L’indagine condotta trimestralmente da Confindustria Moda per Assopellettieri ha messo in luce, anche per l’ultima frazione dell’anno,  il proseguimento di un andamento favorevole, con riprese a due cifre sul 2020 ed un avvicinamento ai livelli antecedenti alla pandemia, anche se con ritmi più contenuti nei primi mesi del 2022. Il 2021 si è chiuso, infatti, con ripartenze significative nel fatturato settoriale (+25,7% sul 2020 secondo l’indagine svolta tra le aziende associate) e nei livelli produttivi (+29% l’indice Istat della produzione industriale), ma con gap che restano non trascurabili rispetto alla situazione pre-emergenziale (-17% e -15% rispettivamente). Molte le aziende, soprattutto tra quelle di minor dimensione, ancora lontane dall’appianare le pesanti perdite indotte dalla pandemia.

L’export, trainato dalle griffe internazionali del lusso, archivia l’anno con incrementi attorno al +20% (attestandosi a 9,5 miliardi di euro e riportando l’attivo del saldo commerciale oltre i 6,5 miliardi), ma resta al di sotto di quasi il 10% rispetto al 2019. Tra le destinazioni dell’esportazione di pelletteria brillano in particolare la Francia (+29% in valore sui primi 11 mesi 2020 e +17,5% su due anni addietro), gli USA (+62% e +10% rispettivamente) e i tre principali mercati asiatici (Sud Corea, Cina e Giappone), tutti già ben oltre i livelli pre-Covid.

Le borse si confermano la tipologia di prodotto più esportata (coprono quasi 2/3 delle vendite in valore) e che più si avvicina ai dati del 2019 (-2,6%, grazie anche al +23% registrato nel 2021). La domanda interna vede un primo recupero negli acquisti delle famiglie (l’indice del commercio al dettaglio segna +19,4% sul 2020), ma i valori 2019 (oltre ad essere ancora lontani, -9,2%) erano già largamente insoddisfacenti, provati da anni di continue erosioni. Nuovamente rinviata la ripartenza dei flussi turistici (e del relativo shopping). Su nati-mortalità aziendale e occupazione settoriali cominciano a pesare gli effetti della crisi, con contrazioni di oltre il 3% nel numero di imprese attive (-134) e occupati. Scende del -18% rispetto al 2020 il ricorso alla CIG nella filiera pelle, pur restando su livelli eccezionalmente elevati (68,2 milioni di ore autorizzate, oltre 8 volte quelle del 2019).