Luigino Rossi

Il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi nasce nel 1995 dall’iniziativa di Luigino Rossi, imprenditore calzaturiero, con l’intento di appagare le sue tre più grandi passioni: le scarpe, l’arte e la sua terra.
A tale scopo acquista il complesso architettonico seicentesco di Villa Foscarini, una dimora storica lungo le rive del fiume Brenta, progettata dallo Scamozzi e rimaneggiata nel corso del tempo da talentuosi architetti e decoratori.
All’interno del corpo padronale viene collocata l’esposizione di 1500 modelli di calzature femminili di lusso, prodotti dalla manifattura Rossimoda dal 1947 ai giorni nostri, frutto delle sue collaborazioni con le più prestigiose case di moda del panorama internazionale (l’azienda nel corso del tempo ha lavorato per Christian Dior, Yves Saint Laurent, Givenchy, Ungaro, Christian Lacroix, Fendi, Emilio Pucci, Celine, Nicholas Kirkwood e molti altri).
Accanto alla testimonianza dei successi imprenditoriali, trova degna collocazione una piccola ma preziosa raccolta di calzature antiche ed etniche, assortita dal fondatore nel corso degli anni, attraverso i suoi innumerevoli viaggi e le sue amicizie.


L’esposizione racconta il percorso imprenditoriale della famiglia Rossi, giunta alla terza generazione e nel corso del tempo ha assunto un ruolo sempre più cruciale, poiché da “salotto buono” dell’azienda, dove condurre i clienti importanti si è elevato ad anello di congiunzione tra passato e futuro, da quando nel 2003 il gruppo finanziario del lusso LVMH ha acquisito la proprietà e il Museo si è assunto il compito fondamentale di mantenere integra l’identità dell’impresa, di conservarne la memoria e testimoniare la propria storia ai nuovi arrivati.
Grazie alla sua unicità e alla sua posizione nel cuore del distretto della Riviera del Brenta (rinomato per la sua produzione di calzature femminili di lusso), svolge anche il compito di divulgare i “saperi” del territorio e di diffondere la conoscenza delle tradizioni di cui i calzaturieri sono gli eredi: le competenze acquisite dall’area, vantano origini illustri, testimoniate sin dal 1268, con la Scuola dei “Calegheri” veneziani, una confraternita di artigiani, che avevano l’oneroso compito di accontentare i desideri del patriziato veneziano, commercianti danarosi (e capricciosi…), che li spingevano a competere con il resto del mondo allora conosciuto, in una sorta di mercato globalizzato “ante litteram”, stimolandoli a creare prodotti sempre più preziosi e sofisticati; caratteristica che ancora oggi fa sì che la nostra regione, con i suoi numerosi distretti, venga considerata dai gruppi del lusso, un bacino privilegiato per la fornitura di prodotti di pregio.

Di fondamentale importanza è anche il ruolo svolto dal museo rispetto alla creatività della zona: gli studenti della scuola di modellisti, che dal 1923 si occupa della formazione dei futuri designer della calzatura, hanno la possibilità di osservare dal vivo i pezzi più interessanti della nostra raccolta per poi trarne ispirazione o addirittura, come gli stilisti dei grandi brand, prenotare una postazione per accedere all’archivio fotografico digitale, dove godono il privilegio di poter attingere ad una banca di quasi 18.000 immagini, accresciuto ad ogni stagione, dalla produzione corrente aziendale, che rappresenta un prezioso stimolo per le produzioni future di tutto il settore.
L’intento della scelta espositiva è quello di documentare, attraverso l’accessorio “scarpa”, l’evoluzione del costume nella seconda metà del ‘900, fornendo uno spaccato della nostra storia, in cui le influenze sociali, economiche e culturali hanno indubbiamente lasciato il segno.
Per raggiungere questi obiettivi, si è reso necessario valutare attentamente i pezzi conservati dall’azienda, scegliendo quelli più significativi da esporre, sia in termini di creatività, che d’artigianato d’alta qualità, d’innovazione tecnologica e di sfruttamento di nuovi materiali.
In tal modo si è riusciti a presentare i singoli pezzi come oggetti fine a sé stessi che pur mantenendo la loro funzione, la trascendono e divengono elementi che, posti nella teca, acquistano vita propria, come probabilmente accade nella mente dei loro creatori.

L’allestimento, per essere coerente con gli intenti, è stato organizzato seguendo un percorso tematico, che valorizza il contributo delle singole case di moda ed evidenzia, quindi, le peculiarità dell’estro creativo dei singoli stilisti, con un occhio di riguardo all’evoluzione della “griffe” nel corso del tempo, ove gli anni di collaborazione con la Rossimoda lo rendano possibile.
Si è poi considerato un ulteriore criterio allestitivo, per sottolineare la dicotomia che caratterizza questo accessorio nel bilanciare le esigenze estetiche con quelle funzionali e rimarcare come anche l’artista più ribelle sia influenzato dal proprio territorio di provenienza nel gestire questa contrapposizione; così al piano terra le collaborazioni con i brand tedeschi e americani, permeano di pragmatismo l’atmosfera degli spazi, mentre al primo piano i “mediterranei”(francesi italiani e spagnoli), trascurano decisamente gli aspetti pratici a favore di un estetismo inebriante…
Questa riflessione aggiunge valore alla scelta della dimora storica come contenitore della collezione, poiché i frutti di questa terra sono proprio la civiltà delle ville venete e la produzione di calzature di lusso, instillando la convinzione che il primo abbia in qualche modo influenzato il secondo, incoraggiando un certo gusto estetico, stimolando un certo senso delle proporzioni e risvegliando un desiderio di armonia, che pervade il quotidiano di ognuno di noi…. A tutto questo contribuiscono anche i suggestivi affreschi che arricchiscono la Foresteria adiacente alla Villa. Oggi trasformata in centro congressi, la struttura ospita eventi di prestigio e incanta i suoi ospiti con i decori dei celebri pittori Domenico de’ Bruni e Pietro Liberi.

A partire da settembre il Museo torna ad aprire le sue porte a tutti con i consueti orari
Per maggiori informazioni: www.museodellacalzatura.it