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SPECIALE SOSTENIBILITA’

Presentato il progetto di CNMI riguardante le Linee Guida sui requisiti eco-tossicologici per gli articoli di pelletteria, abbigliamento, calzatura e accessori, che coinvolgono l’intera filiera produttiva

Presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato della Repubblica a Roma, lo scorso 19 aprile, Carlo Capasa – presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana – ha avuto modo di ribadire un concetto fondamentale e molto attuale:

«La sfida per il lusso, oggi, è produrre non solo abiti ben fatti, ma anche sostenibili»

Invito-Senato-19-aprile-2016Una sfida raccolta dal Tavolo di Lavoro per la Sostenibilità presieduto proprio da Carlo Capasa, a cui sono state chiamate a partecipare attivamente numerose aziende italiane operanti nel settore, tra cui Ermenegildo Zegna, Gianni Versace, Giorgio Armani, Gucci, Loro Piana, OTB, Prada, Salvatore Ferragamo e Valentino.
Un Tavolo che ha avuto il merito non solo di presentare e introdurre il primo documento concreto “Linee Guida sui requisiti eco-tossicologici per gli articoli di abbigliamento, pelletteria, calzature e accessori”, ma anche quello di radunare tutte le forze della filiera per fare veramente sistema. Fanno parte del progetto, infatti, anche SMI-Sistema Moda Italia, Federchimica, Associazione Tessile e Salute e UNIC-Unione Nazionale Industrie Conciarie.
È stata definita “un’iniziativa memorabile” finalizzata alla progressiva riduzione – e dove possibile eliminazione – dell’utilizzo di gruppi di sostanze chimiche nella filiera, a beneficio dell’ambiente, dei consumatori e della collettività. Il documento prende in considerazione 350 sostanze chimiche di cui vengono illustrati anche  modalità di utilizzo nelle filiere e metodologia di analisi nei singoli prodotti. Linee Guida, appunto, che saranno oggetto di periodiche revisioni e integrazioni dettate dal progredire degli studi sui rischi tossicologici.
Il documento (a disposizione di tutte le imprese associate ai partner del progetto) rappresenta solo una parte del Piano per la Sostenibilità della Moda Italiana, un percorso di cambiamento verso una moda più sostenibile intrapreso da CNMI nel 2012 con la pubblicazione del “Manifesto per la Sostenibilità” e che giungerà a compimento nel 2020 e che prevede già altre fondamentali tappe: ulteriori linee guida riguardanti le miscele chimiche utilizzate nei processi di produzione, uno studio sull’utilizzo delle sostanze chimiche nelle filiere e le conseguenti modalità di controllo, la responsabilità sociale e le misure di sostenibilità legate alla rete di vendita e alla distribuzione. Capasa ha commentato così il lavoro svolto finora:

«Oggi tutti parlano di sostenibilità, ma noi siamo i primi a mettere a disposizione cifre concrete e pragmatiche perché si agisca con chiarezza in tal senso»

Le istituzioni Italiane che hanno preso parte alla presentazione non hanno fatto mancare il loro appoggio. Se Ivan Scalfarotto – Viceministro al MISE – ha ricordato che «per il Governo la moda italiana è un settore centrale e contribuisce a formare l’idea che il mondo si fa dell’Italia», Valeria Fedeli – Vice Presidente del Senato della Repubblica – ha individuato i temi secondo lei importanti da affrontare: sostenibilità, internazionalizzazione ed etichettatura obbligatoria. Carlo Calenda – Rappresentante Permanente d’Italia presso l’Unione Europea – ha sottolineato così l’importanza del tema sostenibilità:

«Non è solo giusta dal punto di vista etico, ma anche economico poiché sempre di più si rivelerà valore aggiunto per il prodotto. È importante che l’iniziativa di CNMI venga prima delle regole stabilite dal Governo, significa che le aziende del comparto hanno deciso di non ritrarsi bensì guidare il cambiamento»

Guido Bottini – consigliere di SMI – ha precisato alcuni punti fondamentali per la sua associazione:

«Nella nostra filiera sussiste un eccesso di tavoli volti alla regolamentazione, un sistema che mette in crisi le aziende. Sarebbe utile che le istituzioni indicassero un solo tavolo di riferimento. Per noi è importante immaginare con attenzione una circular economy e portare il consumatore a chiedersi non quanto costi il prodotto, ma quanto valga»

Per chiudere citiamo le parole di Giovanni Russo – presidente UNIC – la cui presenza al tavolo è stata considerata da tutti molto positiva:

«Il mondo della concia è molto attento al tema della sostenibilità se si pensa come negli anni abbiamo ridotto del 98% il rilascio di acque inquinanti, del 48% l’uso di solventi e ancor più ridotto le emissioni. Noi vogliamo fornire al tavolo un gruppo di concerie che possano dialogare con i brand produttori. E se si vuole disciplinare l’intero sistema, è fondamentale coinvolgere nei ragionamenti anche i laboratori di analisi e certificazione»