Lo scorso febbraio 2023 la Commissione Europea ha pubblicato il Green Deal Industrial Plan, ovvero un programma strategico che presenta come tema principale il raggiungimento di un’industria europea green. Lo scopo è fornire delle linee guida specifiche per rafforzare la competitività dell’industria UE a zero emissioni e accelerare la transizione verso la sostenibilità, creando un contesto più favorevole alla produttività.

Il programma si basa su quattro pilastri: un contesto normativo semplificato, un più rapido accesso ai finanziamenti, la crescita delle competenze e il sostegno al commercio tra catene di approvvigionamento resilienti. Anche se è ancora presto per capire quali ricadute concrete si avranno sul comparto moda sostenibile e circolare, quello che è certo è che coinvolgerà ogni tipo di industria. Vediamo un approfondimento dei quattro punti.

Per il primo pilastro del Piano, che si basa sulla semplificazione del piano normativo, la Commissione proporrà: un Net-Zero Industry Act, volto a sostenere la produzione di tecnologie e prodotti indispensabili per gli obiettivi di neutralità climatica, garantendo anche procedure di autorizzazione semplificate e più rapide per la definizione di progetti strategici europei volti alla sostenibilità. Inoltre, a integrare il piano ci sarà una proposta normativa che riguarderà la sicurezza di accesso all’approvvigionamento delle materie prime critiche, con il piano dedicato Critical Raw Materials, tra cui: litio, cobalto, grafite e nichel, indispensabili per costruire batterie, celle a combustibile, turbine eoliche e pannelli fotovoltaici. Si tratta di tecnologie chiave per promuovere l’innovazione e il percorso verso la transizione ecologica che si vuole ottenere entro il 2050. Un’ulteriore riforma prevista riguarda l’assetto del mercato dell’energia elettrica al fine di fornire ai consumatori costi più prevedibili e inferiori sull’energia rinnovabile.

Il secondo pilastro riguarda l’accesso più rapido ai finanziamenti per l’industria a zero emissioni proponendo un quadro temporaneo di crisi e transizione (TCTF) che mira a semplificare le procedure per gli aiuti di Stato ai progetti di tecnologia rinnovabile. Quindi, la Commissione prevede di estendere le disposizioni in materia di aiuti a tutte le tecnologie rinnovabili; semplificare ulteriormente le disposizioni sugli aiuti che riguardano la decarbonizzazione dell’industria; migliorare il sostegno agli investimenti per la produzione di tecnologie sostenibili. In generale, la Commissione sembra prevedere una maggiore flessibilità al fine di sostenere le misure volte alla transizione e la semplificazione delle approvazioni per importanti progetti di comune interesse europeo.

Verrà, inoltre, agevolato l’utilizzo dei fondi esistenti dell’Unione Europea che finanziano innovazione, produzione e diffusione di tecnologie sostenibili, quali REPowerEU, InvestEU e il Fondo per l’innovazione.

Il terzo pilastro del Green Deal Industrial prevede il miglioramento delle competenze eco-sostenibili e digitali. Si tratta di sostegno finanziario che mira allo sviluppo delle competenze della forza lavoro in materia di sostenibilità.

Il quarto e ultimo pilastro riguarda le filiere resistenti, la cooperazione globale e l’apertura commerciale del mercato UE al fine di ampliare la rete di accordi di libero scambio. Si include anche l’approvvigionamento sicuro e globale delle materie prime utili allo sviluppo tecnologico e un’iniziativa di partenariati industriali Clean Tech e Net-Zero, rivolte a tecnologie pulite e a zero emissioni.

L’iniziativa europea segue la corsa legislativa verso un futuro a impatto zero già avviata in diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone, India, Regno Unito e Canada.