Una parabola di successo quella di Steve Madden: l'imprenditore e designer pluripremiato ha iniziato la strada nel business della calzatura nel 1990, con soli 1.100 dollari in banca e il suo intuito che gli diceva di puntare ad anticipare le esigenze dei consumatori e fornire collezioni d'avanguardia ma allo stesso tempo vendibili. Una formula che si è rivelata vincente: oggi il marchio Steve Madden vale 3 miliardi di dollari, con 350 store nel mondo, l'acquisizione di marchi importanti come BB Dakota, Betsey Johnson e GREATS (per citarne alcuni), straordinarie collaborazioni con le star, e continua a puntare su nuovi traguardi.

Prendendo spunto dalla pubblicazione dell'autobiografia “The Cobbler” (il ciabattino), Matteo Pasca, Ceo di Edizioni AF, casa editrice B2B italiana leader per la calzatura, borsa e conceria, di cui fa parte anche Fotoshoe, e direttore generale di Arsutoria School, la prestigiosa scuola di design di Milano, svela nell'intervista che segue un ritratto personale di Steve Madden, la sua visione sul prodotto e il mercato.

La sua è una storia sulle seconde opportunità, ce ne vuole parlare?

Nessuno mi avrebbe mai dato un centesimo da giovane. La mia fortuna è stata quella di aver lavorato prestissimo in un negozio di scarpe: anche attraverso la foschia delle droghe e dell'alcol dei miei vent’anni, la passione per il business della scarpa mi è sempre restato addosso. In ognuno di noi c'è una parte di buono e di cattivo: io mi devo impegnare ogni giorno, perché il mio istinto non è sempre buono. Devo ingaggiare una lotta continua per essere una persona migliore.

Anche un migliore leader?

Sono sempre stato convinto che ci volesse una forte leadership per condurre l'azienda, la compagnia ne aveva bisogno in passato, ma oggi siamo entrati in una fase le mie abilità rivestono una minore importanza e posso contare su fantastico management.

Come riesce a catturare i trend e allo stesso tempo presentare una calzatura al giusto prezzo?

E' una corsa strenua nel cercare di avere il prodotto più popolare, alla ricerca del risultato: ecco quello che facciamo con il nostro team di esperti. Per noi è una vera ossessione. Dal punto di vista pratico, oltre al talento, facciamo dei test nei nostri punti vendita per ottenere le reazioni del pubblico. Anche il timing è una parte importante di questa equazione.

I trend sono local o global?

Quando ero giovane andavo in Italia alle fiere del settore per prendere spunto dagli stili delle proposte d'avanguardia dei designer italiani. Ricordo che andavo a Civitanova Marche, a San Mauro Pascoli, a Rimini per cercare la giusta calzatura. Oggi internet ha omologato il pronto moda, rendendolo uguale ovunque.

Anche se in America andiamo letteralmente fuori di testa per i designer brands come Balenciaga, Gucci, per nomi come Golden Goose che è molto “hot” in questo momento o Gianvito Rossi…. la moda giovane è comunque la stessa in ogni parte del mondo.

Ha annunciato di voler essere un leader nella sostenibilità del prodotto: in quale modo?

In un mondo che sta diventando sempre più green e dove le tematiche sociali sono sempre più importanti, vogliamo fare la nostra parte. La sostenibilità per noi significa: usare materiali riciclabili, fare meno scarti, promuovere più sane condizioni di lavoro.

Tuttavia, sono nel business per produrre delle scarpe di tendenza e al prezzo giusto. Quindi, anche se voglio lasciare una minore impronta ambientale, ci vuole un giusto bilanciamento tra le due istanze.

In ogni caso, ci stiamo muovendo rapidamente in questa direzione, anche sprinti dalla pressione che stanno esercitando in questo senso i retailer.

Quale sarà il retail del futuro?

Senza dubbio il brick & mortar sarà meno centrale domani rispetto al passato, con meno negozi a favore della crescita del commercio on-line, ma questo non significa che il retail fisico scomparirà. Anzi, nel giro di un paio d'anni, quando la situazione sarà tornata alla normalità, con tutta probabilità le persone vorranno vivere nuovamente un'esperienza di acquisto diretta e torneranno ad acquistare in negozio.

Matteo Pasca