Dell’emergenza lavoro, dello scenario dell’istruzione tecnica e professionale in Italia, si è discusso a Palazzo talenti-2Montecitorio il 30 maggio in occasione della presentazione del libro “I talenti del fare” di Altagamma alla presenza del Ministro dei Beni e Attività Culturali Alberto Bonisoli, del Vice Ministro al Ministero dello Sviluppo Economico Dario Galli, del presidente di Altagamma Andrea Illy. Altagamma ha quantificato in 236.mila i profili tecnici e professionali di cui l’industria del Made in Italy avrà bisogno entro il 2023. Il fabbisogno relativo al solo settore moda è di 46.400 figure professionali ripartite tra calzaturifici, pelletterie, sartorie, tessuti e talentimaglierie.
Il problema è dove reperire queste figure, visto che gli istituti professionali italiani sono scelti solamente dal 15% degli studenti. E con solo 10.000 iscritti ad istituti tecnici superiori, l’Italia è molto indietro rispetto alla vicina Francia con 240.000 studenti e la Germania con addirittura 880.000. Con questi numeri è chiaro che il ricambio generazionale nelle manifatture dell’alta gamma si presenti critico. Ecco perché Altagamma ha proposto la creazione di un Tavolo di Lavoro istituzionale sul tema della formazione e ha sollecitato la valorizzazione e il riposizionamento di questi lavori, percepiti dai giovani come poco attraenti.
talenti-3“Si tratta di mestieri manuali che vanno valorizzati per formare i talenti del futuro – ha osservato Andrea Illy – altrimenti le manifatture andranno all’estero. L’Italia ha un sistema di istruzione professionale complicato, frammentato tra governo e regioni e anche i sistemi legislativi sono complicati perché per creare istituti tecnici superiori bisogna fare una fondazione. Oggi ce ne sono 90 in Italia”.
Il Ministro Bonisoli ha risposto che per riempire il vuoto generazionale “occorre fare un serio lavoro di recupero dei mestieri manifatturieri e di un’offerta formativa adeguata che possano essere garantiti grazie al patrimonio inestimabile di competenze delle aziende italiane, con la cooperazione delle istituzioni. Concorreremo allo sviluppo del settore e alla riqualificazione delle professioni, ma anche alla nascita di nuovi significati e di ulteriori fascinazioni del concetto fatto in Italia”.