miliardi di euro. Guardando fuori dell’Europa, questo ruolo è ricoperto dalla Cina: nel 2021, il valore totale delle scarpe importate era di 2,7 miliardi di euro, nel 2022 era già di 3,9 miliardi, il che corrisponde a un aumento del 44%. Al secondo posto c’è il Vietnam, che da tempo è un partner commerciale importante per l’industria calzaturiera tedesca. l’India d’altro canto sta diventando un partner commerciale sempre più importante per le importazioni calzaturiere.

PROSPETTIVE FUTURE

Per il 2023 si prevedono impulsi di crescita sia per le vendite che per le importazioni e le esportazioni. Grazie alla diminuzione delle restrizioni dovute alla pandemia e all’ulteriore diminuzione dei rischi di inflazione, l’industria spera in un’ulteriore ripresa nel corso del 2023.

Tuttavia, le numerose normative già attuate o annunciate a Bruxelles e Berlino stanno appesantendo l’industria calzaturiera tedesca con ulteriore burocrazia. Nuovi requisiti nella catena di fornitura o nell’etichettatura dei prodotti impegnano anche i produttori di calzature e pelletteria. Ciò comporta un aumento della documentazione e dei costi.

La ripresa potrà essere completa e duratura solo se un punto di svolta sarà rappresentato dalla conclusione di nuovi accordi di libero scambio e dalla richiesta di sforzi per dare maggior sollievo e sostegno alle sfide dell’industria.