Per far seguire alle parole i fatti, la calzatura sudafricana è stata protagonista di un tour promozionale che ha portato una selezione di aziende produttrici organizzata sotto l’egida del Saflec – South African Footwear Leather Export Council sui principali mercati mondiali, dall’America all’Europa, la Russia, la Turchia.
L’incontro con il mercato italiano è avvenuto in occasione dell’ultima edizione di Expo Riva Schuh: alla fiera di Riva del Garda il Console Generale del Sudafrica a Milano, Titi Nxumelo ha annunciato in conferenza stampa che l’industria della pelle e calzatura sudafricana è ritenuta un settore strategico dell’economia del paese e ha ribadito la sempre maggiore necessità per i produttori sudafricani di partecipare alle manifestazioni fieristiche come quella rivana per rafforzare l’export.
Il direttore esecutivo del Saflec, Nerisha Jairai ha invece illustrato le diverse iniziative messe in campo dalla calzatura sudafricana grazie al sostegno del Governo:
Il nostro Governo supporta totalmente l’industria della pelle in Sud Africa e lo fa sotto diversi aspetti: supporta i produttori perchè diventino più competitivi, eroga sovvenzioni per l’acquisto di macchinari della più innovativa tecnologia, sovvenziona la formazione… questo sostegno è stato messo a frutto avviando importanti collaborazioni con due importanti istituzioni italiane, Assomac per i macchinari e ARSUTORIA SCHOOL per la formazione e lo sviluppo di collezioni per il mercato internazionale, oltre che per la realizzazione di seminari sui trend di moda.
Tra i settori chiave che stanno beneficiando della spinta impressa dal National Development Plan varato nel 2012 il cui orizzonte è il 2030, c’è sicuramente il settore pelle e calzature: grazie agli aiuti governativi è tornato a crescere nel 2012 dopo una fase di declino e oggi ha tutti indicatori in forte crescita.
La calzatura si è particolarmente giovata di questo sistema e, nell’arco di un decennio dal 2005 al 2015, ha visto la sua produzione passere da 27 milioni di paia a 61 milioni, Nella stessa finestra temporale, anche l’export ha fatto un balzo da 1,6 milioni di paia a 3,5 milioni di paia, mentre l’export dell’intero settore pelle, pelletteria e calzature ha visto crescere il suo valore da 1,3 miliardi di rand (1rand vale circa 0,07 euro) del 2005 ai 4,6 miliardi del 2015.
Il Sud Africa sta diventando sempre più interessante anche come mercato di consumo. Sempre nel decennio dal 2005 al 2015 il consumo procapite annuo è passato dalle 3,2 paia alle 4,6, facendo lievitare da 162 milioni di paia a 257 milioni di paia la domanda domestica di calzature. Una domanda che si è tradotta anche in maggiori importazioni, attestate nel 2015 ad un valore di 11,8 miliardi di rand.
E’ proprio pensando a questi dati che Assocalzaturifici già nel 2014 ha condotto una missione nel paese in collaborazione con Ice di Johannesburg: “Si è trattata di un a esperienza interessante – commenta Matteo Scarparo, Head of Global Trade unit di Assocalzaturifici – il made in Italy ha riscosso attenzione e sicuramente il Sud Africa rappresenta uno dei principali mercati dell’Africa. Guardiamo con attenzione la crescita del Paese e attendiamo gli sviluppi del futuro”.
Sud Africa, paese del presente
Se l’Africa è il continente del futuro, il Sud Africa è tra le nazioni africane una di quelle che già nel presente stanno conoscendo uno sviluppo economico accelerato. Dalla fine dell’apartheid, la struttura prevalentemente agricola del Paese ha subito un processo di rapida trasformazione ed oggi il terziario ed il manifatturiero sono arrivati a contribuire per il 29,2% e ed il 68,6% alla formazione del PIL, lasciando all’agricoltura il restante 2% (fonte: info Mercati Esteri della Farnesina).
Con filiere di rilevanza mondiale sia nel settore agroalimentare che finanziario, nell’ingegneria estrattiva e nella trasformazione chimica, il Sud Africa è anche la principale piattaforma produttiva e di assemblaggio veicoli dell’intero continente a servizio delle principali case automobilistiche mondiali.
La trasformazione in atto nel Paese ha portato anche evidenti vantaggi, aumentando il benessere generale e contribuendo all’uscita dalla povertà di una buona parte della popolazione. Certo, il divario tra popolazione ricca e povera, soprattutto di colore, resta ancora alto, ma il Governo sudafricano sta ovviando alla situazione attraverso una campagna di “discriminazione positiva”, supportata dalla legislazione “Broad Based Back Economic Empowerment” che promuove l’inserimento di questa parte della popolazione nei diversi settori produttivi del Paese. Un impegno simile è volto a ridurre la disoccupazione, attestata oggi attorno al 25% della popolazione attiva, la cui percentuale si attende scenda anche grazie a strumenti come il National Development Plan varato dal Governo sudafricano nel 2012 che ha fissato ambiziose direttive di sviluppo del Paese da qui al 2030.