Eccesso, colore, edonismo esagerato: gli anni Ottanta hanno cambiato per sempre il corso della storia della moda, modificando in modo irreversibile gli equilibri del fashion business mondiale. Gli Eighties, destinati a tornare ciclicamente nelle tendenze moda dei decenni successivi sono stati, infatti, un periodo di enormi mutamenti le cui conseguenze sono ancora nettamente percepibili. In primis l’aver spostato il primato stilistico (ed economico) del sistema-moda dall’haute couture al prêt-à-porter. Un passaggio epocale che ha aperto le porte a una pluralità di stili capaci di caratterizzare la filosofia delle diverse griffe. È alle strade di New York, più che ai salotti dell’alta borghesia parigina, che i fashion addicted guardano, ammaliati dal mito della carriera, del successo, del denaro e del potere che i media statunitensi mostrano a ciclo continuo.
Sono gli anni in cui gli Young Urban Professional, chiamati comunemente Yuppies, giovani rampanti e sempre impeccabili, iniziano a rendere palese anche nel look di ogni giorno il loro successo. Un’affermazione che trova la sua protagonista assoluta nella donna, rampante, aggressiva, di successo, felice di mostrare anche nell’abbigliamento il nuovo ruolo rappresentato all’interno della società. Largo, così, ai tailleur dalle spalle ampissime e dalle gonne rigorosamente a tubo, alle camicette inamidate di foggia maschile e ai mezzi tacchi, comodi ed eleganti. Il cosiddetto “Dress for Success”, così ribattezzato da stilisti come Armani e Versace che hanno proprio in questo decennio la loro consacrazione mondiale: spalle larghe, dunque, per la donna, come quelle dell’uomo, a testimoniare la capacità di affrontare le grandi sfide della vita e, allo stesso tempo, quella posizione di potere tanto agognata e finalmente guadagnata.
Il Musée des Arts Décoratifs di Parigi celebra gli anni Ottanta con una grande mostra dal titolo “Années 80. Mode, Design Et Graphisme En France”, che ripercorre attraverso settecento opere – tra cui abiti, oggetti di design, mobili, manifesti, fotografie, video musicali, copertine di dischi e fanzine – il decennio che risuona in Europa come un punto di svolta politico e artistico nei settori della moda, del design e della musica. L'esposizione è scandita da tre temi che riflettono la grande varietà di idee e forme di quegli anni: una nuova era politica e culturale, l’affermazione del design e il nuovo corso del sistema moda. Non a caso, l’esposizione punta molto sulla dicotomia design/moda.
Gli anni Ottanta hanno visto la nascita di una nuova generazione di artisti elevati al rango di superstar, come Olivier Gagnère, Elizabeth Garouste e Mattia Bonetti, Philippe Starck, nel campo del design e stilisti ormai considerati mitologici come Jean Paul Gaultier, Thierry Mugler, Gianni Versace e Giorgio Armani. Così come le case si riempiono di oggetti di arredo scelti in base alla loro estetica non solo alla loro funzionalità, anche gli armadi iniziano a essere inondati di abiti appariscenti, luminosi, in un trionfo di dettagli giovanili e trendy che non passano inosservati. Farsi notare è il minimo comune denominatore che accompagna la cultura del decennio, straripando in ogni suo elemento.
È la consacrazione del mito americano che segna il declino definitivo degli ideali della vecchia Europa in nome di una cultura pop che ha nell’arte di Andy Warhol e di Basquiat e in Madonna, icona mondiale della pop-music, i suoi simboli indiscussi. Fatto sta che nell’arte, nella musica, nel design, nella moda, gli Eighties rappresentano un fenomeno ancora interessante da studiare e prendere a modello. Dai musei alle passerelle il passo è breve. Durante l’ultima New York Fashion Week, Tom Ford ha presentato al pubblico una collezione per la Primavera/Estate 2023 fortemente ispirata agli anni Ottanta. Capi metallici, paillettes e meches vengono indossati con hairstyling cotonati e smokey eyes dal sapore vintage.
Nella collezione compaiono anche stampe animalier, i classici smoking Tom Ford e abiti iper-femminili che seguono le linee del corpo. Si va infatti dai blazer in tessuti metallizzati dal taglio maschile ai giubbotti stile bomber ricoperti di ricami e maxi applicazioni multicolor in un trionfo di paillettes, raso e luminosità. Una collezione scintillante applaudita con entusiasmo, guarda caso, proprio da Madonna che dei collant strappati, t-shirt extra large, giacche di pelle cortissime, maxi gioielli e trucco esagerato aveva fatto negli anni Ottanta la sua imitatissima cifra stilistica. Da New York a Parigi il passo è breve. Sulle passerelle della Paris Fashion Week sfila la collezione Donna Primavera/Estate 2023 di Junya Watanabe. La sfilata dello stilista giapponese è un tripudio di abiti di tartan dalle spalle larghe, assemblaggi di tulle, creste punk e una pioggia di catene e perle che ricoprono vestiti e scarpe. Un omaggio al New Romantic britannico degli anni Ottanta rivisitato, però, in chiave contemporanea.