Un percorso di scoperta, passione e tenacia è alla base del successo della Relaxshoe Srl, azienda veronese che con le sue calzature confort e casual che guardano anche allo stile, ha conquistato i mercati internazionali. La sua storia affonda le radici negli anni Sessanta, quando Gianfranco Modenese crea la commerciale Modenese Srl Creazioni Luca Shoe e la fa crescere sino a diventare una delle aziende leader in Italia nell'esportazione di calzature confort e benessere, di stivali e sandali di plastica in mercati come la Germania, la Scandinavia e gli Emirati Arabi. Forte di questa esperienza, Gianfranco Modenese sposa il progetto Relaxshoe nel 1984 dando vita alla prima collezione di calzature woman confort: è solo la prima tappa della storia di successo di un marchio che conquisterà i mercati internazionali. L'anno successivo, affianca al marchio Relaxshoe anche Galmod Srl, che si specializza nella produzione di calzature in plastica ad iniezione e diviene in pochi anni una realtà importante del private label, vantando importanti collaborazioni con noti marchi internazionali grazie all'offerta flessibile, improntata all'innovazione e evoluzione nella ricerca di materiali, forme e colori.
Signor Modenese, quali sono le caratteristiche delle calzature Relaxshoe e Galmod?
“Per quanto riguarda la produzione di articoli in pelle, destinati alla donna, ci preoccupiamo principalmente di realizzare calzature comode, che tengano conto della moda. Per quanto riguarda invece la produzione di stivaletti da pioggia, doposci e zoccoli da giardino per uomo, donna e bambino, puntiamo invece a presentare articoli con colori vivaci e attuali”.
La sostenibilità è uno dei valori cardine della proposta di Relaxshoe, come si esplicita?
“Sul piano energetico siamo green al 100% in Italia: gli stabilimenti in Italia sono alimentati dal nostro impianto fotovoltaico di 100 Kwh e, per il restante fabbisogno, con l'acquisto di energia Green. L'isolamento termico di uffici e capannoni e l'utilizzo di luci led ci permette di ridurre i consumi energetici che, negli stabilimenti in Bosnia, si abbassano ulteriormente grazie alla adozione di un nuovo impianto di refrigerazione e di macchinari ad iniezione di ultima generazione.
Nel 2020, per compensare le emissioni di CO2 della nostra attività, abbiamo acquistato i Crediti di Carbonio che ci hanno permesso di finanziare un parco eolico in Turchia e la riforestazione in Tanzania. Abbiamo poi promosso la campagna di sensibilizzazione “Love our planet” con il decalogo delle azioni che si possono compiere per ridurre la propria impronta di CO2.
Come ha impattato la pandemia sulla vostra attività e sul giro di affari?
“Come tutti, abbiamo avuto un calo di vendite consistente, circa del -23%. Percentuale che, senza il supporto del canale digitale, sarebbe stata più alta. In questi mesi difficili, il digitale è stato uno strumento fondamentale per continuare a restare vicini ai nostri clienti e sottoporre loro le nuove proposte. Inoltre, nei periodi di lockdown, con i negozi chiusi e le vendite bloccate, il nostro e-commerce ci ha permesso di continuare a lavorare, raccogliendo risultati positivi che sono frutto di quanto abbiamo seminato nel passato.
La pandemia ha influito anche sulla catena di approvvigionamento, e abbiamo assistito a rallentamenti nelle consegne e a un consistente aumento del costo delle materie prime”.
Per effetto della pandemia, i consumatori si stanno spostando sempre più verso prodotti confort: credete che questo trend influirà sulle vostre vendite?
“Durante la pandemia questo trend non ha avvantaggiato le calzature confort, bensì le calzature da casa che noi produciamo in misura molto limitata e solo per la stagione estiva. Credo che nel futuro il driver di crescita della calzatura confort e benessere sarà piuttosto guidato dall'invecchiamento demografico: le persone tra i 50 e 60 anni sono attente a comperare calzature che siano comode da indossare. Se poi rispecchiano i trend di moda, come il nostro prodotto, c'è una maggiore propensione all'acquisto e si allarga anche il target della clientela, comprendendo altre fasce di età”.
Come vi state preparando per la ripresa e qual è la sua visione del futuro del mercato della calzatura?
“Sappiamo che la sfida che ci attende nei prossimi mesi sarà ardua. Ritengo che in un primo momento il mercato si orienterà ad esaurire le scorte di magazzino – milioni di paia invendute – e comprerà pochi articoli nuovi, solo per avere un richiamo nelle vetrine. In un secondo momento, sempre se la campagna vaccinale darà i suoi risultati, si potrà davvero voltare pagina e tornare progressivamente alla normalità.
Noi siamo abituati a lottare e continueremo a presentare ai nostri clienti proposte mirate e competitive, cercando di rispondere alle richieste del mercato. Per farlo, torneremo un po' alle origini: visitare i clienti per raccogliere sul campo le sensazioni, confrontarsi sulle problematiche, collaborare con loro e trovare assieme soluzioni per crescere. Ovviamente le fiere di settore avranno anche in futuro un ruolo determinante”.