Il conflitto in Ucraina è iniziato il 24 febbraio 2022, Yulia era atterrata da sole tre ore a Kiev quando sono iniziati i primi bombardamenti. Veniva proprio dall’Italia, più precisamente dal MICAM di Milano: “È stato tutto così strano. Tornare nel mio Paese dopo solo qualche giorno e trovare la guerra”.

Julia Guzenko – Imprenditrice Ucraina, brand Giardini

Durante l’edizione di giugno 2022 di Expo Riva Schuh & Gardabags abbiamo incontrato Julia Guzenko, imprenditrice Ucraina e proprietaria di Giardini, catena di negozi di calzature e borse. La sua storia ci ha fornito uno scorcio sullo stato del mercato Ucraino in questi mesi di guerra e della situazione in cui versa la popolazione. Non possiamo negare che ascoltare il suo racconto fatto di parole di gratitudine per chi l’ha aiutata e di tanta forza e determinazione, ci ha commosso. Per la prima volta un’intervista senza domande, fatta solo di ascolto, silenzio, sconcerto, riflessione.

Dopo dieci giorni da quel fatidico rientro in patria, il 7 marzo, Julia ha riaperto uno dei suoi negozi. Perché ha deciso di farlo? “Molti nostri clienti – racconta Julia – dovendo fuggire dalle loro abitazioni, potevano portare con sé solo una valigia con qualche jeans e qualche maglia, non molto di più. Dovevano spostarsi dalla loro città, dalle loro case, verso zone in quel momento più sicure, a nord del Paese. Siccome nel sud dell’Ucraina il tempo è più mite, mentre nelle zone del nord a febbraio fa più freddo, tutti avevano la necessità di indossare scarpe adatte e mi hanno chiesto se potevo fornirgliele. Ho chiamato subito il Trade Center di Kiev e ho chiesto se potevo riaprire uno dei miei negozi. Una situazione surreale: le uniche attività aperte erano supermercati, negozi per animali e farmacie. Alla fine abbiamo aperto, anche se con carenza di personale perché tutti stavano fuggendo. Da quel momento siamo ripartiti”.

Durante i primi tre mesi di guerra ha perso cinque negozi: due a Kherson, altri due a Odessa, che erano all’interno del Trade Center che è stato bombardato, e un altro a Mykolaïv, la sua città natale. “Ho vissuto lì per 22 anni. Era la città in cui avevo tutto: negozio, ufficio, appartamento… tutta la mia vita. Adesso è tutto chiuso, i negozi sono stati distrutti e sembra davvero difficile immaginare di ricostruire”.

Ma Julia non è certo una donna che si arrende, anzi a giugno scorso ha aperto un nuovo negozio a Kiev e il suo progetto è quello di aprire molti altri punti vendita entro la fine di dicembre 2022. Il suo desiderio è tornare ad avere 20 negozi come prima della guerra. “So che è molto difficile ma sono convinta che dobbiamo lavorare ancor più duramente perché grazie al lavoro e agli affari riusciremo a resistere. Noi abbiamo riaperto i nostri negozi in tutte le città in cui è stato possibile, ma ci sono ancora molti paesi in cui non si può né lavorare né vivere perché completamente distrutti, città che sono state praticamente cancellate. Ma noi ucraini siamo forti e coraggiosi. Anche se è impossibile da credere, le persone ricostruiscono le strade subito dopo i bombardamenti. Ricostruiamo ogni giorno”.

Julia e tutta la popolazione vivono in una condizione di ansia e paura. Vedono persone che quotidianamente perdono tutto, in alcuni casi sono proprio loro quelle persone che rimangono senza casa, senza macchina, senza niente, condannate a ripartire da zero.

“Io mi reputo tra i più fortunati, non sono ripartita completamente da zero”, dice Julia, “perché parte dei miei negozi sono attivi e possiamo lavorare. Abbiamo commissionato ordini per due stagioni ai nostri partner in Italia, Spagna, Portogallo e Brasile con cui collaboriamo da 15 anni. Si tratta di ordini fuori tempo massimo, per cui devo davvero ringraziare tutti quei produttori che ci hanno dato la loro disponibilità e ci hanno sostenuto”.

Julia ci saluta così: “Questa guerra finirà. A Kiev stanno tornando persone, soprattutto giovani tra i 22 e i 35 anni, che vogliono essere parte della storia e sentono una forte connessione con il proprio Paese. Io sono orgogliosa di essere Ucraina e sono felice di essere riuscita a partecipare a questa fiera, l’atmosfera è così calorosa. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato e fatto sentire il loro supporto”. Silenzio e riflessione.