Un ingresso importante quello di GianPaola Pedretti in qualità di Exhibition Manager di Expo Riva Schuh & Gardabags, che si inquadra nella strategia del marketplace della calzatura e dell'accessorio di rafforzamento del ruolo internazionale della manifestazione e di riferimento per il mercato. Forte di oltre 20 anni di esperienza in Italia e all’estero, GianPaola Pedretti mette, infatti, al servizio della kermesse rivana il suo know how e le competenze acquisite nell’ambito del marketing (anche digitale), della strategia e delle pubbliche relazioni con gli stakeholder, per garantire una supervisione delle attività fieristiche a 360 gradi (dal coordinamento del team commerciale alla gestione degli spazi espositivi). GianPaola Pedretti vanta, infatti, nel proprio curriculum un triennio in Russia come referente di import-export di una società locale, che le ha permesso di affinare quelle conoscenze – in termini di management, gestione d’impresa e risorse[1]- che le sono state fondamentali, quando, di ritorno in Italia, si è dedicata al mondo delle fiere. Dopo un’esperienza con la fiera di Brescia, ha lavorato per 16 anni in Veronafiere, dove ha ricoperto  una pluralità di ruoli: Exhibition Manager, responsabile dell’internazionalizzazione, business development e marketing strategico. Oggi che entra a far parte del team di Expo Riva Schuh-Gardabags guarda con occhi di innovazione e internazionalizzazione al futuro della manifestazione.

Che cosa ti ha convinto ad entrare a far parte della grande famiglia di Expo Riva Schuh?

L’industria della calzatura e del fashion non faceva parte del mio background lavorativo e quindi il progetto che mi è stato presentato da Expo Riva Schuh ha avuto per me fin dall’inizio una grande attrattiva, anche per il suo carattere di novità. Riva del Garda, inoltre, è un posto bellissimo, con il suo lago e le sue montagne, dove non può che far piacere trascorrere il proprio tempo, e il mio team di lavoro è molto affiatato. Ma non è tutto: Expo Riva Schuh è una fiera con un suo carattere di unicità e che rappresenta un successo tutto italiano. Si tratta, infatti, di una realtà fieristica di dimensioni relativamente piccole rispetto ad un panorama fieristico mondiale dominato da enti organizzatori e quartieri fieristici di grandi dimensioni, che sono generalmente i soli in grado di realizzare manifestazioni dal carattere internazionale di successo. La kermesse rivana, tuttavia, è stata in grado – attraverso il livello di qualità dei servizi offerti e alla specializzazione raggiunta nell’industria della calzatura – di proporsi nel corso del tempo come l’appuntamento di riferimento a livello mondiale per il settore calzature. Potremmo dire che Expo Riva Schuh/Gardabags, in questo senso, si propone come una sorta di ‘boutique hotel’, capace di avere un’attrattiva internazionale, ma nel rispetto delle piccole dimensioni.

Quali sono i punti fondamentali della tua ‘vision’ su cui focalizzerai maggiormente la tua attenzione?

Prima di tutto i buyer, con l’offerta di servizi nuovi e innovativi dedicati ai compratori e che vanno a segmentare sempre di più la domanda e ad incrociare sempre di più, e soprattutto sempre meglio, la domanda con l’offerta. Conoscere meglio gli espositori da una parte, e conoscere meglio le aspirazioni dei buyer dall’altra, ci aiuterà sempre di più a creare il perfetto ‘match’ tra domanda e offerta, al fine di trasformare la fiera in una perfetta piattaforma di networking e di business. L’obiettivo è che la fiera diventi effettivamente e a tutti gli effetti, ‘the right place to be’, il posto dove incontri la tua community, dove fai un’esperienza, dove ritrovi il tuo mondo anche a livello umano, e naturalmente dove fai business.

L’altro aspetto su cui intendo concentrare la mia attenzione è l’innovazione, cosicché Expo Riva Schuh possa sempre più proporsi in futuro non solo come una grande, bella e completa vetrina di prodotti, ma anche come un vero e proprio motore di innovazione per il settore. Quest’anno, in particolare, e fino a gennaio 2023, l’innovazione seguirà il percorso  della sostenibilità e della tracciabilità di prodotto, con l’obiettivo di portare la calzatura e la pelletteria al pari di altri settori che in quest’ambito hanno investito prima e che si trovano oggi più preparati.

