E’ quanto evidenziato dalla prima assise “Unisono – Strategie di squadra per crescere assieme” svoltasi lo scorso 26 v-claudi-omarenzigiugno presso l’Auditorium dell’Università Bocconi a Milano. “Abbiamo lavorato insieme per fare sistema e aiutare industrie diverse, ma con problematiche simili. Siamo l’unica filiera completamente integrata a monte e a valle e abbiamo saputo coniugare un patrimonio di artigianalità  con un’industria rappresentativa del nostro Paese nel mondo – ha dichiarato Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda all’apertura dei lavori. “Anche se in passato abbiamo avuto dei battibecchi, – ha aggiunto – oggi lavoriamo all’unisono e dopo aver messo a segno servizi condivisi come l’ufficio studi e quello legale, possiamo ora fare meglio e di più: tutelare il prodotto, lottare per il made in Italy che certifica la qualità e l’innovazione del prodotto italiano, puntare alla reciprocità dei dazi, all’abbattimento del cuneo fiscale, lavorare sulla sostenibilità e la formazione…”.

Obiettivi che sono alla mano per il comparto moda che, riunito, pesa 95,5 miliardi di euro di fatturato (+0,7%), ha 580mila addetti e contribuisce al 50% della bilancia commerciale italiana. La seconda manifattura italiana: moda quindi non come settore dell’effimero, ma come grande potenza industriale.

Sugli stessi temi si sono comfrontati in una tavola rotonda anche i presidenti delle associazioni federate: Riccardo Braccialini, presidente uscente di Assopellettieri, Ivana Ciabatti di Federorafi, Annarita Pilotti, presidente uscente di Assocalzaturifici, Giovanni Russo di Unic-Unione Nazionale Industria Conciaria, Roberto Scarpella di Alp-Associazione Italiana Pellicceria, Marino Vago di Smi-Sistema Moda Italia e Giovanni Vitaloni di Anfao-Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici.

Il convegno è proseguito con tre case history di successo del made in Italy. Marco Buglione di Basic Net ha raccontato come “resuscitare i marchi morti e dargli nuova vita” con un modello di business dove l’azienda supporta imprenditori indipendenti con strategie di marketing, comunicazione, approvvigionamento e information tecnology, che ha garantito il successo a Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans, Superga, Sebago, Kway. Matteo Marzotto, presidente di Dondup ha spiegato come è importante “smettere di autoflagellarsi e puntare sullo stoytelling” come fattore di crescita. Marco Palmieri, fondatore e presidente di Piquadro ha mostrato come la leva del private equity sia stato un importante fattore di crescita dell’azienda, che oggi ha acquisito due importanti vincenzo-bocciabrand come The Bridge e Lancel.

Ha chiuso l’assise l’intervento di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria che, partendo dal potenziale scenario futuro economico del Paese illustrato in un suggestivo video, ha dichiarato che ci si deve riappropriare di parole come “sogno” e “speranza” per renderlo possibile. Fattore critico per il raggiungimento dell’obiettivo è la politica, verso la quale Confindustria sta entrando nella fase 3 del confronto, in occasione del decreto della crescita: “Bisogna sbloccare le infrastrutture, non portare avanti il salario minimo e salvaguardare l’IVA” dichiara Vincenzo Boccia, che conclude così: “dobbiamo passare da una stagione che cavalca le ansie ad una di consapevolezza, a una stagione rifondata sul primo articolo della costituzione”.