L’originalità era la sua cifra e la sua missione: Mario Valentino, con tutta la sua partenopea vis, ha messo mario-valentino-una-storia-fra-moda-design-arte-libro-skira-3a segno una parabola di vita eccezionale che ora viene raccontata dal volume “Mario Valentino – Una storia tra moda, design e arte”. Scritto da Ornella Cirillo, ricercatrice presso l’Università degli studi di Campania mario-valentino-una-storia-fra-moda-design-arte-libro-skira-9“Luigi Vanvitelli”, è stato presentato lo scorso 24 ottobre presso il Complesso S. Patrizia di Napoli.
Si tratta di un’opera meticolosa e appassionata tanto quanto il soggetto di cui tratta. Si apre con un profilo biografico che affronta aspetti come la formazione, l’articolata storia imprenditoriale dagli esordi nel settore calzaturiero all’affermazione nell’industria della moda. Si illustra il contributo di prestigiosi stillisti alla sua ascesa: da Paco Rabanne a Karl Lagerfeld, da Muriel Grateau a Marie France Acquaviva, Claude Montana, Giorgio Armani e Gianni Versace. E le collaborazioni con gli illustratori mario-valentino-una-storia-fra-moda-design-arte-libro-skira-6Brunetta, Antonio Lopez ed Eula, e dei fotografi Franco Rubartelli, Roberto Carra, Toni Meneguzzo, Richard Avedon, Robert Mappletorpe ed Helmut Newton.
La straordinaria avventura umana e imprenditoriale di Mario Valentino nel volume si intreccia a quella della grande moda, abbracciando un periodo che va dagli anni Ciquanta alla fine degli anni Ottanta. E’ una storia di ambizione, di strategie e successi, che svela nel percorso del suo protagonista anche il ruolo decisivo di Napoli e della Campania nella definizione dell’allure del made in Italy.mario-valentino-una-storia-fra-moda-design-arte-libro-skira-2
Indispensabile strumento di lavoro per la ricostruzione del percorso di Mario Valentino, è stato l’archivio aziendale, avviato sin dagi inizi del XX secolo dal padre Vincenzo e cresciuto fino a diventare un patrimonio prezioso e insostituible. Tra le calzature memorabili ricordate nel volume, i sandali corallo che nel 1956 furono omaggiati da una copertina di Vogue Francia e oggi sono esposti nel museo Bally di Schoenenwerd in Svizzera, accanto alle calzature che la Regina Elisabetta indossò per le sue nozze.