Questa edizione della fiera di Riva del Garda è la prima in cui ci si sente effettivamente più liberi dall’ombra della pandemia, nonostante siano intervenute altre gravi situazioni, come la guerra in Ucraina. Come rispondono la fiera e i professionisti del settore a tutto questo? Con Alessandra Albarelli vediamo come Expo Riva Schuh & Gardabags continui il percorso di innovazione intrapreso.

Alessandra Albarelli – Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi

Dopo la pandemia è arrivata la guerra. Sembra non esserci fine alle difficoltà. Come vedete reagire il settore dal vostro osservatorio?

“Nonostante le generali difficoltà del mercato – il calo dei consumi, la scarsità di risorse e approvvigionamenti, le gravissime difficoltà legate alla guerra e alle ultime restrizioni retaggio del Covid – osserviamo anche gli effetti positivi della fine della pandemia.

Questa edizione della fiera è ricca di segnali positivi, come il ritorno di presenze importanti dalla Cina. Anche se i viaggi d’oltre oceano e gli spostamenti subiscono ancora degli impedimenti, la produzione cinese sarà presente in manifestazione, sia con espositori in carne e ossa, sia con campionari presenti sugli scaffali e interlocutori collegati online, grazie all’innovativo progetto dell’Hybrid Service. Dopo l’edizione sperimentale di gennaio, questo servizio ibrido si è dimostrato uno strumento quanto mai efficace e apprezzato. Durante la fiera di giugno, infatti, saranno più di 40 gli stand ibridi. Ciò significa che in fiera sarà presente un’ampia produzione cinese a disposizione dei visitatori.

Un sentore di generale positività si evince anche dal ritorno di buyer che, nelle edizioni precedenti, sono stati costretti a rinunciare a causa del Covid. La Germania, dopo l’Italia, tornerà a essere il paese più presente in fiera: i grandi compratori europei tornano a muoversi come prima della pandemia. Si sente nell’aria una maggiore serenità e una ritrovata necessità di stare fisicamente in fiera, di avere un contatto diretto con le persone, di toccare con mano le produzioni”.

Quale ritiene sia la novità più importante dell’edizione di giugno?

“Senza dubbio la massiva presenza di hosted buyer. Grazie al programma di internazionalizzazione di Agenzia ICE, Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (in inglese ITA – Italian Trade Agency), ma anche grazie ai nostri delegati che hanno invitato personalmente compratori di caratura internazionale. I fedelissimi torneranno con il solito entusiasmo, e a loro si aggiungeranno oltre cento nuovi buyer che non vedono l’ora di essere in fiera. Da notare che la risposta dei compratori è stata pronta e immediata: è chiaro il desiderio di ricominciare davvero a fare affari”.

Tutte le fiere sembrano a caccia di una nuova identità. Cosa ci dobbiamo aspettare dagli sviluppi futuri di Expo Riva Schuh & Gardabags?

“La nostra manifestazione continua a essere la fiera di calzature di volume leader nel mondo. Ma oggi questo non basta più. Oltre ad avere un’identità, bisogna rafforzarla prevedendo nuovi servizi a favore dei buyer che cambiano ed evolvono le loro esigenze di pari passo alle rinnovate condizioni del mercato e del sistema distributivo.

Il nostro compito è lavorare per mantenere un’identità forte, oltre a fornire sempre servizi aggiornati che facilitino l’incontro tra domanda e offerta durante la manifestazione”.

Qualche anticipazione?

“Posso solo preannunciare un servizio, su cui lavoriamo da tempo, e che sarà attivato e messo a disposizione di tutti dalla prossima edizione di gennaio 2023. Nuove modalità di Business Scout per i buyer che permettano loro di trovare i prodotti di cui hanno bisogno, rispetto al budget a disposizione e ai canali distributivi in cui operano. Il nostro obiettivo è migliorare e ottimizzare la loro presenza in fiera rendendo l’esperienza quanto più efficace e proficua”.

Da tempo dimostrate grande attenzione per il tema sostenibilità. Quali le prospettive sull’argomento?

“Parlare di sostenibilità è ormai imprescindibile. Soprattutto per una fiera come la nostra che favorisce business dai volumi importanti, e che quindi può contribuire a spingere il settore della calzatura a livello mondiale verso un approccio sostenibile. Lo facciamo organizzando incontri e seminari, durante e dopo l’evento fieristico, suggerendo modelli produttivi alternativi, fornendo spunti sulle leve di impatto sia della produzione che della distribuzione, e indicando strumenti ed esempi concreti e virtuosi già presenti nella filiera della calzatura. Per noi è fondamentale e di grande interesse portare il tema sostenibilità in fiera, così da dare il nostro contributo concreto e diventare un acceleratore della tendenza green”.

È passato un po’ di tempo dall’inizio del suo mandato. Un tempo molto difficile da affrontare. Di cosa è maggiormente orgogliosa?

“Sono molto orgogliosa che la fiera non abbia mai smesso di investire sull’ascolto, l’interazione e la relazione con espositori e visitatori. In una parola: con le persone. Abbiamo messo a disposizione, aumentando e qualificando lo staff, più risorse destinate a incrementare la quantità e qualità dei servizi. Abbiamo iniziato e continuato a guardare all’innovazione, non solo rispetto al tema della sostenibilità, ma anche dello sviluppo di retail e distribuzione, cercando di intercettare e supportare i cambiamenti del settore per essere, in quanto fiera, propulsori di innovazione”.