La ripresa è già avviata e, anche se a due velocità – più rapida in Asia e Americhe, più lenta in Europa – e sotto la minaccia di spinte inflazionistiche, il sentiment dei calzaturieri e dei pellettieri sul futuro è, tuttavia, largamente ottimista. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Enrico Cietta per Expo Riva Schuh – Gardabags: presidente del nuovo Comitato Scientifico che curerà per la fiera i contenuti del programma di eventi di Expo Riva Show e Ceo di Diomedea, ha presentato i dati raccolti durante gli scorsi mesi presso istituzioni, associazioni di produttori e retailer di quattro continenti (per l'approfondimento, vedi box qui sotto), in occasione del live talk: ‘Settore calzaturiero, pelletteria e accessori: che cosa aspettarsi nei prossimi mesi’. Nel panel dell'incontro, anche il vice-presidente del Comitato Scientifico e Ceo di Edizioni AF e Arsutoria School, Matteo Pasca, la chief executive manager di BFA-British Footwear Association Lucy Reece Raybould, e Manfred Junker, general manager di HDSL, l'associazione tedesca della calzatura e pelletteria.

Enrico Cietta
Matteo Pasca
Lucy Reece Raybould
Manfred Junker


“Per la calzatura, il 75% degli intervistati guarda con ottimismo al futuro e si aspetta di veder crescere la produzione nel secondo trimestre del 2021 – spiega Enrico Cietta. Anche l'export sperimenterà una accelerazione, ma in misura minore rispetto alla produzione, mentre i consumi rifletteranno lo stesso andamento della produzione, con una crescita meno polarizzata”. Il settore pellettiero e soprattutto travel che ha sofferto di più per le limitazioni dei viaggi su scala internazionale, si attende invece una ripresa più lenta, non sistemica, legata alle condizioni dei diversi mercati nazionali e condizionata dal fatto che si tratta di prodotti il cui acquisto può essere posticipato più facilmente.

Le spinte inflazionistiche che stanno alzando il costo delle materie prime e dei trasporti rappresentano un'altra incognita, e possono avere ricadute sia sui consumi, che sul trend delle esportazioni che si prevede sarà più focalizzato intra-area. Altra conseguenza per l'effetto della crescita dei costi, è l'erosione dei margini sulle vendite.

La digitalizzazione è un altro elemento destinato a giocare un ruolo sempre più importante nel futuro: “Sicuramente le vendite online sono destinate a crescere ulteriormente, anche a crisi finita, e si attende che l'80% del mercato vada online nel prossimo futuro – spiega Matteo Pasca. I player che vengono dal retail tradizionale devono digitalizzarsi al più presto, dedicando personale e competenze all'evoluzione di questo canale, mentre i digital born devono puntare su una maggiore interattività per accrescere la performance e il tasso di conversione”.

Nonostante si ritenga che la UK sia già fuori dalla crisi, Lucy Reece Raybould è piuttosto scettica su un'effettiva ripresa del mercato: “Le nostre aziende stanno ancora lavorando tre giorni su cinque – spiega – e le vendite di calzature interessano soprattutto sleepers, sneakers e comfort shoes. Gli stock di invenduto sono alti… Noi comunque continuiamo a puntare sull'innovazione e la sostenibilità, che rappresentano una sfida ma anche un'opportunità per raggiungere i diversi mercati. Sul mercato domestico, i costi logistici alti stanno favorendo il prodotto nazionale, rispetto a quello proveniente da Spagna, Portogallo e Italia”.

In Germania, il più importante mercato europeo per il consumo di calzature e pelletteria, durante la pandemia si è assistito al crollo della calzatura fashion e business a vantaggio di quella comfort, sportiva, bambino e safety. Al crollo della valigeria per effetto dello stop del turismo. “Siamo però ottimisti sul futuro – spiega Manfred Junker. Il nostro Governo ha supportato i lavoratori che sono stati fermi durante la crisi e che, non avendo potuto spendere, visto che i negozi erano chiusi, hanno addirittura risparmiato. Da una ricerca recentemente condotta dal Deutsch Research Institute, i tedeschi non vedono l'ora di spendere: primo in smartphone e, secondo, in calzature di lusso! Quindi siamo convinti che i consumi cresceranno in modo sensibile nei prossimi mesi. Quanto invece al commercio estero, sono diversi i fattori che impatteranno: sicuramente la crescita dei costi delle materie prime e della logistica, ma anche l'emergere di tendenze protezionistiche”.