Il terzo elemento su cui voglio focalizzare la mia attenzione e i mie sforzi è l’inclusività: mi piace pensare che la calzatura sia un bene di consumo che ‘calza’ letteralmente tutta l’umanità, e che ha un impatto molto importante nella vita delle persone. il fatto che Expo Riva Schuh si proponga da sempre come la fiera di riferimento per la calzatura di volume, significa che da sempre pone al centro della propria offerta una calzatura che entra nel quotidiano di ogni persona nel mondo, e che incide nel budget quotidiano di ognuno di noi. Quindi parliamo di un bene di per sé molto inclusivo. Pensare che nella fiera di Riva si ‘calza il mondo’, fa riflettere sul ruolo stesso di questa manifestazione. In questo senso abbiamo in cantiere una serie di iniziative di ‘sorprese’ da riservare ad espositori e visitatori….

C’è un aspetto della prossima edizione che ti sta particolarmente a cuore e che vuoi sottolineare?

Sicuramente lo sforzo che sta facendo la fiera, con l’aiuto di ICE e del Governo italiano, per potenziare l’incoming straniero. Questo significa, nel concreto, predisporre un programma specifico per i buyer e puntare con consapevolezza non solo all’Europa, ma anche all’extra Europa: penso ad esempio all’Africa (nord e centro Africa), al centro Asia e agli Usa. Si tratta di una novità che riveste una grande importanza sia per gli espositori – che possono così ritrovarsi in un contesto fieristico di aziende altamente profilate -, sia per i buyer – che possono vivere quella ‘community’ di cui parlavo prima. Questo significa che solo a Riva, e in questo contesto di fiera, posso non solo trovare i prodotti di mio interesse e che richiede il mercato, ma anche incontrare persone del mio settore provenienti da tutto il mondo: dall’Azerbaigian come dalla Costa d’Avorio, dagli Usa come dalla Svezia. Solo nel ‘qui’ e ‘ora’ incontro il mondo della calzatura.

Un secondo aspetto che mi sta a cuore e che caratterizza da sempre Expo Riva Schuh è la ‘fiera diffusa’. Il fatto che la fiera coinvolga non solo i padiglioni fieristici, ma anche gli hotel di Riva del Garda, è un grande valore aggiunto e una sua peculiarità. Questo perché a differenza di altre fiere anche molto conosciute, la città di Riva è in questo caso coinvolta non tanto con esperienze di tipo leisure o che avvengono al termine dell’orario fieristico, ma proprio con un’esperienza business, che si svolge in contemporanea nei padiglioni fieristici e negli hotel.

C’è qualche salone o iniziativa in giro per il mondo che ti ha particolarmente colpita e che influenza la tua visione futura di Expo Riva Schuh-Gardabags?

Oggi si discute moltissimo, in ambito fieristico, dei nuovi format legati alla profonda trasformazione che in tutto il mondo le fiere hanno subito a causa dell’avvento della pandemia. Trasformazione che a mio parere è destinata a durare, perché è cambiato il modo in cui il visitatore e l’espositore ‘vedono il mondo’. Si pensi, ad esempio, alla commistione tra ‘mondo reale’ e ‘mondo digitale’, e alla possibilità di fare business anche senza viaggiare. A mio parere, ciò che conterà sempre di più in futuro è l’esperienza che il buyer e l’espositore possono vivere in fiera, e che è legata indissolubilmente  a ‘quel luogo’ e a ‘quel momento’. Il ‘qui’ e ‘ora’, tipici del momento fieristico fisico, diventano quindi due asset di un’esperienza che appare oggi sempre più complessa e che comprende non solo il business, ma anche il learning, il networking e la casualità. Che cosa intendo per casualità? Quando navigo su internet alla ricerca di un prodotto, mi dirigo verso quello che ho in mente; quando, invece, sono in fiera, posso anche imbattermi in uno stand che ha prodotti di mio interesse e che tuttavia non cercavo. Questo è un grande valore aggiunto dell’esperienza fisica in fiera. L’abilità dell’organizzatore di una manifestazione fieristica è allora proprio quella di inserire nella propria offerta una varietà tale di prodotti da essere in grado di rispondere alle esigenze del buyer, ma anche del mercato, con prodotti che il visitatore non sa ancora che sono di suo interesse.

Oltre al fattore cruciale dell’esperienza fatta in fiera, c’è quello della community. La community si consolida durante tutto l’arco dell’anno sulla piattaforma, con una formula a livello di ‘engagement’ che deve essere capace di trasferire l’esperienza vissuta in fiera, durante tutto l’anno. Questo significa creare dei servizi distintivi per quello specifico mercato. Stiamo lavorando molto in questa direzione con iniziative come il nuovo servizio Business Scout, molto curato e su misura del visitatore.