Come è cambiata la realtà del settore calzaturiero e delle aziende vostre associate in seguito all’avvento della pandemia?

La pandemia è stata un duro colpo per molti settori in tutto il mondo, ma ha anche portato sfide e opportunità di adattamento ad un mondo che era già in fase di cambiamento. Da una parte abbiamo la trasformazione digitale che sta accelerando, dall’altra vi sono le sfide legate alla sostenibilità e le conseguenze dei problemi logistici di approvvigionamento in Asia che si intrecciano con il possibile trasferimento delle produzioni in Europa. Siamo oggi di fronte ad un ambiente di incertezza e cambiamento, a cui questo settore non è sicuramente estraneo, avendo dovuto reinventarsi in tante occasioni in questi ultimi decenni. Per questo motivo non siamo pessimisti. Sappiamo che i nostri imprenditori si stanno adattando alla realtà e alle nuove necessità del mercato globale, e che la maggioranza delle nostre aziende uscirà rafforzata da questa esperienza, ma bisogna procedere passo dopo passo e fare le cose per bene. Per le aziende che lavorano con la juta, che sono la maggioranza nella nostra Regione, si aprono oggi delle opportunità interessanti legate ad una tradizione e ad un DNA sostenibile che da sempre le contraddistingue, così come avviene sul fronte dell’artigianalità. Ne sono un esempio le calzature della regione di Murcia, che sono state capaci di entrare in una nicchia di mercato interessante nell’ambito del brand "Shoes From Spain", grazie all'elevata artigianalità e alla specializzazione nella produzione di calzature in juta, esaltando un saper-fare che da oltre cinque secoli trasforma le fibre vegetali nelle migliori scarpe espadrillas.

 Quali pensate saranno i fattori vincenti dell’Era Post pandemica?

Il cucito a mano, la lavorazione delle fibre naturali tramandata di generazione in generazione, e il mix di innovazione, design e tecnologia sono le carte vincenti sulle quali scommettiamo per far fronte all’attuale contesto di mercato, con investimenti e azioni per il riconoscimento attraverso l’Indicazione Geografica di Origine. Ma non solo: in un momento in cui la produzione di prossimità diventa più ‘appetibile’ per il consumatore, pensiamo che il MADE IN SPAIN e il MADE IN EU possano essere una scommessa vincente nel prossimo futuro, considerando il loro minor impatto negativo sull’ambiente e responsabilità sociale, così come la maggiore velocità di risposta alle richieste del mercato,  nonché la sempre maggiore competitività dei prezzi derivata dalla situazione critica del trasporto marittimo. La sfida è oggi di riuscire a trovare una ‘complicità’ e un coinvolgmento sempre maggiore di un consumatore che appare sempre più consapevole e vigile su COME, CHI e DOVE viene fabbricato ciò che acquista.

Come si è modificata la vostra attività di supporto ai vostri associati per far fronte a questi cambiamenti?

Abbiamo aziende di dimensioni molto diverse, ma la maggior parte di esse sono a conduzione familiare e procedono con ‘velocità diverse’ di fornte al cambiamento in atto. Il nostro obiettivo in CALZIA è di offrire a ciascuno di loro il supporto necessario a fargli guadagnare una posizione vantaggiosa di competitività in base ai propri obiettivi. Mi riferisco, ad esempio, ai marchi che vogliono sviluppare la loro strategia internazionale e a cui cerchiamo di offrire supporto nella promozione, oppure aziende specializzate in white label di qualità che hanno bisogno di un aiuto per il rinnovo di attrezzature e tecnologie, o ancora ad aziende che necessitano di formazione e aggiornamento della propria forza lavoro. Il nostro settore rappresenta un grande ‘generatore di occupazione’ e in questi mesi di pandemia abbiamo dovuto concentrare le nostre azioni sugli aiuti di supporto al mantenimento dell'attività, sensibilizzando le amministrazioni regionali e nazionali all’inserimento del settore calzaturiero nell’ambito dei pacchetti di sostegno pubblico. Pacchetti  che, seppur insufficienti, hanno consentito alla maggior parte delle aziende di essere ancor oggi realtà vive e vitali…

A quali appuntamenti fieristici vi state preparando a partecipare? In che modo?

Speriamo che il mese di settembre segni una svolta decisiva, consolidando la ripresa degli appuntamenti fieristici in presenza, e in particolare il MICAM segnerà senza dubbio un ‘prima’ e un ‘dopo’ pandemia. In questa occasione, la regione di Murcia presenterà 8 marchi, di cui 5 appartenenti alla “Caravaca Jute” (Casteller, Kanna, Maypol, Picón e Pinaz). Inoltre, integreremo la presentazione delle collezioni del marchio con azioni di promozione congiunte davanti alla stampa specializzata, agli influencer e ai buyer, con il supporto del governo regionale di Murcia. Micam sarà anche l’occasione per promuovere il nostro YOUTE FESTIVAL (www.youte.es), che ha visto un incontro quanto mai necessario tra brand e compratori nel mese di luglio a Caravaca de la Cruz e una fiera virtuale che rimane aperta fino alla fine di settembre. Per quanto riguarda la strategia del prossimo futuro, intendiamo rafforzare la promozione delle nostre aziende in Francia e recuperare gradualmente terreno in mercati come gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia.

La sostenibilità è uno dei temi che guideranno il prossimo futuro: come vi state muovendo?

La sostenibilità è già presente da molto tempo nelle nostre aziende. Proprio nell'ambito dello YOUTE FESTIVAL, abbiamo presentato progetti di sostenibilità sociale e ambientale, che ci pongono in prima linea nello sviluppo dell'economia circolare, del riciclo, dell'utilizzo di nuovi materiali e della responsabilità sociale. Ad esempio, LIFE KANNAgreen è pioniere nella progettazione di una rete europea per la raccolta di scarpe usate per il riciclo e il riutilizzo in scarpe nuove con un'impronta di carbonio molto bassa. Stiamo inoltre collaborando allo sviluppo di nuovi materiali per suole ottenuti dalla lavorazione di sottoprodotti agricoli della zona come gusci di mandorle o riso, in grado di ridurre al minimo l'impatto sull’ambiente, così come non dimentichiamo la sostenibilità sociale e la tracciabilità della produzione attraverso la tecnologia blockchain. Oltre a questi progetti, alcuni dei quali realizzati con finanziamenti europei, stiamo partecipando insieme alla FICE (Federazione Spagnola delle Calzature) ad un grande progetto nazionale per la sostenibilità del settore della moda e del tessile in Spagna.