Con un'esperienza più che ventennale nel settore calzaturiero, la brasiliana Claudia Garcia è consulente degli acquisti per buyer internazionali che operano con grandi catene e department store degli Stati Uniti e del Messico. La sua vita professionale si svolge tra le due sponde dell'Oceano Atlantico: in Nord America dove trova i suoi committenti e in Europa dove ci sono i suoi fornitori. Alle sue competenze commerciali si aggiunge quella di fashion designer che le permette di portare avanti per i suoi clienti progetti complessi che vanno dalla ideazione e sviluppo della collezione, alla ricerca dei migliori produttori – tra i quali calzaturifici italiani in Veneto e a Napoli, in Spagna e in Portogallo – e al controllo delle fasi di produzione.

A lei chiediamo: come ha valutato l'ultima edizione di Expo Riva Schuh?

“Di solito per le fiere sono i numeri a fare la differenza, per Expo Riva Schuh a luglio è stata 'la selezione' a fare la differenza. La selezione di chi nonostante le limitazioni alla mobilità e ancora tutte le incertezze del momento ha deciso di partecipare. Questo ha generato opportunità di business e molta soddisfazione. Dopo tutto questo tempo di blocco tornare a vederci in presenza (dal vivo) è stato fondamentale per riconnettersi e non solo, visto la dimensione della fiera, più raccolta, è stata anche una ottima occasione per cercare nuovi fornitori”.

Quali prodotti sta scegliendo con maggiore interesse?

“Per l’estate 22 ho puntato molto su casual e la nostra scelta è un il giusto equilibrio tra comfort e stile. Sandaly chunky, easy-to wear flatforms e sandali slipper-inspired con pelli morbide. Per questa stagione abbiamo puntato anche sulla ballerina, che fa un rientro dopo qualche stagioni.

Ho apprezzato trovare nella proposta delle collezioni donna di Expo Riva Schuh calzature che riflettono un gusto decisamente urban chic.

Per la nostra collezione sportswear e soprattutto per le sneakers abbiamo puntato su due direzioni, dal design fluido e morbido con una proposta di styling tra uomo e donna e poi sui modelli di ispirazioni trekking. Abbiamo cercato di privilegiare le proposte che contribuiscano a una moda sostenibile”.

Che strategie di acquisto sta utilizzando?

“La parola d'ordine è 'molta cautela'. Siamo ripartiti, ma ancora siamo inferiori ai livelli pre-Covid.

Nei paesi dove è presente un'importante industria calzaturiera, come il Messico, la strategia è stata quella di privilegiare gli acquisti nel mercato domestico, viste le condizioni logistiche del momento.

Anche l'interruzione delle catene di approvvigionamento dai paesi asiatici ha prodotto una conseguenza importante: molti si sono spinti a cercare nuovi fornitori in Europa, riportando le produzioni nel Vecchio Continente, dove ci sono diversi vantaggi che vanno dalla possibilità di piazzare ordini con quantitativi minori, a minori costi logistici”.

Che prospettive immagina per il futuro?

“Sono ottimista. Con l’allentamento delle misure restrittive anti-Covid e il miglioramento delle aspettative dei consumatori si spera una interessante ripresa per il prossimo ano.

Quanto ai trend di mercato, a parte il consolidarsi del favore verso la calzatura casual e sportiva, conseguenza non solo dei tanti mesi trascorsi forzatamente a casa ma anche dalle tendenze che erano già in atto nel mercato prima della pandemia, ritengo che il futuro prossimo sarà molto influenzato dai gusti e dalle esigenze degli under 40, (Millenials e Gen Z) che nel 2025 rappresenteranno oltre il 52% dei consumatori mondiali. Influenzati dallo stile Cottagecore e dal 'second hand' cercano una moda autentica, sostenibile, inclusiva, che trasmetta un messaggio, e sono molto attenti ai brand che attuano i valori che predicano”.