6img-20190627-wa0000In occasione dell’assise di Confindustria Moda, a Milano presso l’Università Bocconi, il 26 giugno 2019, Assocalzaturifici ha tenuto la sua assemblea generale nel corso della quale è stato rinnovato il consiglio direttivo: Annarita Pilotti ha passato il testimone della presidenza a Siro Badon. Contestualmente, sono stati nominati vice presidenti Federico Bartoli di Tiger Flex, Salina Ferretti di Falc, Giovanna Ceolini di Thierry Rabotin, Gianpietro Melchiorri di Gal.Men e Pasquale Della Pia di Dei Mille. E Andrea Brotini di Pakerson è stato nominato probiviro.
Negli articoli a seguire, il saluto di Annarita Pilotti, l’intervista esclusiva a Siro Badon, le linee economiche del settore e lo studio sul ricambio generazionale nelle aziende di settore.

Annarita Piilotti: la “pasionaria” della calzatura ripercorre il suo mandato

Con la stessa passione con la quale ha diretto l’associazione negli ultimi quattro anni, Annarita Pilotti, prima 9-tommaso-cancellara-e-annarita-pilottipresidente donna della storia dell’associazione, ha voluto salutare i colleghi calzaturieri ricordando i momenti salienti del suo mandato. Tra i suoi successi ha voluto menzionare “Il rinnovo del Micam, le nuove date ed il suo restyling; la politica di spending review; il rinnovo del contratto nazionale di lavoro; l’ottenimento della cassa integrazione per il settore; la defiscalizzazione dei campionari; la costituzione del tavolo dell moda e la parte avuta per la nascita di Confindustria Moda, la nuova sede dell’associazione e quella di Cimac; la costituzione di un desk per le attività di lobby a Bruxelles”. Ma non mancano i rimpianti per i risultati mancati come “il made in e le sanzioni contro la Russia”.

Siro Badon: oltre le fiere, una associazione al servizio dell’imprenditore

Siro Badon, a trentacinque anni da Luigino Rossi, riporta in Riviera del Brenta la presidenza di Asocalzaturifici. Ma chi è il nuovo presidente? Padovano, entra nel 1975 nell’azienda di famiglia, il calzaturificio De Robert di Saonara, e nel corso degli anni riveste svariati ruoli, dalla gestione produttiva e amministrativa, al commerciale, aprendo mercati come il Nord Europa e l’Asia. Attività per la quale viene insignito del
premio “Marco Polo” da Unioncamere Veneto nel 2010. Alla vita professionale affianca quella corporativa che lo 4-presidente-siro-badon-2019-2023vede sedere nel consiglio Generale di Confindustria Venezia Rovigo, di NeaFidi, Confindustria Padova, Confindustria Veneto, Politecnico Calzaturiero, e assumere la vice presidenza di Assocalzaturifici con delega alla formazione. Da otto anni è anche presidente di Acrib, Associazione Calzaturieri della Riviera del Brenta.

Con lei la presidenza torna alla Riviera del Brenta, quale significato ha per il suo distretto?
“Come prima cosa è una profonda sodisfazione e la conferma che oggi l’Acrib è una delle territoriali più rinomate del palcoscenico produttivo della calzatura italiana”.
Quali saranno le priorità sulla quali focalizzerà il suo mandato?
“Secondo me l’associazione deve essere vista in maniera un po’ diversa da come la si è vista fino adesso. E’ ben altro che una semplice organizzatrice di fiere. Deve cominiciare a parlare di ecosostenibilità, deve cominciare a parlare di formazione ma a livelli importanti, deve diventare anche una struttura di servizi perché oggi i nostri imprenditori hanno bisogno di andare nel mondo, ma con prerogative completamente diverse. Naturalmente un grosso aiuto bisogna che anche l’imprenditore se lo dia da solo. Perché l’associazionenon ha la bacchetta magica, non è onnipotente. Quello che saremo in grado di fare è orientare, consigliare e supportare l’attività dell’impreditore, siglando accordi e facendo azioni di lobby”.
Continuerà l’impegno con Confindustria Moda…
“Oramai siamo un anello della catena di Confindustria Moda. Lavorando assieme, ognuno prenderà vantaggio di un qualcosa che ha l’altro e viceversa”.
Come raccoglierà la questione del made in?
“Dobbiamo continuare nella battaglia ormai quindicennale. Il discorso del made in è il riconoscimento del prodotto: sappiamo benissimo che politicamente abbiamo dei problemi, e questo è un dato di fatto. Cercheremo tuttavia di portare avanti il discorso, magari trovando un’alternativa, per una specializzazione del prodotto italiano. E proseguiremo l’attività di lobby con i vari soggetti istituzionali, nazionali ed europei”.
Il futuro del Micam?
“E’ la più importante fiera internazionale del mondo, lo era in passato e lo sarà anche in futuro. Ci potranno essere investimenti da parte delle associazioni per abbellirla, per portarla più in alto. E di idee ne abbiamo parecchie. Prima di tutto istituiremo un Comitato Tecnico-Scientifico composto da Rappresentanti di Confindustria Moda, esperti nel mondo fashion, influencer, sociologi, analisti dei consumi di settore ed espositri, che interagisca e dialoghi con la presidenza per rendere sempre più ampia e strategica la partecipazione di aziende e buyer alla manifestazione”.
E sui mercati internazionali?
“Le politiche di internazionalizzazione verranno sostenute e potenziate, in collaborazione con Ice, attraverso missioni promozionali e commerciali, scouting sui mercati e programmi di incoming per far conoscere alla clientela internazionale gli assett del calzaturiero: storia, tradizione, saper fare, ma soprattutto saper vivere, il lifestyle italiano”.

