Parigi vale bene una messa. Ma anche una sfilata, a ben pensare. La settimana della moda dedicata all’Haute Couture appena conclusasi nella capitale francese ha indicato la strada in maniera straordinaria mostrando in anteprima quello che vedremo nei prossimi mesi indossato dalle celebs sui red carpet internazionali, ma anche le tendenze per il prêt-à-porter della stagione a venire.
Parola d'ordine: osare per non passare inosservati con un’attenzione ai dettagli quasi maniacale. È Schiaparelli a dettare il passo con una sfilata provocatoria e scenografica che apre, di fatto, la Parigi Fashion Week. Ispirata all’Inferno di Dante, la collezione disegnata da Daniel Roseberry presenta, oltre alla finta tassidermia che viene applicata agli abiti, capi sfavillanti con trionfi d'oro, giochi di rifrazioni di luci, paillettes o lastre di lamiera rivestite in cuoio. I gioielli, già da tempo al centro della ricerca contemporanea di Schiaparelli, compiono un ulteriore passo in avanti: non sono più solo dettagli, ma diventano maxi, enormi giganteschi, delle vere e proprie opere d’arte da indossare.
Una tendenza che ritroviamo anche sulla passerella di Giambattista Valli che presenta una collezione spettacolare, sospesa tra l’onirico e il barocco. Più che i vestiti, ad attirare l’attenzione sono i maxi orecchini pendenti, tempestati di diamanti e di perle smisurate, che non possono di certo passare inosservati. L’esatto opposto del “more is less”, in effetti. Importanza data ai dettagli che risulta ancora più evidente nella sfilata parigina di Fendi tutta giocata sul contrasto tra l’impalpabilità dei tessuti e gli orecchini tutt’altro che minimali firmati da Delfina Delettrez, direttore artistico della divisione gioielli della maison.
Del resto, non è solo una questione di stile, ma soprattutto di marketing visto che il settore degli accessori, scarpe e borse in primis, ma anche gioielleria, profumeria, make-up rappresenta ormai una grande fetta di mercato per quasi tutte le maison del lusso interessate sempre di più a conquistare nuovi acquirenti anche tra quelle fasce di pubblico che non possono permettersi di comperare un abito di Haute Couture. Lo dimostra Prada, l’ultima grande casa di moda ad essersi dotata recentemente di una nuova linea di alta gioielleria realizzata con l'utilizzo esclusivo di oro riciclato così da strizzare l’occhio anche a quella parte di mercato che chiede a gran voce una moda più sostenibile. Se i gioielli sono stati protagonisti sulle passerelle parigine, non meno importante è stata l’attenzione riversata sulle scarpe.
Calzature in primo piano per John Galliano che ha rivisitato la scarpa-simbolo di Maison Margiela: la mitica Tabi, ispirata ai calzini tradizionali giapponesi che arrivano all'altezza della caviglia e che separano l'alluce dalle altre dita del piede. La scarpa viene riproposta in tutte le forme: dai classici stivaletti alle décolleté dai tacchi vertiginosi, che rendono barcollante l'andatura delle modelle, alle pumps ricoperte di strass. Forse non comodissime, ma sicuramente di grande impatto visivo. La commistione di culture è il fil-rouge che guida la collezione di Maria Grazia Chiuri per Dior ispirata alla figura leggendaria di Josephine Baker, cantante, danzatrice e performer di origini afro-americane, che fu musa ispiratrice di Christian Dior.
Abiti in seta e velluto leggero che accompagnano il corpo accarezzandolo, piccole borchie argentate e paillettes minuscole che irradiano la luce, cura maniacale per ogni più piccolo dettaglio rendono la collezione un inno all’artigianalità più spinta. Gli accessori che completano la linea si ispirano al cabaret degli anni Venti. La lunghezza, sempre sopra la caviglia, degli abiti rivela scarpe con la zeppa, finemente realizzate in velluto di seta ricamato, dal tacco e dal basamento in evidenza. Un perfetto connubio di eleganza e comodità che donano alla figura slancio e raffinatezza.