Archiviato il 2017 con indicatori moderatamente positivi – produzione oltre le 190 milioni di paia, export a 9,2 miliardi di euro (record degli ultimi 15 anni) e saldo commerciale a 4,54 miliardi di euro, +8,5% rispetto al 2016 – che avevano alimentato la speranza di una ripresa, il comparto riunito a Milano il 19 giugno in scarpe-6Assemblea Nazionale affronta la delusione di un primo trimestre con il freno tirato: “Il 2018 si è aperto con un rallentamento nelle vendite estere e nei ritmi produttivi. – ha annunciato il presidente Annarita Pilotti – L’export registra un timido +0,1% in valore, ma cala di oltre il 3% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre, preoccupano alcune criticità in determinate aree di sbocco internazionali. In particolare, in CSI il recupero rilevato nel 2017 si è interrotto e i primi tre mesi del 2018 registrano -7% in valore e -2% in quantità, con flessioni del 10% per la Russia. Si conferma anche la frenata in Far East (-6,3% in valore), dove l’ulteriore crescita di Cina e Corea del Sud non è bastata a compensare le perdite di Giappone e Hong Kong”.
Il mercato dell’UE, quello dove sono dirette 7 paia su 10 esportate, presenta un andamento deludente (+0,3% valori e -6% quantitativi), segnando volumi negativi di oltre 10 punti ass-scarpe-3-copiapercentuali in mercati chiave come Francia, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. Extra-UE, ad eccezione dell’area CSI che inverte decisamente la rotta, tutti gli altri mercati approfondiscono le dinamiche evidenziate nel 2017: la Svizzera con +10% in valori e quantitativi consolida il ruolo di hub logistico; gli Usa allargano la forbice tra volumi e spesa (+10% e -10,2%); il Canada, anche grazie al CETA, segna +23% nei volumi.
Riprendono vigore le importazioni (+5%), con la Cina che segna +10% nei volumi, ma il saldo commerciale resta ancora largamente positivo a a 1.069 milioni di euro, segnando però -6% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Quale strategia per superare l’attuale congiuntura? Le aziende associate rispondono concordi: puntare sul promettente mercato USA, e sul mix tra ricerca dei nuovi mercati, razionalizzazione dei costi e innovazione di prodotto.