Lineamenti dell’industria calzatuerira: apertura 2019 non esaltante

Dopo un 2018 non esaltante che ha segnato rallentamenti nella produzione (-3,3%) e nell’export (-3,7%) pur con segno positivo nei valori, il 2019 per il settore calzaturiero si apre con una nuova nota negativa. Nel primo trimestre 2019 si segnalano infatti un nuovo calo della produzione (-2,6%), che tiene solo nel valore (+0,3%), ed un rallentamento dei flussi sia in area UE che extra-UE, pur con valori in aumento: segno sia dell’eccellenza del prodotto italiano, ma anche dell’incidenza dei grandi brand internazionali del lusso. Tra le destinazioni comunitarie recupera la Francia (+16% in volume e +12% in valore) mentre calano Germania (-10% in quantità, -3,2% in valore), Belgio e Paesi Bassi. In crescita Regno Unito (+8,5% in quantità) e Spagna (+4,1%).
Fuori dall’UE si aggrava la situazione in area CSI con Russia -21,3% in quantità, Ucraina -4,1% e Kazakistan addirittura -30%. Nuovo exploit invece per la Svizzera che segna +11% in quantità e +23% in valore: dati collegati al terzismo delle griffes.
Il Medio Oriente è in trend negativo (Emirati a -6% in volume), mentre il Far East cresce del +10,3% in valore, con un lieve calo nelle paia (-1,3%). Crescono in valore i principali mercati con perfomance attorno al 10% (tranne il Giappone con +5,6%): Cina (ma con cali del 4,1% nelle paia), Hong Kong, Corea del Sud e Giappone (con -10% nei quantitativi). Stesso trend con valori in aumento (14,4%) e volumi in calo (-3,4%) si registra in Nord America.
Tra le criticità del settore, il mercato domestico, che presenta un andamento ancora negativo, complice anche una stagione invernale relativamente mite che ha portato a flessioni nei quantitaivi (-2,3%) e nella spesa (-3,8%).
Come intendono reagire a questo quadro le aziende associate? L’indagine di Assocalzaturifici evidenzia il ricorso alle seguenti leve: la razionalizzazione dei costi, lo sviluppo di nuovi prodotti e nuovi mercati, lo studio di nuove strategie di distribuzione e investimenti nella promozione.

Le nuove generazioni dell’azienda calzaturiera

5-magnifico-rettore-liucLe eccellenze del comparto calzaturiero strette tra due opposte forze della tensione all’innovazione e la preservazione dell’artigianalità nel momento critico del passaggio generazionale, sono finite sotto la lente di uno studio commissionato da Assocalzaturifici e presentato in occasione dell’Assemblea Nazionale: “L’impresa calzaturiera di famiglia. Storie di una generazione che innova”. I curatori sono Valentina Lazzarotti, professore associato della Scuola di Ingegneria Industriale e Federico Visconti, rettore della LIUC Università Cattaneo.
Attraverso l’analisi di 11 case aziendali di eccellenza del settore il lavoro evidenzia l’esistenza di “una via calzaturiera all’innovazione – spiega Federico Visconti – i cui ingredienti fondamentali sono da ricercarsi nelle modalità con cui vengono attivate le deteminanti dei processi innovativi, nell’apertura sistematica al contributo di attori terzi, nella tensione a collegare le azioni intraprees ai riultati conseguiti, nel perseguimento di un nuovo punto di equilibrio tra interessi della famiglia proprietaria e obiettivi di sviluppo dell’impresa”.