L’artigianalità e il ‘fatto a mano’ solitamente non vanno troppo a braccetto con la tecnologia, eppure l’avvento della pandemia di Covid-19 ha sicuramente accelerato questa unione che da tempo era in fieri. Un esempio su tutti è il caso di Mirta, la piattaforma nata alla fine del 2019 per iniziativa di Martina Capriotti e Ciro Di Lanno, e volta a supportare gli artigiani del Made in Italy nella promozione dei loro prodotti in tutto il mondo. I due giovani fondatori, ex consulenti di Boston Consulting Group con alle spalle importanti esperienze all’estero, si erano infatti accorti di come fosse apprezzato e ricercato oltreconfine il ‘ben fatto a mano’ italiano, soprattutto nella categoria merceologica delle borse, ma avevano anche constatato le molte difficoltà incontrate dai piccoli produttori nella promozione dei loro prodotti sui mercati internazionali. Tanto più che molti di questi piccoli artigiani stavano entrando nel mirino di grandi brand, intenzionati ad assorbirli mettendo così a repentaglio il loro stesso valore identitario. Da qui l’idea di valorizzare e rendere nota la tradizione artigianale d’eccellenza italiana all’estero, caratterizzando la proposta comunicativa attraverso uno story-telling in grado di raccontare il prodotto e la sua unicità, cercando di ricreare online l’esperienza in bottega, in modo personalizzato. Fin dal suo lancio, infatti, Mirta ha voluto porsi al pubblico non tanto come un semplice sito-vetrina, ma cercando di far conoscere gli artigiani del Made in Italy, le loro storie e quelle delle loro imprese attraverso video, foto e racconti – rendendo al contempo l’esperienza digitale ‘più umana’ possibile. Questa peculiarità di Mirta ha favorito la crescita della piattaforma in seguito alla pandemia, perché ha permesso ai piccoli artigiani di ‘raccontare’ il proprio prodotto al meglio anche in un periodo in cui era difficile raggiungere il consumatore, e anzi ha permesso loro - attraverso il digitale – di continuare a lavorare anche durante il lockdown, smaltendo in molti casi gli ordini che altrimenti sarebbero stati cancellati, e addirittura allargando la base dei propri clienti al mondo intero. Dal lato del consumatore, invece, Mirta ha fornito l’opportunità di fare quanto era stato precluso per più di un anno: viaggiare, anche se in modo virtuale.
Il servizio proposto da Mirta alle aziende offre un vero e proprio supporto a 360 gradi, includendo operation e logistica, controllo qualità, attività di customer service e, come già detto, comunicazione. I requisiti richiesti alle aziende per poter entrare sulla piattaforma sono la qualità elevata dei prodotti, l’attività al 100% realizzata in Italia e una fascia di prezzo medio-alta, con un occhio di riguardo per le botteghe e le attività con una lunga tradizione artigianale.
Un futuro di crescita
Durante la prima ondata di pandemia, è stato registrato un aumento di prodotti del 60% tra febbraio e aprile, con un incremento nel numero di artigiani in piattaforma pari al 30%. Inoltre, l’azienda ha aggiunto durante il lockdown l’opzione per preordinare i prodotti sul sito, consentendo alle piccole aziende di contare su ordini da mandare in lavorazione alla riapertura. Alla fine del 2020, Mirta aveva già registrato un aumento del 100% delle vendite rispetto al trimestre precedente, con la presenza di 25 nuovi artigiani, per un totale di oltre 100 aziende-cliente. Il traguardo più importante, però, raggiunto sul piano internazionale è stato lo sbarco, nel settembre scorso, sul mercato cinese, con la piattaforma di social-commerce RED, che conta oltre 300 milioni di utenti. Oggi i mercati di riferimento di Mirta sono gli Usa, che rappresentano il 40% dei ricavi, e quello asiatico (30%), che ha registrato addirittura incrementi nelle vendite di dieci volte dall’inizio del 2020 (con in testa Hong Kong, Singapore e Giappone). Seguono i mercati australiano, canadese e nordeuropeo. Ma non solo: la tipologia di prodotti trattati dalla piattaforma, che inizialmente si incentrava sull’eccellenza nell’ambito della pelletteria, delle calzature, della seta e del cachemire, si è ampliata includendo a partire dal 2021 tutto il mondo Home Living, forte di un’attenzione crescente per lo spazio-casa legato al lockdown e allo smart working. Entro la fine dell’anno, la piattaforma punta ad aprirsi a nuove categorie, dal comparto tessile per la casa al loungewear, espandendo ulteriormente la categoria calzature.