Questo avverrà nel 2022 e lo sostiene il “Rapporto esportare la dolce vita” presentato a Milano il 9 maggio. Il “potenziale di mercato per il bello e ben fatto italiano nei mercati avanzati” è stato realizzato dal Centro Studi di Confindustria in collaborazione con Prometeia.

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Carlo Calenda

Al convegno sono intervenuti il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, Licia Mattioli vice presidente di Confindustria, Luca Paolazzi direttore Centro Studi di Confindustria, Alessandra Lanza di Prometeia,   Davide Oldani ambassador di Expo 2015, Marco Bizzarri Ceo di Gucci, Jean Christophe Babin Ceo di Bulgari e l’architetto Mario Bellini.

Per “belli e ben fatti”si intendono i prodotti che uniscono bellezza e funzionalità, cultura e tecnologia. Un’arte in cui eccellono le imprese manifatturiere italiane e in particolare quelle calzaturiere.

Stati Uniti, “primi in classifica” che superano la Francia, attualmente la principale destinazione estera del settore, passando da 1,2 miliardi di import a 1,7 miliardi. Siamo di fronte ad una crescita vicina al 43%, una delle più dinamiche tra quelle mostrate nei paesi analizzati.

Le previsioni tengono conto di un’evoluzione vivace dei consumi e dei redditi delle famiglie che favorirà le importazioni di calzature, soprattutto per quanto riguarda le grandi città e quella parte di mercato più sensibili alle tendenze della moda tradizionale. Un percorso senza ostacoli, quello del “made in Italy” calzaturiero? Niente affatto. Esistono dazi e barriere tariffarie che limitano l’ingresso in terra americana con l’aggiunta di barriere non tariffarie caratterizzate da complesse prassi  burocratiche.

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Per sfruttare appieno le opportunità del mercato, l’offerta italiana è chiamata a conciliare la tradizionale eleganza e cura manifatturiera con una richiesta di comfort sempre più spinta da parte del consumatore americano. Il successo dell’Italia calzaturiera dipenderà anche da saper mostrare la versatilità della propria offerta, allargando ad aspetti  più casual, senza però compromettere la qualità.

La Francia lascia dunque lo scettro scendendo al secondo posto come importatore di calzature “bello e ben fatto”. Il paese transalpino, grazie soprattutto ai suoi grandi gruppi del lusso, di cui molte aziende italiane calzaturiere sono terziste, rimarrà comunque un riferimento importante, con importazioni attese nel 2022 pari a 1,5 miliardi, rispetto agli 1,3 di sei anni prima. La Francia rappresenta un bacino di acquirenti attesi ed esigenti, capaci di apprezzare lo stile, la qualità e il gusto che il made in Italy esprime. Altro fattore non trascurabile la capacità del paese oltralpe di attirare un turismo internazionale(85 milioni di turisti all’anno)  ben disposto ad acquistare prodotti  di alta qualità“targati” Italia.esportare-la-dolce-vita-maggio

Il terzo mercato di destinazione dell’export di calzature “belle e ben fatte” è la  Svizzera  che vedrà il livello attuale di import superiore a 1 miliardo di euro, incrementarsi di 129 milioni con aumento del 12,5%.

I flussi attesi non riguardano solo importazioni dirette alla domanda locale, ma costituiscono anche prodotti in transito verso altri mercati visto il crescente ruolo del paese elvetico come piattaforma logistica per gli scambi commerciali.

Tra i primi 5 paesi di destinazione di calzature italiane del segmento “bello e ben fatto” ci saranno poi la Germania e Regno Unito. I due mercati registrano oggi flussi di import rispettivamente di oltre 939 e 589 milioni di euro e sono destinati a crescere di circa 200 milioni a testa nello scenario a sei anni.

Seguono Spagna, Belgio e Paesi Bassi con attese di crescita del 25%.

Nel caso spagnolo le prospettive delle calzature italiane sono sostenute dal recupero piuttosto accelerato dei redditi delle famiglie dopo la pesante crisi del 2009.
Giappone e Sud Corea occuperanno le ultime due posizioni tra i primi 10 paesi  importatori di calzature “belle e ben fatte” dall’Italia nel 2022. Entrambi i paesi importano rispettivamente 188 e 172 milioni di euro di scarpe italiane, livelli che sono previsti crescere di oltre 60 milioni di euro in entrambi i mercati.