Di padre in figli. Fondato nel 1988 dal padre Eugenio Banchi, il buying office D'Eugenio Srl è oggi condotto da Stefano Banchi che, assieme ai suoi fratelli, vende ad aziende di distribuzione estere abbigliamento e calzature made in Italy di un portafoglio di imprese italiane del segmento medio-alto. Accanto a questa attività, da due anni Stefano Banchi ha affiancato una linea di abbigliamento total look, Your Bicycle, prodotta in Puglia e distribuita in Italia.

Signor Banchi, come si è sviluppato il suo lavoro in questo anno particolare segnato dalla pandemia?

“Abbiamo assistito ad uno stravolgimento del nostro lavoro. Con la chiusura delle attività, le città chiuse, la conversione allo smartworking, l'impossibilità di viaggiare all'estero, le fiere bloccate, siamo stati costretti a modificare le modalità con le quali mantenere il contatto con i clienti e garantire un servizio all'altezza dei nostri standard di qualità. Ci siamo affidati alle video conference e, forti della fiducia dei nostri clienti, abbiamo potuto continuare a lavorare. Nel caso della calzatura, che richiede di essere toccata, per verificare i materiali, la suola, i dettagli, la relazione che abbiamo creato negli anni con la nostra clientela ci ha permesso di poter spiegare il prodotto, di raccontarne le caratteristiche con efficacia, e così di poter continuare a vendere”.

Su quali punti cardine avete puntato per mantenere un servizio di qualità in questo contesto?

“Da una parte la digitalizzazione, che velocizza e semplifica il lavoro. La versatilità: ascoltare il cliente, non essere standardizzati e avere il coraggio di cambiare. Il brandering, cioè avere una strategia del marchio, che è una carta vincente per cliente e per il negozio. E poi l'utilizzo dei canali social, Facebook, Instagram e Linkedin per lo storytelling dei prodotti. Infine, il dinamismo: il motto della mia linea di abbigliamento Your Bicycle è per restare in equilibrio in bicicletta bisogna continuare a muoversi…”

Quali indicazioni sulle tendenze del prodotto vi sta dando il mercato?

“Le abitudini di consumo sono cambiate: si sta di più in casa, si lavora in smartworking, ci sono meno occasioni per sfoggiare le scarpe. La conseguenza è stata che la calzatura classica è stata penalizzata e ritengo che, fino all'anno prossimo, non riuscirà a intercettare una ripresa. Per contro, la calzatura sportiva, quella confort e la pantofola hanno avuto maggiore successo. Nello stesso tempo, abbiamo assistito ad un maggiore interesse dei consumatori nei confronti dei temi della sostenibilità. Noi abbiamo tradotto queste indicazioni trovando modelli nuovi, più orientati al confort, e materiali nuovi, con una attenzione particolare all'ambiente. I nostri fornitori, con i quali abbiamo un rapporto di fedeltà reciproca costruito negli anni, si stanno convertendo al trend sportivo, allo streetwear, alla ricerca di comodità. E si stanno impegnando molto per rispondere all'esigenza di sostenibilità dei clienti”.

Quali sono i vostri mercati e qual è il trend?

“Il nostro mercato di riferimento sono le Americhe dove i nostri prodotti godono del vantaggio competitivo dell'immagine e della qualità del made in Italy. Gli stati Uniti si stanno riprendendo bene, hanno sprint. Mentre quelli dell'America Latina, pur essendo ancora alle prese con la pandemia, sembra che stiano trovando un'uscita dalla crisi”.

Quale supporto hanno dato le fiere digitali come quella di Expo Riva Schuh al suo lavoro?

“Sono state un ottimo presidio per i mercati e gli operatori che non si sono potuti incontrare dal vivo e per me hanno costituito un buono strumento per restare aggiornato sui trend del mercato”.

Qual è la sua visione per il futuro del settore?

“Credo che il Made in Italy si riprenderà: noi italiani abbiamo grandi risorse e sono fiducioso che usciremo a testa alta da questa situazione difficile. Ce la faremo: l'importante è partire e, per restare sulla metafora di Your Bicycle, saltiamo in sella!”