Simpatia, forza, maestria e sacrifici dedicati al mondo delle calzature e della pelle, certo per vendere molta della pubblicità che trovate anche in questo numero, ma soprattutto per fare grande ARSUTORIA, a cui ha dedicato l’intera vita, e le aziende dei clienti, o meglio degli amici, con cui ha viaggiato, riso e “litigato” per più di 60 anni

Per vendere bisogna essere un po’ pirati, un po’ poeti e un po’ signori. Quanti di noi, in tutti questi anni, hanno avuto la fortuna di sentire dalla sua viva voce la regola d’oro che lo ha guidato. Oscar ci ha lasciati il 22 giugno, dopo aver affrontato con forza, fastidio (perché era uno che amava la vita e doverci rinunciare lo faceva molto arrabbiare), e tanto coraggio una difficile malattia. È stato un esempio anche in questo ultimo frangente: ha tenuto sempre duro, è venuto a lavorare fino all’ultimo (perché adorava farlo, ma credo anche perché ha voluto aiutare fino in fondo noi, suoi colleghi), ha condiviso con semplicità la sofferenza e la fatica, senza mai mollare o piangersi addosso.

È stato un maestro per molti, per me di certo, in 60 anni di lavoro. Serietà, onestà, dedizione, attenzione ai dettagli, il cliente sempre al primo posto, la voglia di inventare sempre qualcosa di diverso per poter vendere di più e meglio, la capacità di motivare sempre le sue scelte e le sue affermazioni, sono solo alcuni degli insegnamenti che mi ha trasmesso e per cui ringrazierò sempre. accanto a questa inarrivabile professionalità, l’Oscar che sapeva divertirsi e voler bene senza troppe smancerie. a me, e ad altri, lo dimostrava mandandomi a quel tal paese.

Adesso ti faccio vedere come si rinnovano i contratti senza nemmeno parlare con il cliente

Quando ancora ero un “pivello” e mi portò in giro per le corsie del micam mi disse: «Adesso ti faccio vedere come si rinnovano i contratti senza nemmeno parlare con il cliente». Pensavo scherzasse, che volesse farsi bello con l’ultimo arrivato, oppure prendermi semplicemente in giro. Passammo davanti a uno stand e non accennò neppure ad entrare. Salutò con la mano il cliente e nell’aria fece il gesto di firmare. L’altro rispose serio alzando il pollice. Il contratto era siglato e io non ci volevo credere. Un po’ pirata.

Non credo a una parola di quello che mi hai detto, ma mi piace come racconti le storie

ARS000412-32Il giorno che per l’ultima volta ci ha salutato in redazione gli abbiamo chiesto di raccontarci i suoi inizi: «Ero molto molto giovane, ancora con le brache corte come si dice a Milano. Lavoravo in ARSUTORIA come magazziniere quando mio zio decise di portarmi con sé per un week end di svago. Il fine settimana si allungò al lunedì e io non ebbi il coraggio di avvisare in azienda. Quando il giorno seguente mi presentai al lavoro, il capo mi disse: “cosa ci fa lei qui, è licenziato”. Mi giustificai raccontando una storia complicatissima riguardo un fittizio malore che aveva colto mio zio all’improvviso. Il capo mi rispose: “non credo a una parola, ma mi piace come racconti le storie”. Venni riassunto come venditore e iniziai a girare prima l’Italia, poi l’Europa e quindi il Mondo. Ricordo che in quegli anni caricavo il motorino sul treno per poi girare tutti i calzaturifici delle Marche». Un po’ poeta.

Ricordo i viaggi in macchina verso Riva del Garda, per esempio, quando mi chiedeva di mia figlia e mi raccontava dei suoi, di sua moglie, di quanto lo facessero arrabbiare. esagerava come al solito per strapparmi una risata, ma lo vedevo il sorriso sul suo volto, il sorriso di chi ama alla follia la sua famiglia e darebbe tutto per loro. Un po’ Signore.

Infine, ricordo l’abbraccio speciale che un’imprenditrice, amica di vecchia data, gli ha riservato in occasione di una festa che celebrava la storia della sua azienda. E ricordo le lacrime comparse dietro gli occhi di un “cliente” che mi chiedeva sue notizie, sapendo che non era in forma. Molti gli hanno voluto bene aldilà delle pagine pubblicitarie e lo ritenevano un vero amico. Quanti possono dire di aver messo così tanto di sé nel proprio lavoro da raggiungere un tale riconoscimento?!

Grazie, Oscar, per quanto hai dato ad ARSUTORIA, a tutto il settore calzaturiero e della pelle, ma soprattutto grazie per il prezioso ricordo che rimarrà in noi per sempre, gioioso e luminoso.

Ora goditi il tuo prosecco, seduto al timone della tua barca, sopra un lago di nuvole.