Fondato nel 2000 dal gallerista scandinavo Frans Truelsen, come marchio di cashmere di nicchia, la vera svolta per Ganni arriva nel 2009 quando Ditte Reffsturp e il marito Nicolaj rilevano il brand, cambiando la direzione e l'estetica delle collezioni, trasformandolo in quello che oggi conosciamo, una delle realtà total look più rilevanti per gli addetti ai lavori, trendsetter e fashioniste.
L'utilizzo di una palette brillante, le stampe audaci, gli abitini facili da indossare, il tailoring ricercato ma portabilissimo, l'invito al mix & match e agli abbinamenti liberi rompono i dogmi del tradizionale minimalismo scandinavo e danno spazio alla personalità di ognuna, ai contrasti e alla sperimentazione.
Nel tempo, il brand di Copenhagen ha collezioni dai capi seasonless sempre freschi e divertenti e ha saputo alimentare il desiderio delle sue follower mettendo in vendita una serie sempre molto limitata di pezzi best seller. Le #gannigirls piano piano si sono guadagnate un hashtag e sono diventate una community: indossano abiti e accessori del brand, ma lo fanno sempre secondo un gusto e uno styling molto liberi e personali.
Il brand è guidato oggi da un CEO italiano, Andrea Baldo, ex di Coccinelle, che nel 2018 ha preso il posto di Nicolaj Reffstrup, che ora in azienda si occupa interamente di sostenibilità: la collezione ss21 infatti è realizzata al 70% in maniera "green".
Parallelamente alla sua filosofia "conscious" e al suo immaginario estetico irriverente, Ganni ha sviluppato anche una innovativa strategia di marketing che ha saputo utilizzare al meglio i social, le it-girl e lo street style, facendone le leve determinanti del proprio piano di espansione, attraverso eventi, party e lanci speciali e, così facendo, alimentando il tam tam virale, la richiesta e il desiderio a livello internazionale. Tanto che oggi il marchio vanta una crescita esponenziale con introiti da capogiro e una serie di nuove aperture di boutique in programma in tutto il mondo, sicuramente in grado di accrescerne ulteriormente l'hype.