“La mia azienda, che esiste da 116 anni, è una pelletteria specializzata nella realizzazione di borse di lusso, tutte ancora realizzate a mano secondo le antiche tecniche della scuola di pelletteria meneghina nel nostro laboratorio in centro a Milano – racconta -. E’ così che è nata la mia passione, giocando fin da piccolo tra i banchi degli artigiani. Vedendoli creare articoli di lusso bellissimi e di altissima qualità, era impossibile non rimanerne affascinato!”

Cosa ti ha convinto a dedicarti al mondo dell’artigianato?

“L’artigianato fa parte del dna della mia famiglia. Da una parte non volevo vedere tutto questo morire, dall’altra volevo poter dire la mia e far trapelare dai prodotti la mia visione creativa. Quello che cerco di fare ogni giorno è custodire e tramandare le antiche tecniche artigianali, cercando al tempo stesso di attualizzare i prodotti, rendendoli adatti alle esigenze e ai gusti moderni”.

Nel tuo lavoro, quale rapporto si instaura con il cliente?

“Un rapporto basato sulla fiducia e su un amore condiviso per il ‘fatto a mano’ e per l’artigianato. Soprattutto quando la cliente richiede un prodotto personalizzato, molto spesso si fa indirizzare da me per individuare materiali e colori più adatti alle sue esigenze. Per me è sempre un grande piacere poter aiutare le mie clienti a scegliere prodotti che possano amare e utilizzare nella loro quotidianità o per eventi speciali. Loro si fidano di me e del mio gusto e mi permettono di entrare nelle loro vite con i miei prodotti, e non c’è niente che mi dia più soddisfazione”.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

“Di solito, trovo ispirazione nel nostro archivio, sia per gli accessori metallici, che per i materiali. Spesso l’idea nasce da un accessorio con una forma o una lavorazione particolare, oppure da tessuti con ricami unici o colori che catturano la mia attenzione e stimolano la mia creatività. Il mio obiettivo è sempre quello di creare prodotti che le mie clienti possano amare e che possano essere compagni delle loro avventure quotidiane. Per me la bellezza delle arti manuali risiede proprio nell’unicità e nell’autenticità di ogni creazione. Non si tratta di meri prodotti commerciali, ma di vere e proprie opere d’arte frutto di abilità, passione e dedizione artigianale”.

Quali stilisti, del passato o contemporanei, sono per te un riferimento nel tuo processo creativo?

 “Tra i miei preferiti ci sono sicuramente Schiaparelli, che ammiro da sempre per il suo gusto irriverente, ma anche Manolo Blahnik, per la qualità dei prodotti e per tutte le innovazioni che ha apportato al settore degli accessori nel corso dgli anni. Senza dimenticare poi Vionnet, che incontra alla perfezione il mio gusto estetico, con il suo connubio tra tradizione e innovazione e il suo stile dalle forme pulite ed eleganti”.

Qual è la tua creazione più iconica?

“Sicuramente il modello Queen, perché esprime alla perfezione i principi di eleganza, pulizia ed artigianalità del brand. Per questa SS24, spicca tra tutte la variante la Queen Mid “1000 fiori”, realizzata in un canvas sostenibile denominato “tussa selvatica”, composto da cotone e seta non trattati. Una vera e propria tela grezza unica, che si dimostra una base perfetta per il ricamo di fiori multicolor realizzato con più di 30.000 punti, espressione dell’alta artigianalità e cura dei dettagli che contraddistinguono tutti i nostri prodotti. La borsa è completata dalla nostra chiusura iconica placcata in oro”.

Ci racconti la tua più recente collezione?

“La collezione AW 24/25 è ispirata ad una bellissima e luminosa notte nel deserto, in cui a far da padrone sono il colore oro nelle sue diverse texture materiche e sfumature cromatiche. Iconico è il ricamo “Costellazioni”, che illumina il velluto nero e navy blu con ricami e strass e che richiama proprio la meraviglia di un cielo stellato. Per la Primavera-Estate 2025 che presenterò a settembre, invece, sono in arrivo tantissime novità – dal ritorno della presenza di una capsule di calzature, ad importanti collaborazioni su cui non posso ancora fare spoiler e che coinvolgeranno delle categorie merceologiche completamente diverse dal mondo degli accessori”.

Quali sono i mercati di riferimento del brand?

“Da sempre la distribuzione dei miei prodotti si è concentrata soprattutto nei paesi asiatici, che si sono dimostrati fin da subito affini al mio gusto stilistico. I maggiori rivenditori in queste zone sono  boutique multibrand di lusso situate in Cina, Corea e Giappone. Per quanto riguarda l’Italia, abbiamo iniziato ad incrementare la distribuzione sul territorio a partire dallo scorso dicembre, con una collaborazione con le boutique PozziLei a Monza, a Treviglio e il concept store Santagatha a Noto. Abbiamo inoltre mantenuto i rapporti con la storica boutique Colognese 1882 a Montebelluna e nei prossimi mesi inaugureremo la collaborazione con Vietti per le boutique di Arona, Domodossola e Gallarate. Su Milano, invece, siamo presenti da sempre con il nostro factory show-room, che le clienti possono visitare per vedere dal vivo e ordinare i nostri articoli, e fino al 1 luglio con un pop up store al 4° piano di Rinascente in piazza Duomo. Resta sempre attivo, infine, worldwide il nostro e-commerce www.amatodaniele.com”

Quanto conta la sostenibilità?

“Per noi la sostenibilità è fondamentale e cerchiamo di affrontare il tema al meglio, ma lo facciamo in modo diverso. Non ci concentriamo sull’utilizzo esclusivo di materiali sostenibili, ma più su una produzione consapevole. Evitiamo deadstock e produciamo quasi esclusivamente su ordinazione, riducendo al minimo gli sprechi. Selezioniamo i materiali con estrema attenzione, evitando tutti quelli 100% poliestere e simili. Inoltre, siamo attenti al riutilizzo di tutti gli avanzi di produzione per la creazione di accessori e piccola pelletteria, come cinture e portafogli, minimizzando gli sprechi”.

Come sta cambiando, a tuo parere, il mondo degli accessori?

“Negli anni è cresciuta la domanda di prodotti firmati, con la spasmodica ricerca del marchio e la saturazione del mercato da parte di articoli omologati. Il risultato è stato quello di gettare sempre più ombra sui prodotti artigianali. Quello che cerco di fare, nel mio piccolo, è lavorare per riportare l’attenzione sull’artigianalità italiana, sul nostro know-how e su prodotti di qualità unici nel loro genere. Credo che, valorizzando la qualità e l’unicità delle creazioni e comunicandole al meglio anche attraverso i social, si possa riuscire a suscitare un maggiore interesse e apprezzamento anche per i prodotti artigianali, dimostrando che c’è ancora un mercato disposto a riconoscere ed acquistare l’eccellenza manifatturiera”.

Se oggi dovessi uscire a fare shopping, in quale negozio andresti e cosa acquisteresti?

“Sicuramente andrei da PozziLei a Monza, in via San Pietro Martire 1. Ho un legame affettivo molto profondo con questo luogo, si tratta della boutique in cui ho acquistato i miei primi oggetti di lusso e che ho sempre ammirato per stile e selezione di prodotti. Inoltre, PozziLei fa anche molta ricerca, proponendo un giusto mix tra brand di lusso e marchi di nicchia innovativi. Mi affiderei sicuramente a loro per trovare la giacca o le scarpe perfette, che potrebbero essere di Valentino, brand che non smette mai di stancarmi, così come di un marchio nuovo”.