Mauro Alfonso, CEO Simest

Innanzitutto che cos’è il Fondo SIMEST per l'internazionalizzazione?
Gestito in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il 394-81 è un Fondo multimisura in vigore ormai da anni che concede finanziamenti agevolati a sostegno dei progetti di internazionalizzazione delle imprese italiane, grazie a interventi a supporto alla partecipazione a fiere internazionali, mostre e missioni di sistema (anche in Italia), l'inserimento commerciale in nuovi mercati esteri, l’inserimento in azienda di figure come i Temporary Export Manager (TEM), i digital manager e gli innovation manager, lo sviluppo dell’e-commerce, la realizzazione di studi di fattibilità collegati a investimenti esteri, programmi di assistenza tecnica, ad esempio per la formazione del personale in loco oppure per l’assistenza post vendita collegata a un contratto di fornitura e la patrimonializzazione delle imprese. Un ampio set di strumenti, insomma, che copre praticamente tutti i principali aspetti che possono interessare un’impresa nel suo percorso di internazionalizzazione.

Ci parli del bando SIMEST 2021 per il Fondo 394 che è stato sommerso di richieste all'inizio di giugno 2021.
In meno di 2 giorni sono state oltre 8mila le domande presentate sul Fondo SIMEST 2021 per l’internazionalizzazione. Un exploit di richieste che, nonostante gli accorgimenti presi, ha esaurito in breve tempo i 2,1 miliardi di euro stanziati. Nonostante la mole di risorse a disposizione, gli accorgimenti del Governo non sono bastati ad evitare la chiusura anticipata dello sportello, complice probabilmente anche un altro elemento che nei mesi scorsi aveva facilitato l'accesso al Fondo e cioè l’esenzione dalla prestazione di garanzie per accedere ai finanziamenti, in vigore fino al 30 giugno 2021. Tra le prime innovazioni introdotte lo scorso anno per venire incontro alle imprese stremate dalla pandemia, infatti, l’esenzione dalla garanzie era stato uno degli elementi che avevano snellito di molto le procedure del Fondo, riducendo anche i tempi per ottenere il finanziamento. L’aver eliminato dall’equazione un player (le banche o le assicurazioni), infatti, ha permesso a SIMEST di assicurare tempi molto più ristretti e certi per la lavorazione della pratica.
Quello tornato in funzione per meno di due giorni è però stato un Fondo SIMEST un po' diverso rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere lo scorso anno, in piena pandemia. Se è vero, infatti, che è rimasta in vigore una quota di finanziamento a fondo perduto, la percentuale di aiuto che non va restituita è calata dal 50% al 25%. Come sanno già coloro che seguono le vicende del Fondo 394-81 si tratta di una novità introdotta dal dl Sostegni bis che oltre a stanziare nuove risorse, è intervenuto anche su questo aspetto. Fino al 31 dicembre 2021, dunque, il Fondo 394-81 continuerà ad erogare una quota di finanziamento a tasso agevolato (nel mese di giugno lo 0,055% annuo) e una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al limite del 25% del prestito, per un ammontare massimo di 800mila euro per impresa beneficiaria (comprensivo delle quote a fondo perduto eventualmente già deliberate).

Nello specifico, di quali aiuti le imprese hanno fatto richiesta al Fondo 394-81?
Le richieste completate sono state precisamente 8.125. Circa la metà delle domande (il 45%) ha riguardato il finanziamento a fiere e mostre (per un controvalore complessivo di circa 204 milioni di euro) che di recente è stata ampliata anche agli eventi internazionali che si tengono in Italia. Si tratta di un finanziamento a tasso agevolato sulle spese per area espositiva, spese logistiche, spese promozionali e spese per consulenze connesse alla partecipazione a fiere/mostre in Paesi esteri. Sono incluse le missioni di sistema promosse da MISE e MAECI e organizzate da ICE – Agenzia, Confindustria e altre istituzioni e associazioni di categoria.
Al secondo posto per numero di domande si piazza il finanziamento per la patrimonializzazione (quasi 775 milioni in controvalore) che, nonostante sia l’unica misura del Fondo 394 a non avere più la quota di cofinanziamento a fondo perduto, ha incassato comunque il 20% delle richieste pervenute. Seguono quindi, al terzo posto con circa il 15% ciascuno, le linee di finanziamento per l’inserimento sui mercati esteri per esempio con la realizzazione di uffici, showroom, negozi o corner, centri di assistenza post vendita e relative attività promozionali (oltre 930 milioni di euro) e l’e-commerce (quasi 170 milioni di euro). Infine con richieste inferiori al 5% si posizionano gli gli studi di fattibilità, i temporary export manager e l’assistenza tecnica (complessivamente circa 60 milioni di euro).
Mi piace sottolineare che se nel 2020 le richieste erano per finanziamenti sulla patrimonializzazione, per far fronte a problemi immediati di liquidità, quello che sorprende positivamente quest’anno è il fatto che la parte più consistente è stata richiesta per l’inserimento nuovi mercati (cioè investimenti di lungo periodo per stabilire una presenza all’estero), che ha riguardato un miliardo dei 2,1 miliardi richiesti negli ultimi giorni, e la partecipazione a fiere e mostre. Mi sembra un buon segno.

L'e-commerce ha conosciuto un boom spropositato nel 2020, cogliendo molte PMI italiane impreparate a questo modello di business online.
Proprio in risposta queste difficoltà è stato creato il nuovo bonus per l’export digitale. Si tratta di strumento per la digitalizzazione dell’export, che consiste in un voucher che sarà disponibile per le micro, piccole e medie imprese. L’uso del digitale a supporto di alcune attività chiave che precedono o seguono la fase di vendita possono aiutare le imprese italiane ad essere più produttive, efficaci e, in definitiva, più competitive nei mercati globali. Questo avverrà attraverso una maggiore conoscenza dei mercati esteri grazie alle nuove tecnologie di elaborazione dati che permette di ridurre i costi e tempi, l'e-commerce abbassa ulteriormente di costi eliminando qualsiasi tipo di intermediazione, i sistemi digitali di comunicazione che consentono di mantenere rapporti di qualità con i clienti all’estero, le nuove tecnologie in campo logistico abbassano i costi di trasporto e stoccaggio, i processi decisionali data-driven sono basati su informazioni attendibili e coinvolgenti a livello aziendale e le nuove tecnologie aiutano i processi di marketing a generare lead commerciali misurabili.
Il contributo statale potrà essere usato per rivolgersi a provider di servizi digitali per avere siti web, ottenere servizi di traduzione, avere un boost pubblicitario o rivolgersi all’intermediazione digitale. L’esigenza oggi è quella di creare le condizioni per mettere il maggior numero di imprese in condizione di fare business. Il digitale è stato – ed è – fondamentale e ci ha insegnato che è sicuramente un valido supporto. Sappiamo altresì che non potrà sostituire in toto gli eventi fisici come ad esempio quelli fieristici. Dobbiamo quindi costruire nuove modalità che integrino al massimo le opportunità date dal digitale.