Nonostante in molti paesi i lockdown per contenere la diffusione della pandemia abbiano ridotto l'attività umana, l'anno scorso è stato il più caldo di sempre, registrando nuovi picchi di emissioni nocive. E, nello stesso periodo, sono finite nell'oceano 8 milioni di tonnellate di plastica. Record negativi ai quali contribuisce anche l'industria della sneaker, che rappresenta il 50% della produzione mondiale di calzature (15 miliardi di paia). Consapevoli dell'impatto ambientale della loro attività, i brand dello sportswear e fashion più responsabili moltiplicano gli sforzi ed i progetti improntati alla sostenibilità. Le formule sono diverse, e vanno dallo sviluppo di innovati materiali a base bio e riciclati, all'abbracciare a tutto tondo principi di circolarità. Qui a seguire, alcuni degli esempi più significativi di questo percorso virtuoso che risponde in pieno alla domanda sempre più crescente di prodotti sostenibili da parte del mercato e dei consumatori.
Riciclare gli scarti per pulire il pianeta
I rifiuti tessili occupano il 5% delle discariche mondiali: la nipponica Asics con il lancio del Sunrise Reborn™ Pack, nuove scarpe da running in limited edition realizzate con abiti riciclati raccolti in Giappone, recupera i capi indossati dagli atleti durante gli eventi sportivi internazionali e li trasforma, grazie ad una innovativa tecnologia, in nuovi design tessili. Il Sunrise Reborn™ Pack comprende due scarpe top di gamma di Asics, la Metaride™ e la Gel-Quantum 360™ TYO: “una impronta più leggera che incoraggia a muovere il corpo e la mente per un domani più luminoso”.
Punta invece a pulire gli oceani, il brand francese di sneaker urban-fashion, ME.LAND lanciando la nuova sneaker VIVACE realizzata con materiali animal-free frutto del riciclo della plastica recuperata dalle acque e spiagge, assieme a scarti di gomma. Il progetto è realizzato con il supporto della SEAQUALE©, organizzazione che lotta contro l'inquinamento degli oceani, e della PETA©, organizzazione per il trattamento etico degli animali.
Il riciclo è alla base di due altri progetti. Il primo vede l'evoluzione ecosostenibile della sneaker Licoln di Fred Mello, brand italiano di ispirazione newyorese: icona della scorsa stagione, per la collezione FW21-22 si veste di materiali sostenibili con una qualità senza compromessi. La fodera è in mesh 100% riciclato, resistente, duraturo e riutilizzabile, mentre la tomaia in action leather e suede che proviene da concerie selezionate dal The Leather Working Group (LWG), organizzazione che si impegna a tutelare l'ambiente nella lavorazione dei pellami con processi green e etici. Anche per la linguetta, i lacci e l'etichetta sono impiegati materiali riciclati e certificati dal Global Recycle Standard (GRS). Infine, il packaging è in carta riciclata al 100%. L'altro progetto è dell'italiana Pantofola d'Oro, che declina l'aura nostalgic-chic delle sue sneaker con nuovi materiali sostenibili, presentando B-Golf, sneaker realizzata con suola in re-rubber (20% di gomma riciclata e 80% di gomma vergine), suoletta in Recycled Foam (al 20%) e tomaia in Bioskin su base poliestere. E Timeless, che è invece realizzata in Rebotilia, un materiale derivato dal riciclo di bottiglie di plastica e suola in Recycled Foam.
Dare vita a innovativi materiali a base bio
La tedesca Adidas ha sviluppato un innovativo tessuto dal micelio dei funghi in collaborazione con Bold Threads, società di biotecnologia impegnata a creare la nuova generazione di materiali avanzati, per la nuova linea Stan Smith Mylo. Il Mylo ha delle ottime caratteristiche: simile alla pelle, è morbido, elastico e versatile, dato che può assumere qualsiasi colore, finitura o rilievo. Le scarpe della linea sono realizzate interamente con questo nuovo materiale, ad eccezione dell'intersuola in gomma naturale.
