Che cosa ha comportato questo periodo di lockdown per una realtà grande e articolata come la vostra, che opera sia sul fronte della produzione, che su quello della distribuzione?

In prima battuta, il lockdown ha comportato delle grandi difficoltà a livello di logistica per le consegne in quasi tutti i paesi, e poi naturalmente le chiusure forzate hanno determinato, per la distribuzione e sul fronte della produzione, un calo degli ordini dei riassortimenti estivi. A tutto questo si aggiungono le numerose e complesse attività legate ai protocolli di sicurezza e al distanziamento sociale, che è stato necessario mettere in atto sia in azienda, sia sui punti vendita.

Quali strategie avete adottato per rispondere alle nuove esigenze legate alla ripresa delle attività dopo l’emergenza Covid (sia sul fronte produttivo, che distribuivo)?

 Prima di tutto abbiamo assicurato il puntuale approvvigionamento dei materiali per riprendere il prima possibile la produzione dopo la riapertura. Sul fronte dei nostri clienti, invece, abbiamo messo a loro disposizione importanti misure di aiuto e di supporto alle vendite che abbiamo chiamato ‘Corona-package’, che sono state recepite con grande soddisfazione dai nostri partner. Si tratta di un pacchetto di supporto sviluppato in dieci punti che si concentra principalmente sulla messa a disposizione di una maggiore liquidità e su entrare dirette per i nostri partner commerciali. Uno dei punti cruciali è, infatti, l'ulteriore "sconto del 10% sull'assistenza immediata", che sarà applicato a tutti i prodotti estivi ancora da consegnare, nonché a tutti gli ordini di follow-up estivi, che mira ad offrire maggiori margini di guadagno ai nostri partner. 

 Quali sono le difficoltà maggiori che vi trovate ad affrontare in questo momento, ma anche quali opportunità ritiene che questa situazione abbia creato?

Le nostre maggiori preoccupazioni sono oggi per i nostri clienti – i negozi al dettaglio -, ai quali mancano incassi per sei e più settimane, a seconda dei Paesi, cui si aggiungono i ritardi nell’erogazione dei sussidi da parte dei Governi, che causano una situazione di grave difficoltà economica e mancanza di cash flow. Ritengo che le opportunità future dipenderanno proprio dallo stato di salute della distribuzione al dettaglio e dalle disponibilità di spesa dei consumatori finali. Per quanto ci riguarda, stiamo accelerando i nostri progetti di crescita e sviluppo, soprattutto nell’ambito del digitale, per far fronte in maniera ottimale alle nuove richieste del mercato globale.

Pensa che il periodo che stiamo vivendo abbia modificato le abitudini d’acquisto dei consumatori e i prodotti che desiderano comprare?

Certamente sì. Personalmente ritengo che sarà cruciale nel prossimo futuro capire come sono cambiate le abitudini dei consumatori a seguito della pandemia e del periodo di lockdown e quale sia il giusto canale di distribuzione per rispondere a questi nuovi bisogni.

 In che modo vi siete organizzati per rispondere a questi cambiamenti?

Stiamo lavorando sull’implementazione e sull’ottimizzazione degli strumenti messi a disposizione dei nostri partner affinché questi possano agire al meglio nell’ambito dell’onmicanalità.

 Ritiene che nell’era post Covid debbano essere ripensati i tempi del sistema moda (presentazione collezioni, saldi, riassortimenti)?

Sicuramente, basti considerare le dichiarazioni recenti di grandi nomi del mondo della moda che hanno a più voci manifestato l’esigenza di avvicinare le presentazioni delle collezioni ai tempi reali di ‘consumo’ del prodotto.

 Come pensa  che cambierà la politica dei prezzi?

In linea di massima ci sarà sempre un’offerta diversificata di prezzi e di tipologia di prodotto, ma la tendenza generale va oggi verso una crescita nella richiesta di prodotti di maggiore qualità e sostenibilità ambientale a discapito dei prodotti di massa a basso prezzo.

 Quale ruolo pensa debbano avere le fiere di settore nel prossimo futuro?

Le  esperienze degli ultimi mesi hanno senza dubbio accelerato i processo di interscambio digitale e le vendite online, ma sono convinto che il contatto umano diretto sarà sempre necessario per mantenere e coltivare i rapporti interpersonali e di business. Per questo motivo alcune fiere di settore manterranno un ruolo chiave anche nel futuro, anche se cambierà con tutta probabilità la loro funzione sempre più orientata sulle pubbliche relazioni e gli interscambi personali. Ci saranno probabilmente poche fiere, ma buone.