Un progetto di scarpa dipinta a mano davvero fuori dal comune, capace di aggregare e raccontare belle storie. Sneaker artistiche curate anche nei dettagli tecnici

Ogni volta che un consumatore mette un paio di BucketFeet, quelle scarpe si trasformano in tela d’artista, uno strumento d’auto-espressione, che aiuta la condivisione e l’abbattimento delle barriere culturali.
Artisti diversi disegnano ogni singolo paio di scarpe così da realizzare prodotti capaci di raccontare una storia.
E la storia di BucketFeet ha inizio in Argentina, quando due stranieri si scambiano due paia di scarpe dipinte a mano e si rendono conto che questo gesto suscita la curiosità di altri ed è occasione per raccontare altre storie e conoscere nuove persone.
Così i due fondatori di Bucketfeet, Aaron e Raaja, decidono che l’arte applicata alla customizzazione di un paio di scarpe sarebbe diventata la loro arma potente per intrecciare le vite delle persone. Nel 2011 fondano il marchio che ad oggi è diventato quasi un movimento culturale e di pensiero, in grado di coinvolgere più di 20 mila artisti in più di 100 paesi. E i numeri sono ancora più impressionanti se si pensa che ogni settimana BucketFeet riceve circa 500 proposte artistiche per decorare le scarpe e 250 nuovi artisti entrano a far parte del network.
I modelli di scarpe non sono solo belli grazie alle opere che supportano, ma sono anche curati nei dettagli tecnici: la stampa è di alta qualità, la pelle, il suede e il canvas sono di prima scelta, così come la suola vulcanizzata e il sottopiede massaggiante e removibile, la fodera in canvas è studiata per permettere al piede la corretta traspirazione.