Mercato calzaturiero e pellettiero, il 2021 anno della ripresa

Avendo toccato il minimo storico degli ultimi 20 anni nella produzione di calzature nel 2020 a causa della pandemia del Covid-19, non sorprende che la produzione di calzature nel primo semestre 2021 abbia registrato una forte accelerazione. La ricerca condotta dal Comitato Scientifico di Expo Riva Schuh & Gardabags evidenzia che 51% dei paesi produttori era già in crescita all'inizio dell'anno: 

soprattutto l'Asia, la prima ad uscire dall'epidemia, e l'America, anche se in modo disomogeneo, a seconda delle limitazioni adottate dai diversi paesi. L'Europa invece è quella che è stata più penalizzata dalla situazione.

Per il secondo semestre 2021, l'indagine di mercato prevede una forte ripresa dei volumi produttivi, con ¾ dei paesi produttori in crescita: le sacche recessive sono limitate a pochi casi e, in generale, la maggior parte degli intervistati, è ottimista. In questa fase, lo scenario tra Asia e Europa si avvicina, mentre l'America Latina resta disomogenea.

Le ragioni della ripresa in questa fase sono quattro:

Ripresa dei consumi nazionali: con i first comer che continuano l'onda lunga della ripresa e con l'Europa che si affaccia alla crescita il saldo degli ottimisti a livello mondiale sale al l'84,9%,. Più importante la crescita dei consumi interni (tra +5% e +9%), che sarà ovunque legata all'andamento della pandemia e delle campagne vaccinali.Tendenze inflattive: l'aumento dei prezzi di materie prime e logistica, anche se costituisce una minaccia per i produttori, secondo gli intervistati non dovrebbe disinnescare la crescita.Export, già in ripresa nel primo semestre e in questa fase più rivolto alle singole aree continentali, nel secondo semestre dovrebbe crescere ulteriormente (il 62,1% degli intervistati è positivo, dato inferiore a quello della produzione ma nettamente superiore a quello del primo semestre attestato al 49%). Ci sarà quindi un miglioramento, ma con aree di incertezza legate a possibili blocchi per il ritorno della pandemia e conseguenti rallentamenti di scambi a livello regionale o nazionale. Si segnala anche che la chiusura di alcune frontiere ha modificato i flussi dell'export, consentendo la crescita di nuovi paesi clienti.Export e ripresa degli scambi tra aziende: l'aumento del flusso delle esportazioni è più contenuto rispetto alla crescita della domanda interna. Le risposte dei paesi produttori fanno pensare che saranno più facilmente ricostituiti gli stock destinati ai consumi interni rispetto a quelli legati agli scambi internazionali. La pelletteria presenta significative differenze rispetto al settore calzaturiero: nel primo semestre 2021 segna ancora volumi produttivi in recessione, è caratterizzato da una ripresa polarizzata e ha come driver di crescita le esportazioni. Ma già nella la seconda parte del 2021 ci sarà l'inversione di tendenza.

Per quanto riguarda la produzione: nel primo semestre il saldo dei rispondenti era nettamente negativo: -81%, mentre nel secondo balza al +57,5%, ma la crescita varia da paese a paese e non per area geografica come per la calzatura, ed è meno generalizzata e sistemica, oltre che di minore intensità. Ciò è legato a diversi fattori:

competitività dei clienti: la buona salute dei mercati di riferimento fa la differenza. La specializzazione di alcuni sistemi produttivi per tipo di prodotto, posizionamento di prezzo o canale distributivo favorirà la ripresa, mentre per altri la renderà più difficile e meno sicura. Domanda interna e tassi di cambio: incideranno di meno, tuttavia, fatta salva l'Europa che ha una moneta unica, gli altri sistemi nazionali dipendono dalla volatilità del cambio proprio e quello dei diretti concorrenti. Le esportazioni: costituiscono il grande driver di crescita. Nel primo semestre, i flussi export hanno superato quelli della produzione, e le previsioni per la seconda metà dell'anno rafforzano il trend positivo soprattutto grazie alla ripresa della domanda nei mercati chiave (l'80% dei rispondenti è ottimista, percentuale addirittura superiore a quello delle calzature). Il ritorno alla crescita del settore pelletteria, quindi, sembra dipendere dalla capacità di aver scommesso sul mercato “giusto”. La polarizzazione tra paesi in forte accelerazione e quelli in recessione si attenuerà lentamente nel corso del secondo semestre, con i paesi positivi che diminuiscono il tasso di crescita e quelli che lo scorso semestre erano in recessione che tornano ad una sostanziale stabilità. In particolare, la sorte dei canali tradizionali del retail appare come elemento decisivo in alcuni paesi: l'adattamento al digitale da parte del sistema retail sembra essere stato più lento, complice il fatto che i consumatori sono stati più disposti a rimandare l'acquisto per questo tipo di prodotto. Nel secondo semestre, anche se accelereranno, i consumi domestici saranno legati a fattori come aumento dei prezzi, reddito dei consumatori, crisi economica.