Non pensate a Gucci o Prada, bensì a Platone o ad antichi testi sacri. Le collezioni Lamperti Milano creano armonia fra qualità, bellezza, originalità e tradizione, proprio come gli antichi scritti che hanno attraversato la storia.

Quando chiedi quali siano le fonti d’ispirazione che animano le scarpe da lei disegnate ti risponde indicando Omero, Ovidio, Socrate, Platone… no, non si confonde con nuovi stilisti emergenti, ma si riferisce proprio gli antichi autori di immortali opere letterarie.

Erika Lamperti inizia a disegnare da giovanissima ispirandosi proprio ai testi latini e greci conosciuti durante il liceo classico. Da sempre rimane affascinata dalla potenza di tali testi, e dal mistero che essi racchiudono. Così, dopo essersi laureata in economia a Milano e aver conseguito un Master in Management a Londra, il sogno di tornare a lavorare sulla propria immaginazione è tornato a bussare alla porta. La Central Saint Martins School of Arts fornisce ad Erika le conoscenze tecniche per disegnare e produrre la sua prima collezione di scarpe, forte anche della collaborazione del fratello Federico che si occupa della produzione presso un calzaturificio di Vigevano, e nel 2013 la prima collezione Lamperti Milano vede la luce.

A quale donna si rivolge il tuo stile?

«Immagino una donna degli anni 80. Una femminilità dal sapore un po’ maschile, pantaloni ampi e spalle larghe. Lei viaggia tanto e vive quasi sempre fuori casa. È sicura di sé e perciò le piace sperimentare. È una donna che si interessa e si informa su cosa indossa. Sa apprezzare e riconoscere le lavorazioni artigianali».

Quali sono i materiali che prediligi?

«A mano a mano che i miei disegni si sono fatti più sofisticati, i materiali scelti da Federico sono diventati sempre più pregiati e ricercati: morbide nappe toscane, raffie e tessuti li abbiamo accostati a dettagli metallici affinché le calzature assumessero l’allure di gioielli».

La sensazione è che definire i dettagli ti piaccia moltissimo?

«Esatto. Le mie scarpe sono caratterizzate da dettagli e tratti di stile che rimarranno nel tempo. Il tacco a croce, elemento distintivo del brand, ne è dimostrazione. Un’altra caratteristica della creatività del marchio si trova nel design asimmetrico di alcune calzature, aspetto che stupisce ed emoziona. Fino ad

arrivare al packaging, originale e ricercato, che esalta il concept del brand e sottolinea l’obiettivo di offrire al pubblico veri e propri pezzi d’arte, 100% handmade in Italy».

Come sarà la collezione estiva 2016?

«Il mood si rifà al Paradiso Dantesco. Perciò utilizzeremo molte pietre preziose e colori pastello. Per i materiali abbiamo scelto tanta seta e broccati elaborati. Sarà una collezione ricca, ma anche molto fresca. Avremo zeppe, plateau, ciabattine e sandali. La simbologia del serpente sarà ancora molto presente, così come immancabile sarà il laccetto tono caffè».

Chi ha creduto nel vostro progetto fino ad ora?

«Ad oggi, le calzature sono state apprezzate e distribuite negli Stati Uniti (Orphic di Los Angeles), in Europa dell’Est, Svizzera e naturalmente Italia. Le hanno indossate diverse celebrities – tra cui Victoria Summer, Karine Vanasse, Louise Roe, Aida Yespica, Stephanie Leigh Schlund, Lindsay Lohan».

Su quali canali di vendita vorresti puntare?

«Moltissimo sull’e-commerce. Vorrei dare un taglio fortemente tecnologico alla nostra customer experience. Creare un negozio virtuale, e chissà mai un temporary store, in cui riuscire a raccontare molto bene la storia di ogni modello. Ci piacerebbe pensare anche a una formula di e-commerce diversa e di lusso, soprattutto nel servizio: rimandare ad un’esperienza 3D o inviare diversi numeri dello stesso modello acquistato così che la cliente possa provare/trovare la scarpa che le calza a pennello, per esempio».

Non è facile fare breccia nel settore calzaturiero. Quali soddisfazioni sei già riuscita a toglierti?

«Il Museo Internazionale della Calzatura di Vigevano espone nelle sue sale il tacco a croce, il che mi ha resa davvero felice. Ed è stato molto bello ricevere l’invito dell’Istituto Marangoni di Milano per lavorare su un case study che ha coinvolto tutti gli studenti del Master in Brand Management».

Cosa ti aspetta nell’immediato futuro?

«La prima stagione di vendita presso l’importante show-room Pizzini a Milano e la partecipazione alla fiera newyorkese Coterie che inizia il 19 settembre».