Il 18 dicembre scorso il Parlamento europeo ha approvato le due interrogazioni orali presentate dall’onorevole Muscardini, assieme ai colleghi Susta e Rinaldi, riaprendo di fatto la partita sul “made in” dopo il tentativo della Commissione europea di affossare definitivamente il dossier sull’etichettatura di origine per i prodotti extra Ue. «Si procede per piccoli, ma significativi passi in avanti» ha commentato subito dopo il voto l’europarlamentare Muscardini, che è vicepresidente della Commissione per il commercio internazionale.

E ora cosa accadrà? Si guarda al  mese di gennaio quando  le due interrogazioni orali saranno affiancate da una proposta di risoluzione con l’obiettivo di cercare una mediazione con i Paesi storicamente ostili al provvedimento. «L’approvazione delle due interrogazioni – ha commentato Michele  Tronconi, presidente di Sistema Moda Italia – dimostra che i parlamentari europei sono molto più pragmatici nella difesa dei diritti dei cittadini europei, siano essi consumatori o produttori, rispetto sia alla Commissione che al Consiglio. Solo con tale pragmatismo si può pensare di dare trasparenza al mercato e convenienza alle produzioni europee. Aspetti da cui dipende anche la tenuta dei livelli occupazionali.

È bene che i rappresentanti del popolo europeo ricordino alle altre istituzioni comunitarie  che se in America il presidente Obama punta tutto sul made in USA e sul ritorno al manifatturiero, forse è il caso che le ricette iper-liberiste utili ai grandi trader del Nord Europa vengano riequilibrate con almeno un po’ di trasparenza. Dal punto di vista politico, la campana suona anche per il Governo italiano: non facciamoci mettere i piedi in testa come se ci si vergognasse del made in Italy!».