La scelta e la preparazione del pellame, il taglio sotto gli occhi attenti di maestri artigiani che hanno fatto la storia della borsa e che custodiscono ancora oggi i segreti della lavorazione, una maestria che si tramanda di generazione in generazione: queste le prime fasi di una lavorazione articolata e minuziosa, che ancora oggi si cela dietro ogni borsa firmata Andrea Cardone, marchio napoletano che dal 2006 ha fatto dell’eccellenza Made in Italy il proprio biglietto da visita nel mondo. Abbiamo incontrato il titolare, Andrea Cardone, per conoscere la nuova collezione invernale presentata a Expo Riva Schuh – Garda Bags lo scorso gennaio e i progetti per il futuro.

Ci racconti la nuova collezione presentata in anteprima a Riva del Garda…

La nostra nuova collezione invernale si caratterizza per lo stile molto minimal ed essenziale, ma al contempo attento e curato negli accessori e nei dettagli. Anche per la prossima stagione, prosegue il mood animalier, con stampe e molto cavallino, ma abbinato a linee pulite. Sono presenti in collezione anche borse dai volumi medio-grandi, ricercate da mercati come gli Stati Uniti, ma non mancano proposte dai volumi più contenuti e curate nei dettagli, che sono la nostra cifra distintiva, rivolte ad una clientela molto selettiva in mercati come il Giappone e in generale l’Oriente.

Quali sono i Paesi emergenti che rappresentano oggi l’insidia maggiore per il prodotto Made in Italy?

Cina e India sono i paesi che fanno maggiormente concorrenza al prodotto italiano, grazie alla loro politica dei prezzi, anche se a mio parere il Made in Italy è imbattibile per rapporto qualità/prezzo.

Il problema della crescita dei prezzi delle materie prime come ha inciso sul vostro business?

Uno dei problemi che abbiamo riscontrato quest’anno è sicuramente l’aumento dei prezzi delle materie prime, che ritengo ingiustificato e frutto soprattutto di pura speculazione, e che ci ha tuttavia costretto ad applicare incrementi del 15-20% al nostro listino prezzi.

In questo momento così difficile, cosa vi richiedono maggiormente i buyer, sia a livello di prodotto, sia di servizio?

I buyer sono disorientati di fronte all’andamento di questa pandemia, che sembrava potersi dire ormai alle spalle e che invece purtroppo condiziona ancora le nostre vite. In questa situazione di grande incertezza generale, è difficile per tutti avere delle prospettive future a lungo termine e diventa quanto mai fondamentale  dimostrarsi flessibili e pronti ad adeguarsi, in tempi brevissimi, alle esigenze e alle richieste del cliente, abbandonando l’approccio basato su rigide programmazioni. Bisogna essere ‘pronti’ per quando il mercato sarà pronto a ripartire e rispondere alle sue richieste in tempi rapidi.

Quali sfide per il futuro?

La pandemia ci ha insegnato che è essenziale, oggi più che mai, proporre le nostre novità di prodotto anche online, tanto che abbiamo messo a punto cataloghi e showroom virtuali, anche se a mio parere resta essenziale e insostituibile la partecipazione alle fiere di settore, dove è possibile avere un contatto diretto e dal vivo con i buyer e i visitatori.