Presentata nell'orto urbano sul tetto del Brooklyn Grange con una sfilata gioiosa e adrenalinica, la coloratissima collezione SS22 attinge direttamente al cuore pulsante di Collina Strada. I pezzi chiave — abiti con volant e pantaloni cargo XXL, pensati per essere abbinati fra loro—evocano lo stile delle ragazze skater degli anni '00. I dress svolazzanti e le tute eleganti, le borse dalle forme naïf, sovrapposizioni e mix&match, tutti realizzati con materiali di recupero, deadstock e vintage, incarnano la filosofia del brand newyorkese in chiave inclusiva, genderfluid, sostenibile e radicalmente ottimista. Fondato nel 2009, Collina Strada (nessun significato specifico, solo parole che stavano bene insieme, racconta la designer) non è solo divenuto  nel tempo un brand di culto delle fashioniste più originali, ma ha anche attratto intorno a sè una vera e propria community di collaboratori e muse provenienti dal mondo dell'arte, della musica e del teatro, attratta dalla visione del brand basata su autenticità e inclusività. "La sostenibilità è un viaggio," si legge nella dichiarazione di intenti del marchio. Oltre a essere un caposaldo dell’azienda, l’approccio alla sostenibilità di Collina Strada—un mix di volontà di ferro, trasparenza e sfacciataggine —è una vera e propria missione per la quale la sua intera community si batte. La maggior parte dei capi di Collina Strada è realizzata con scarti di magazzino e materiali riciclati provenienti dalle passate collezioni del brand e grazie alla collaborazione con la Fondazione no profit OR, dal notorio mercato Kantamanto di Accra (Ghana), enorme market di seconda mano da oltre 25 milioni di capi ogni mese, di cui il 40% è destinato a finire in discarica ma anche nell'oceano. Oltre a fare upcycling, Hillary è costantemente alla ricerca di materiali innovativi a basso impatto ambientale come ad esempio il sylk, materiale simil-seta ottenuto dagli scarti naturali di cespugli di rose e steli. Inoltre, Collina Strada opera a livello locale, riducendo ulteriormente l'impatto dei propri capi: tutti i suoi abiti sono cuciti internamente presso lo studio del marchio, e la produzione arriva fino a un massimo di 500 pezzi.  L'attività così improntata alla piccola scala permette piano piano a Hillary Taymour di avvicinarsi all'obiettivo di essere 100% sostenibile. Tuttavia attraverso la collaborazione con aziende più grandi—come Reebok e Levi's, per citarne alcune— spera non solo di riuscire a comunicare il suo messaggio a un pubblico più ampio, ma poter influenzare un processo di cambiamento reale. "Per quanto Collina Strada sia sostenibile, esercita comunque un impatto relativo all’interno del settore moda nel suo complesso. Lavorare con una griffe o marchio noto può fare la differenza, ed è ciò che contribuirà a cambiare le cose per davvero".