Zero plastica e 100% sostenibile è anche la nuova Jazz Court RFG dell'americana Saucony che punta sull'utilizzo di materiali naturali, senza impiego di plastica e di suoi derivati, e su processi sostenibili. Con tomaia in cotone, juta e lana, e intersuola in Lactae Hevea al 100%, la Jazz Court RFG tinge la fodera del colletto con fiori di gardenia, e con il succo della barbabietola riporta le informazioni riguardanti la taglia sottopiede. Utilizza una miscela di acqua e farina per rinforzare i punti di cucitura, il gesso per fissare e allineare la tomaia con l'intersuola. Infine, il packaging è in carta e cartoni riciclati al 100%.
L'innovazione guarda anche sul versante dei materiali non a base bio
Il brand americano U.S. Polo Assn. nell'abbracciare una policy aziendale ecofriendly che punta su minore utilizzo di acqua, plastiche riciclabili e utilizzo di solventi chimici dannosi meno inquinanti, in occasione della Giornata della Terra (22 aprile), ha lanciato la sneaker Vega 141, che implementa nella tomaia l'innovativo “wet pu” materiale ottenuto dai polimeri “wetborne” preparato sostituendo i solventi chimici con l'acqua. Il processo produttivo rende i polimeri idrofili (quindi solvibili in acqua), facendo sì che il tessuto diventi simile ad una vera pelle.
Circolarità come best practice
L'americana Vans annuncia nuovi obiettivi globali di sostenibilità e responsabilità che si impegna di raggiungere entro il 2030, affiancando le Nazioni Unite per il raggiungimento del Sustainable Development Goal numero 12 (modelli sostenibili di produzione e di consumo). Gli obiettivi includono: utilizzo di materiali al 100% rigenerativi, di provenienza responsabile, rinnovabili o riciclati; l'abbattimento del 43% delle emissioni di CO2; la sostituzione degli imballaggi in plastica monouso con altri da fonti sostenibili e riciclabili. E poi: energie rinnovabili al 100% in tutte le strutture di proprietà e in gestione (nel 2017 Vans ha già ottenuto la certificazione LEED Platinum, uno degli standard più elevati al mondo per gli edifici sostenibili). E, ancora, iniziative etiche per il lavoro sostenibile.
La start-up meneghina ACBC ottiene, per prima in Italia, la certificazione B Corporation, rafforzando così la sua leadership nell'innovazione con focus sulla sostenibilità. Dall'anno della sua nascita, il 2017, ha puntato sulla produzione di prodotti green con una ricerca e sviluppo rivolta alla composizione di materiali animal-free, bio-based e riciclati. Le sue scarpe, riportate in azienda a fine vite, sono convertite in pavimentazione antiurto per i parchi giochi. Questo impegno ha permesso ad ACBC di ottenere, con il supporto di Nativa Regenerative Design Company, realtà che accelera l'evoluzione delle aziende verso un paradigma economico sostenibile e rigenerativo, la certificazione dell'ente B LAB che dimostra come operi con standard precisi, con un forte focus su governance, comunità, persone e ambiente.
La trasparenza rafforza l'impegno green
Brand di sneaker etiche e sostenibili fondato da Umberto De Marco nel 2008, YATAY ha lanciato dalla piattaforma digitale CNMI (Camera nazionale della Moda Italiana) il manifesto “How to Make a YATAY”, dichiarazione di sostenibilità che racconta il percorso di scelta dei materiali, della produzione e dello stile delle sue calzature. Un'operazione di comunicazione che si approccia in modo friendly al mondo digitale per arrivare a dialogare direttamente con il proprio pubblico, con cui condividere i propri valori. Nel video, YATAY racconta le sue bio-sneaker handmade: realizzate tomaie con polimeri estratti da cereali e mais, rivestimento esterno da PET riciclato, fodera in cellulosa da piantagioni 100% sostenibili, suola da pneumatici riciclati, sono animal-free e improntate ad una filosofia slow fashion.